«Vieni con me, ti porto a vedere una cosa.» Tom entrò in casa e lo ritrovai con la solita sigaretta tra le labbra.
«Dove andiamo?» Domandai, quando salimmo in macchina ed appoggiò una mano sulla mia gamba.
«A vedere una cosa. Se te lo dicessi, che sorpresa sarebbe?»***
Arrivammo davanti ad una stalla ed entrammo, trovando il signor Gold insieme a suo figlio che stava pulendo un cavallo stupendo.
«Avete una bella bestia, signor Gold.»
Thomas si sedette di fianco ad Aberama mentre io andai dal figlio ed accarezzai il cavallo in questione.
«Quello che vedete qui non è in vendita.»Cantilenò Gold.
Portai lo sguardo su Thomas e quest'ultimo mi fece l'occhiolino.
«Vi intendete di cavalli?» Domandò il ragazzo, alzandosi per pulire il corpo del suo cavallo.Annuii.
«Vi occupate dei suoi cavalli?» Restai a fissare il manto della bestia ed alzai un sopracciglio, sorpresa per le troppe domande del ragazzo.«Si...»
Il ragazzo mi sorrise, ma io non lo calcolai minimamente.
«Cosa volete da me, Signor Gold?» Sentii dire da Thomas. «Ha un cavallo tutto suo?» Il ragazzo continuò con le domande. «Non più. Il mio è morto.»
Dissi, con una naturalezza che non pensavo di avere, dicendo questa frase.«Mi dispiace, io n-» Posai lo sguardo sul suo e sorrisi. «Lo so.» Tagliai corto.
Per fortuna venne richiamato dal padre che gli ordinò di levare la camicia ed iniziò a tirare pugni a caso. Thomas mi guardò con la coda dell'occhio, ma io feci finta di non notarlo.
«Voglio che scommettete su di lui e che lo aiutiate a soddisfare la sua ambizione.»***
Dopo aver passato il resto della giornata in scuderia, tornai a casa e trovai Thomas, seduto davanti al camino.
«Tom...» Sussurrai senza fiato per la stanchezza, infatti lui si voltò di scatto.
«Tutto bene? Hey, hai delle occhiaie.»
Lo sentii sussurrare quando mi raggiunse e mi tirò su il volto.
Annuii.
«Sono solo stanca.»
Sorrise, mentre gli accarezzavo il braccio. «Che ne dici di un bagno caldo? Ti va?»Accettai la proposta più che volentieri.
Salimmo le scale e raggiungemmo la stanza, trovando già la vasca pronta.
Ci spogliammo ed entrammo.
Mi sedetti tra le gambe di Thomas, appoggiai la schiena sul suo petto e solo in quel momento mi sentii in pace con me stessa.Durante la giornata avevo pensato solo a John ed ogni tanto sentivo come se fosse vicino a me.
Thomas fece scivolare l'acqua sulle mie spalle e ciò mi riportò alla realtà. «A cosa pensi?»
Ridacchiai. «Come sai che sto pensando?»
Le sue labbra si posarono sull incavo del mio collo e le sue braccia circondarono le mie spalle.«Sento che la tua testa non si spegne mai.»
Sospirai.
«Penso a John, al fatto che lo sento vicino nonostante non sia fisicamente qui.»Appoggiò la fronte alla mia spalla nuda e umida e sospirò. «Anche io ho questa sensazione, stessa cosa con Grace, ovvio. Lei non mi abbandona mai.»
Sorrisi. «Lo so, Tom. E la ringrazio per questo, perché lei è il tuo angelo custode, in mia assenza.»Mi girai verso Tom e lui sorrise, asciugandomi la guancia, con il pollice, la quale era stata bagnata da una mia lacrima solitaria.
«E John è il tuo, angelo custode.»
***
La mattina dopo decisi di andare a trovare Michael, perciò mi alzai presto.
«Hey, dove vai?» Tom strizzò gli occhi per poterli riaprire definitivamente e mi guardò mentre finivo di mettere le scarpe.«Da Michael. Non lo vedo da quel giorno.»
La sua mano si posò sulla mia schiena e ciò mi fece rabbrividire.
«Stai attenta, okay? Resta lì che poi abbiamo una riunione.»Annuii quando mi girai verso di lui per dargli un bacio.
Indossai il solito cappello con il rasoio ed uscii dalla stanza, senza neanche fare colazione e per poter dirigermi all'ospedale.
***
«Signor Shelby, ce...»
Sentii, da fuori la stanza, Michael sospirare.
«La signorina Shelby. Sua cugina.»
Quando entrai lo vidi rilassarsi per poco, ma subito dopo si imbronciò.
L'infermiera ci lasciò da soli e ciò mi fece sentire più tranquilla.Non volevo nessuno di estraneo attorno.
«Come stai? So che anche tu hai preso una pallottola.» Disse, indicandosi il petto, ovvero il punto dove l'avevo presa io.
Annuii e mi sedetti di fronte a lui, guardandolo negli occhi.
«Cazzo.» Sussurrò, passandosi una mano sulla faccia dopo aver incontrato il mio sguardo, così aggrottai le sopracciglia.
«Scusa è che... ho visto John. Incrociando il tuo sguardo, ho visto il suo.»
Mi morsi l'interno guancia e mi ammutolii più di prima.
Non sapevo che dire cazzo, perché avevo avuto quella brillante idea di andarlo a trovare?«Come va il resto?»
Domandò proprio lui, facendomi sorridere.
«Hey, qua vedo un sorriso! È successo qualcosa con mio cugino?» Ridacchiai. «Beh diciamo di sì, qualcosa si. Anche se...»Ritirai le labbra e sospirai, riportando lo sguardo sul suo.
«Non riesco a fidarmi del tutto di lui.
Lizzie dice che durante il periodo di Natale se ne andava a letto con delle puttane ben precise, ed io ho paura che possa ricapitare.»Michael scosse la testa.
La sua mano si posò sul dorso della mia e la accarezzò.
«Tu non hai idea di come ti guarda lui. Gli si formano delle piccole rughe intorno al sorriso e gli occhi vengono invasi da un luccichio che fa invidia ad una lucciola.»Sorrisi.
«E tu, con quella ragazza?»
Scosse la testa. «L'ho dovuta lasciare per vari motivi. Ma meglio così.»
STAI LEGGENDO
A f***ing mess 4 || Peaky Blinders
FanfictionDAL TESTO: Incrociai gli occhi di ghiaccio di quell'uomo che aveva reso la mia vita un inferno ma, al contempo, un piccolo angolo di paradiso. Incrociai gli occhi di colui che non riuscivo a smettere di amare nonostante tutto. Gli occhi di colui c...