Capitolo VI (seconda parte)

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Lessi il nome sul foglio che il medico mi passò. Ero stupita.
"Avete controllato più di una volta?" dissi, scioccata.
“Si, ben tre volte”
No aspettate, fermate tutto. É un sogno? Sto solo sognando? Eppure é tutto vero.
Mio padre é Alvin Olinski.
Decisi quindi di correre al Molly’s; avrei fatto una scenata.

Quando arrivai
Vidi tutti quelli del Distretto e, tra loro, anche Voight.
"Sergente, possiamo parlare in privato?"
“Certo, arrivo subito”
Quando mi raggiunse, iniziai la mia scenata.
"Chi é Alvin Olinski?"
“Martha, Alvin era il mio migliore amico. Dico era perché... Perché é morto... Comunque siete molto simili... Mi dispiace Martha, vieni qui” e allargò le braccia, per abbracciarmi.
Ma io andai via.
«Hey, Martha fermati» e qualcuno mi prese il braccio. Era Kevin.
"Cosa vuoi?" dissi, asciugandomi le lacrime.
«Che succede?»
"Chiedilo a Hank Voight..." dissi, piangendo.
«Andiamo a prendere un po' d'aria» mi propose Kevin, e io accettai.

Fuori
«Hey, tutto ok?»
"No, non é nulla ok! Ho appena scoperto che mio padre è Alvin Olinski... Ma non sapevo che fosse... Fosse morto..." dissi, continuando a piangere.
Kevin mi abbracciò, io avevo una strana reazione. Era come se sentissi le farfalle nello stomaco. Ma ricambiai il suo abbraccio.
Poi sorrisi "Grazie Atwater"
«Fuori dal lavoro puoi chiamarmi Kevin, non c'è problema» disse, sorridendo.
"Ok Kevin" dissi; eravamo ancora molto vicini, volevo spostarmi, ma anche restare lì per sempre.
A rovinare quel bellissimo momento fu Hank, che disse
“Martha, se ti va, vieni a casa mia a vivere?”
Io accettai, anche se avrei sperato che mio padre fosse stato vivo e mi avrebbe ospitato lui.
La mia nuova vita era solo all'inizio.

Il giorno dopo
Mi svegliai a casa del migliore amico di mio padre. Era diverso, da sempre avevo sognato di trovare il padre, e, anche se era morto,  lo avevo trovato.
Mi svegliai con un messaggio da un numero sconosciuto.
- Ti va di venire a fare colazione con me?
Kevin -
Risposi di si, poi mi preparai: indossai un paio di jeans bianchi e la felpa che mi avevano dato in Accademia.
“Dove vai?” mi chiese Hank.
"Vado con una mia amica dell'Accademia a fare colazione" Bugia.
“Va bene, ma non fare tardi al lavoro”
"Capito"
Uscii di casa e Kevin mi stava già aspettando in macchina.
"Ciao Kevin"
«Ciao anche a te Martha» e mi diede un bacio sulla guancia. Arrossii
"Dove mi porti?"
«In un posto molto carino»
Poco dopo arrivammo in un bar davvero carino, proprio vicino al MED.
E pensare che io di qui ci passavo sempre. Come avevo fatto a non notarlo?
"É davvero bello" dissi, quando entrammo, guardandomi intorno.
«Sì, é proprio bello» disse Kevin; però non si guardava intorno, anzi, era fisso su un punto poco preciso.
Dopo aver finito la colazione, andammo al lavoro.
«Tutto ok? Sei fin troppo silenziosa» mi disse
"Sto bene"
Bugia. Stavo male, avevo mentito ad Hank, a Mattew, a Kevin...

Al lavoro
“Come mai sei arrivata con Atwater?” mi chiese Hank
"Non partiva la macchina e, quando sono arrivata a casa per venire al lavoro, non c'eri... Ho chiesto a lui se poteva venire..." dissi, un po' imbarazzata.
«Sergente, Agente Casey» disse Kevin
"Atwater" dissi, ricambiando il saluto.
“Agente Casey, preparati che dovrai uscire di qui con Ruzek. É il tuo ""compagno""” disse il Sergente.
"Ai suoi ordini" dissi.
Speriamo che essere in compagnia di Ruzek sia divertente...

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