Capitolo 4

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Dopo aver cenato i ragazzi uscirono dalla hall dell'hotel e andarono a fare una breve passeggiata sulla spiaggia buia dove fecero diverse stories, ormai era notte inoltrata quando rientrarono in stanza e accesa la luce notarono come Tancredi non si fosse mosso dal divano e dormisse ancora nella stessa posizione, a quella vista gli tornarono in mente le mattine in cui dovevano andare a svegliarlo perché se lui avesse potuto avrebbe dormito 24 ora consecutive, le mattine in cui si svegliava con la luna storta, quindi praticamente sempre, le mattine quando loro ancora vivevano insieme. Diego andò in bagno a lavarsi i denti mentre Gian e Lele indossavano il pigiama o per meglio dire una maglia sottile e i pantaloncini sportivi perché se a Milano faceva caldo a Rimini sembrava di essere in un deserto, quando tutti furono pronti per andare a dormire cercarono di svegliare Tancredi per farlo cambiare, ottenendo però un risultato non sperato, per questo motivo Lele lo prese da sotto le gambe e da dietro la schiena e lo sollevò, si aspettava il tipico peso leggero di Tancredi ma nel sollevarlo ci mise molta meno fatica, era leggero come una piuma, non ci fece molto caso, semplicemente lo mise nel suo letto dove le lenzuola erano state sistemate da Diego, con l'aiuto di Gian che lo teneva fermo gli tolsero la felpa per farlo dormire al fresco e ciò che comparí li lasciò senza parole. Il polso destro era avvolto da bende che erano macchiate qua e là di gocce rosse, il polso sinistro presentava dei tagli ormai quasi ricicatrizzati che però sulla pelle magra risaltavano a causa del colorito rossastro, il suo corpo non era mai stato grasso, anzi era già magro sei mesi prima ma adesso lo era molto di più, sembrava così fragile da rompersi sotto un soffio di vento, ecco perché sembrava così leggero. I ragazzi guardando Tancredi rimasero sbalorditi, quasi spaventati da quello che vedevano, quello che era il loro amico più forte, il loro fratello che sopportava qualunque cosa era a pezzi cosa poteva essergli successo? Sentendomi osservato così intensamente mi svegliai e aprì gli occhi molto lentamente, quasi avessi avuto paura di essere accecato da una luce che ora non c'era ancora, ma avrei preferivo essere accecato dalla luce del sole che dover sostenere lo sguardo dei miei amici.
Lele: "Tancredi...." vidi il suo sguardo scivolare giù dal mio viso fino ad osservare il polso che si trovava tra le sue grandi e calde mani, subito ritrassi il mio braccio, non volevo fargli più schifo di quello che già facevo.
Diego: " Tanch...che cosa ti è successo?" Mi chiede sedendosi dalla parte opposta di Lele ovvero al centro del letto
Gian: "tanch noi ci siamo" dopo aver sentito le sue parole cominciarono a scendere dai miei occhi scuri lacrime salate, i ragazzi mi lasciarono sfogare in silenzio senza dire nulla semplicemente rimasero al mio fianco finché la mia crisi non finì, poi si stesero con me sul materasso e ci addormentammo come un tempo, insieme, abbracciati, nello stesso letto.
Per una notte dormì per davvero, senza brutti sogni o ansie, semplicemente abbracciato da quelli che erano la mia famiglia, dormì tranquillo e al mattino dopo ero pieno di energie, o almeno più del solito.
Tanch:" Non voglio scendere per fare colazione, non ho fame dico davvero" ripeto per la milionesima volta ai ragazzi davanti a me che cercano di portarmi al ristorante al primo piano per farmi mangiare
Tanch:" ragazzi sinceramente non ho davvero fame", dopo l'ennesimo mio rifiuto Diego chiama la receptions chiedendo se gentilmente possono portarci la colazione in camera, risposta che viene approvata infatti dopo appena 5 minuti bussa alla porta un ragazza che spinge un carrello di colore oro con poggiati sopra diversi cibi.
×:" Ecco a voi, buona giornata" dopo i convenevoli esce dalla stanza senza dire altro. Lele è il primo a vedere cosa il cameriere ha portato, subito seguito da Gian e Diego, dopo alcuni minuti mi avvicino anche io e noto che ci sono sia dolci che salati
Lele:" Dai su, mangia questo" dice porgendomi una fetta di crostata alla nutella, senza protestare prendo la fetta e subito l'addetto sotto lo sguardo fiero e soddisfatto di Lele.
Gian:"Okay tanche ora ci devi raccontare cosa e successo da quando ci hai lasciato"
Tanch:" Ma noi..." non finì la frase che venni interrotto da Gian
Gian:" Niente ma tanch. Racconta"
Tanch:"..."

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Spazio disagio
Hi girlsssss
Come state?
Piaciuto il capitolo? Avete consigli su questa storia?
Scusate per l'ora in cui ho aggiornato ma non riesco a dormire
Bye bye

Se fosse colpa nostra? ~tankele~ [In Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora