capitolo 10

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Attenzione!
Se volete sapere perché è così questo capitolo leggete lo spazio disagio grazie! Buona lettura

Quando mi sentì leggermente meglio uscì dal bagno, cambia la felpa e rimisi tutti i vestiti nelle varie valigie. Dopo mi stesi sul letto e cominciai a pensare. Inizialmente i pensieri erano orientati sulle fan che ci sostenevano da sempre, ma in poco tempo il freddo mi prese con sé; nella mia mente una piccola vocina si insinuava tra i vari pensieri e sentimenti annullandoli tutti, lasciando così uno spazio vuoto dentro di me che subito fu riempito dalla paura di non essere abbastanza, dalla rabbia per essere una persona così inutile, dalla delusione di essere quello che ero. Nella mia mente comparvero alcune domande
" Perché a me?"
"Faccio davvero così schifo?"
" Ho davvero un carattere così di merda da allontanare tutti?"
"Davvero sono così insopportabile" tutte quelle domande e un unica risposta dettata da quella voce così odiosa eppure veritiera; la risposta era solo e soltanto sì, io facevo davvero così schifo. Con questi pensieri dai miei occhi cominciarono a scendere alcune lacrime che tirarono il mio pallido viso per poi cadere sulle coperte bianche del letto, come se fossi un robot ad un tratto mi alzo a sedere di scatto sul bordo del letto per poi andare verso il bagno e aprire il mobiletto dove c'era la limetta che tenevo di riserva e che avevo nascosto dietro alcuni shampi che regalava l'hotel, con gli occhi ancora appannati a causa delle lacrime l'appoggiai sul polso sinistro, ma prima di fare forza su quel freddo materiale che avrebbe lasciato un'altro  segno indelebile  alzai lo guardo fissando lo sguardo in quello di colui che riflesso nello specchio mi fissava a sua volta, i miei occhi rimasero intrecciati ai suoi, potevo leggere nei miei stessi occhi la paura e l'odio verso me stesso, vidi per la prima volta il Freddo, la porta della stanza si aprì ma non me ne accorsi, come non sentì qualcuno chiamarmi, quel qualcuno non era altro che Lele che era tornato prima in stanza, corse verso di me e mi tolse la lametta dalla mano e mi abbracciò da dietro incastonando il suo sguardo il mio che si rifletteva sullo specchio.
Lele:" Ora ci sono io...ora ci sono io...affronteremo questo mostro insieme va bene...ora ci sono io" sussurrò ciò al mio orecchio come se avesse paura che qualcun'altro potesse sentirle. Quando mi calmai mi prese in braccio in quanto le mie gambe non reggevano il mio peso e mi portò sul letto e semplicemente rimase lì con me, seduto dietro di me con le braccia intorno ai miei fianchi con la mia schiena appoggiata al suo petto che emanava un calore che sapeva di casa.

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Spazio disagio
Hi girlsssss
Scusate per il ritardo dell'aggiornamento e per la lunghezza del capitolo ma in queste poche parole c'è racchiuso ciò che penso, ho scritto questo capitolo di getto, ora non sto bene, mi sento un essere inutile; le domande che si pone Tancredi sono le stesse che mi pongo io e la realtà distrugge tutto. Vi prego amatevi

Se fosse colpa nostra? ~tankele~ [In Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora