capitolo 21

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Il suo sguardo era terrore puro, misto a sorpresa e curiosità; continuava a spostare lo sguardo dalle sue dita sporche del mio sangue alla mia figura, nel mentre passai sotto il getto di acqua fredda il polso sporco del mio stesso sangue, e semplicemente tirai giù La Manica della felpa rimasta sollevata e senza segnare di uno sguardo Lele usci da quello dorico bagno e raggiunsi i miei amici che ci aspettavano fuori dal Mc Donald.
Diego:" Tanche tutto okay?" Lasciai che la mia maschera si sgretolasse e lasciasse vedere le mie ferite più profonde, con lo sguardo spento e il vuoto nel petto, gli chiesi
Tanch:" Vi prego...torniamo in albergo" volevo piangere ma ormai anche per lasciare cadere quelle piccole goccine di dolore ero troppo stanco, ero stanco della vita
Gian:" Tanche tutto okay?" Alzai lo sguardo e appena videro i miei occhi verdi svuotati di tutto il colore che li riempiva e li faceva brillare subito chiamarono Marco dicendogli che saremmo tornati all'hotel con un taxi e subito andammo fuori da quel posto che anche se così grande mi stava schiacciando. Durante il tragitto sentivo il sangue caldo uscire dalla mia ferita ormai riaperta del tutto, sentivo la sostanza rossa scivolati sul polso con una lentezza che distruggeva qualunque cosa, poi attraversava il palmo della mano fino ad arrivare alle mie magre e affusolate dita, le percorreva in diverse direzioni fino ad arrivare alle punte delle dita dove si staccano e precipitano verso il tappetino che si trovava ai piedi di quel taxi, Gian e Diego mi tennero il polso schiacciato tra le loro mani per cercare di arginare il flusso, arrivammo davanti all'hotel dove per poter stare in piedi dovevo sorregermi a Gian a causa della debolezza, non ricordo con esattezza come arrivammo alle stanze, ma ricordo solo il cigolio dei  Cardini della porta che si aprono, la sensazione delle coperte a contatto con il mio corpo stanco, qualcuno che mi sfilava la felpa e le scarpe, il fastidio di un panno umido aa contatto con la mia pelle martoriata, il calore che avvolgeva la mia mano tra quelle di Gian e la voce di Diego che mi chiedeva cosa mi era successo; nonostante fossi così debole con fatica e con poche parole spiegai la situazione a i due ragazzi, l'ultima cosa che vidi furono i Suoi occhi, poi il mio amato buio.
Quando riaprì gli occhi non sapevo che ore fossero, sentì solo delle urla e il braccio bruciare. Quel bruciore mi rappresentava.


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Spazio disagio
Hi girlsssssss
Come state? Scusate per l'orario dell'aggiornamento ma non trovavo l'ispirazione ahahahahahah
Belli gli aggiornamenti di 1:00 di notte.
Spero che stiate bene
Bye bye

Se fosse colpa nostra? ~tankele~ [In Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora