Capitolo 1

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Vorrei dire che sono Tancredi Galli, un ragazzo di Roma che insieme ai suoi amici è diventato famoso tramite tik tok...ma non è così, almeno, non lo è più.
Sono certamente io Tancredi Galli, ero il primo dei Q4, ma ci siamo allontanati tutti a causa mia e solamente mia...
Sono a Milano, la città che ha mi ha ospitato per molto tempo, mi trovo nel mio piccolo appartamento, sono le 3 del mattino e sono sul terrazzo a fissare la luna con una sigaretta quasi finita tra le labbra a chiedermi che cosa avessi di così sbagliato per distruggere tutto ciò di più bello che ho. Non dormo più da molto tempo, così tanto che non distinguo la notte dal giorno a momenti, ho enormi occhiaie sotto i miei occhi marroni, il ciuffo che una volta mi contraddistingueva ora è un groviglio biondo castano che rappresenta a pieno il casino nella mia testa. Ormai la sigaretta è finita, la getto nel posa cenere insieme alle altre che hanno accompagnato le mie notti precedenti e mi dirigo verso la mia stanza in cui regna il disordine e il silenzio, quest'ultimo però interrotto da uno squillo proveniente dal mio cellulare che si illuminò schiarendo così il buio della notte. Non rispondevo da giorni né alle chiamate né hai messaggi, ma qualcosa mi spinse ad accendere il cellulare e a osservare chi mi cercava, mi sarei aspettato di tutto, ma non quello, non lui, non il suo messaggio.
Lui era lui, non lo sentivo da sei mesi ovvero quando qualcosa nel gruppo si era rotto, con le mani che tremano sblocco il cellulare che aveva come sfondo una foto di noi Q4 abbracciati e apro WhatsApp.
Lele:" Tancredi, non so come stai ma vorremmo riunirci per parlare un po' e anche se sarà difficile vorremmo che tu venissi "
Il messaggio finiva lì nessun saluto, nessuna faccina come l'ultimo che mi aveva mandato sei mesi prima, solo un punto, un maledetto punto che pesava tanto da far male. Con le mani che tremavano digitai poche parole come risposta e spensi il telefono mettendolo sul comodino e lasciandomi cadere sul letto a fissare per l'ennesima volta il soffitto bianco lasciando i miei pensieri liberi di assalirmi e farmi sprofondare nell'oblio. Dopo poco tempo il mio cellulare si illuminò nuovamente portando così la mia attenzione al messaggio appena arrivato da parte di Emanuele.
Lele: " Ci vediamo domani al bar dell'angolo dove andavamo sempre alle 15:30."
Di nuovo quel maledetto punto che mi portava il cuore a spezzarsi sempre di più nonostante fosse solo colpa mia tutta la situazione che ora stavo vivendo. Cercai di lasciarmi andare al buio e al freddo della mia solitudine ma nonostante i molti sforzi non ce la feci, al punto da dirigermi in bagno e aprire l'armadietto e prendere la lametta che tante volte mi aveva segnato e portarla nuovamente al mio polso dove da poco tempo alcuni tagli si erano rimarginati, inizia a strisciare prima lentamente e poi applicando sempre più forza fino a mandare il freddo ferro in profondità e sentendo ormai quel bruciore così famigliare capì che quello era l'unico modo per punire quel corpo e quell'anima per quello che avevo fatto. Dopo minuti interminabili di quella tortura lavali la lametta e disinfettati i tagli avvolgendoli in una candida benda che in poco tempo divenne rossa. Tornai alla mia stanza mi accasciai sul letto e rimasi a fissare un punto impreciso della spoglia camera fino all'alba, momento in cui mi alzai e inizia un'altra inesorabile giornata che si prospettava un casino tremendo.

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SPAZIO DISAGIATO
Hi girlssssss
Sono una ragazza altamente disagiata che ha iniziato una nuova storia non so esattamente quando aggiornerò ma farò il possibile per farlo frequentemente, spero che vi piaccia.
Bye bye

Se fosse colpa nostra? ~tankele~ [In Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora