4.

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«Bene.» Disse, quando spense la sigaretta nel posa cenere e mi diede un bacio sulle labbra.
Si sedette al bordo del mio letto ed indossò le scarpe.

«Te ne vai di già?» Ridacchiò. «Tu vieni con me. Dobbiamo incontrare una persona insieme ad Arthur, al deposito di Charlie.»
Detto ciò, mi alzai anche io e indossai ciò che avevo prima, per non perdere tempo.

***

Arrivammo al deposito con due sorrisi smaglianti, espressioni che non sfuggirono ad Arthur, infatti scosse la testa e sorrise, dopo aver incrociato il mio sguardo.
Ci sistemammo intorno al fuoco e Tom si accese una sigaretta, bevendo del Whisky dalla bottiglietta che portava sempre con se.

Dopo un po' Aberama arrivò.

«Questo posto è molto bello. Il fuoco per squagliare l'argento ed il canale per portarlo via.» Ghignò e ci raggiunse. «Quanto volete?» Tom fece spallucce ed io aggrottai le sopracciglia.

«Tutto ciò che vedete qui non è in vendita.» Aberama scosse la testa, con un'espressione da prenderlo a schiaffi.

«Per me tutto è in vendita. O sbaglio? Ho deciso che diventerà parte dell'accordo.»

Thomas lo guardò per un po'.
«Charlie!» Il nostro Charlie spuntò con una pezza tra le mani, le quali stava pulendo dato che erano sporche e sudate.
«Adesso mi gioco il deposito, Charlie.»
Quest'ultimo aggrottò le sopracciglia e lo guardò incredulo.

«Ti giochi cosa?»

Thomas lo indicò con la sigaretta tra le dita e tenne lo sguardo fisso su Aberama.
«Se viene testa, Aberama si prende tutto.» Charlie spalancò gli occhi. «Se viene croce, io mi scopo una delle figlie di Aberama.» A quel punto fui io a spalancarli.

«Sei serio?» Domandai in un sussurro e guardandolo con delusione.

Lo sapevo. Ogni scusa era buona.
Ma vaffanculo, Thomas!
Non mi considerò neanche.
«Mi prenderò Esmeralda. So che è la più grande e la più bella.»

Charlie mi guardò ma io non diedi attenzioni a nessuno.
Ero schifata. Mi sentivo una delle sue cazzo di buttane, dopo ciò che successe la sera prima.

«Tommy, che cazzo fai?»

Nel frattempo il nostro coglione preparò la moneta.
Pronto al grande colpo.
La lanciò ad Aberama e questo ci pensò un po' su.

«Tommy Shelby.
Niente scommesse per oggi, perché con questo penny, comprerò un fiore da mettere sulla tua tomba.»

Lo indicò con la moneta e poi la posò nella tasca interna del cappotto.

Tom sospirò piano.

«Mentre aspetterà quel giorno, la prego di portare rispetto ai miei amici e alle loro proprietà.»

Arthur gli ripassò la bottiglietta e Tom la alzò per un brindisi. «Abbiamo saltato il Natale, festeggiamolo ora. Pace in terra e agli uomini di buona volontà.»

Scossi la testa e sospirai, sentendo gli occhi lucidi.

Era un cazzo di coglione.
Quando nessuno ci stava dando più di tanto conto e si dirigevano verso l'immenso tavolo, tirai Tom per il gomito e lo portai in disparte, trovandolo con gli occhi lucidi.

«Davvero te la saresti fatta?»

Tom ridacchiò, senza smettere di fissarmi.
«Sei seria?» Imitò il modo in cui lo ripresi quando fece la scommessa e posò le sue labbra sulle mie, facendomi spalancare gli occhi.

«Tom, ci sono gli altri.» Ridacchiai quando mi afferrò da dentro i pantaloni e mi tirò verso di lui.

«Non m'interessa. Io sono Tommy Shelby, no?»

Lo afferrai dalle guance e scossi la testa, facendo così, strofinare le punte dei nostri nasi.
Se solo John potesse vederci.

Dopo che Arthur fece il brindisi per John, arrivò il resto della famiglia e Tom andò a parlare con Polly, così io mi avvicinai a mio fratello Arthur, che non appena mi vide mi fece l'occhiolino.

«Vi ho visti prima, in disparte. È successo qualcosa?»

Annuii.

«Magari nel momento sbagliato, ma, è successo.»
Arthur sospirò. «Ne stai risentendo più di me, tu lo vivevi ventiquattro ore su ventiquattro.» Arthur mi strinse la spalla ed accennai un sorriso, guardando davanti a me.

«Già... con lui ho avuto tantissime prime esperienze.»

Pizzicò con le dita la mia guancia e ciò mi fece sorridere spontaneamente, ricambiando il suo sguardo.

Buttai la cenere nel posa cenere e guardai Tom.
«Devi stare attenta a quella Lizzie, invece. Lei si vede di fianco a Tommy ma io vedo te, solo te di fianco a lui. Quindi cerca di non fartelo portare via e di farci, magari, un piccolo John Shelby!»

Non ci credevo a ciò che avevo sentito, così mi girai con espressione sorpresa verso di lui.

«Stai dicendo sul serio?» Arthur annuì. «Ti do la mia approvazione ufficiale, Rosie.»
Sorrisi. Felice più che mai. A me bastava quello.
Sapere che rendevo felice anche chi avevo affianco.

***

Angolo scrittrice

Con questo capitolo volevo augurarvi buon San Valentino (auguri alle Valentine) e buon carnevale! (Ricordiamoci anche di carnevale, mi raccomando!)

Voi cosa preferite?
Carnevale o San Valentino?

Io assolutamente carnevale! Sarà perché non ho ancora trovato la mia "anima gemella".
Spero passiate questo giorno con spensieratezza e pieno di cibo! Ahahah
Al prossimo capitolo!

A f***ing mess 4 || Peaky BlindersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora