Capitolo XVI

132 5 1
                                    

Erano passati giorni da quando, sia io che Kevin, ci demmo le bellissime notizie. Stavo abbastanza bene, anche se avevo nausee mattutine e, per proteggermi, Kevin disse alla Platt di lasciarmi come segretaria. Diciamo che era un lavoro abbastanza bello, ma mi mancava vedere l'azione sulle strade di Chicago. Adoravo il mio compagno di pattuglia Ruzek, avevamo stretto amicizia e ogni tanto, quando Kevin faceva il turno di notte mi aiutava. Quando avevo del tempo libero andavo alla caserma 51 per cucinare per i vigili del fuoco che mi avevano fatto sentire subito a casa.
"Matt!" urlai, mentre entrai nella caserma, saltandogli poi quasi in braccio.
“Bentornata Martha” disse lui, contento.
Tutti gli altri mi accolsero con un calore immenso, come se fossimo una vera famiglia.
Hermann mi invitò quella sera al Molly's e io decisi di accettare, "perché no" mi dissi.
Scrissi a Kevin che stasera sarei andata al Molly's con mio fratello e chiesi se voleva venire, ma disse che quella sera aveva un turno extra perché doveva risolvere un caso.
"Matt, stasera mi vieni a prendere tu, con Gabby? Kevin ha da finire al lavoro" dissi a mio fratello.
Lui annuì e allora io mi misi ai fornelli.
Cucinai per tutti dell'ottima pasta e mangiarono di gusto, soprattutto mio fratello e Severide (a quanto pare non avevano mai mangiato così bene).
Appena finirono di mangiare, suonò la loro campana, quindi decisi di farmi un giro per la caserma, scontrandomi con qualcuno: Wallas Boden.
"Mi scusi, davvero...Ero persa nei miei pensieri..." dissi, dispiaciuta
“Non preoccuparti...Comunque congratulazioni”
"Grazie mille"
Alla sera
Mi preparai con un semplice paio di jeans e una maglia abbastanza elegante. Uscii di casa, ma, mentre salivo in macchina, sentii una fitta fortissima al ventre e chiamai Matt.
"Matt, mi fa malissimo il ventre... Passami Gabby, per favore"
Poco dopo sentii una voce.
“Martha, se sei uscita di casa rientra subito, arrivo subitissimo, ok? Ti aiuto io, tranquilla”
Dopo averle detto che la avrei ascoltata, andai in casa e la aspettai e poco dopo arrivò.
Gabby entrò e, senza dire nulla, mi mise sulla barella e mi portò con l'ambulanza al MED.
"Hai avvisato Kevin?"
“Certo, non appena hai chiamato tuo fratello e ho risposto, l'ho avvisato. Ha detto che arriverà e di non preoccuparti troppo” mi disse lei.
Sorrisi, ma dopo ciò non ricordai più nulla.
Mi svegliai in ospedale, con Kevin che quasi piangeva.
«Mi spiace» disse lui, ma non capii perché si stava scusando.
-Mi dispiace signorina Olinski... Lei ha inconsciamente abortito... Mi dispiace moltissimo- disse l'infermiera.
Piansi molto. Che senso aveva rimanere lì, così, come se l'unica felicità ti era appena stata tolta?
Come potevo sopportare tutto ciò?
Chiusi gli occhi e sentii tutti i miei cari entrare e dirmi che gli dispiaceva moltissimo. Ma io non li ascoltai davvero. Ero in un mondo a parte, quello dove il mio bambino era ancora con me e, forse, sarei stata una madre perfetta, con Kevin accanto a me, un padre fantastico. Ma a quanto pare non era quella la realtà.
Kevin mi strinse la mano e, quando vide che non volevo farmi vedere così, mandò fuori tutti e mi chiese «Vuoi che me ne vada anche io?»
e io annuii.
Chiamai un'infermiera e le dissi che volevo delle aspirine perché mi sentivo poco bene.
Lei mi disse che non potevo averle, poi se ne andò.
Io provai ad alzarmi e, quando ci riuscii, andai verso il bagno, presi una scatolina vuota, la ruppi, ma, mentre stavo per fare quello che volevo fare, arrivarono di corsa Kevin, Matt e l'infermiera, che si chiamava Janette.
Si avvicinò a me e disse: ~Tu sei forte, è solo un piccolo periodo, ma chiediti questa cosa: come avrebbe reagito lui, o lui, o tuo padre, a vederti qui, senza vita? Fallo per loro....~
Io pensai alle sue parole, guardai solo il pavimento, senza mai guardare in faccia ne Kevin e nemmeno Matt.
Ero diventata tragica, per cosa? Per un bambino che era morto, dentro di me? Mi sentivo male, ma dovevo voltare pagina. Come? Dimenticandomi di lui? Non sarei riuscita. Ma non dovevo nemmeno raggiungere mio padre Alvin.
Con l'aiuto dell'infermiera mi feci accompagnare sul lettino, pronta a una super sgridata da parte di Matt e di Kevin, ma non fu così. Infatti, Matt mi guardò e mi abbracciò.
Poi disse: “Martha, capisco come ti senti, ci siamo passati anche io e Gabby. Ma lei é andata avanti, in qualche modo. Se hai bisogno di parlare con qualcuno che ti possa capire, la chiamo. Era a casa oggi. Si è presa il turno.”
Io volevo proprio parlare con lei, almeno mi avrebbe aiutato.
"Posso chiamarla io?"
“Certo” e mi passò il telefono.
Poco dopo Kevin e Matt dovevano proprio andare al lavoro, quindi uscirono da lì e arrivò Gabby.
"Ciao Gabby, come stai?"
- Può andare dai e tu, piuttosto... Come mai hai provato a...-
"Perché mi sentivo vuota, come se tutto mi fosse stato portato via dal piccolo..."
- Ti capisco Martha, io ho perso un bambino, dopo che ero pronta a tutto, mi sono sentita come te, ma poi mi sono detta "Perché? Perché vuoi farlo? Per un piccolo bimbo che, se fosse nato, ti avrebbe portato via da qui?" Sarebbe cresciuto solo con un padre e si sarebbe chiesto dove fosse sua mamma...- la fermai, perché immaginavo quanto male potesse farle.
"Ho capito Gabby. Mi dispiace..."
-Come lo avresti chiamato?-
"Alvin, come...."
- Si, ho capito Martha. Comunque, sai quante volte potrai riprovarci? Non è detto che se va male una, due, tre volte non funzionerà mai...- disse, alludendo a qualcosa, ma non capii subito, poi, vedendo la sua faccia capii: era incinta.
"Gabby, ma..."
- Si, dopo tre tentativi ci sono riuscita!- disse
Ero così felice per lei. Finalmente sarei stata zia!
"Sono davvero felice" le dissi, emozionata.
Ma ora ero io quella che avrebbe aspettato, chissà, magari poco, magari troppo, magari Kevin non sarebbe stato più al mio fianco... Solo il tempo lo dirà...

Qualche settimana dopo
Ero appena uscita dall'ospedale, tutta la Caserma 51 e il distretto mi organizzò una festa a sorpresa. Ero così felice di avere persone come loro accanto a me.
Poi Kevin, anche se lo aveva già fatto in maniera intima, mi chiese di sposarlo, davanti a tutti. Io dissi nuovamente che lo volevo, così festeggiammo.
I giorni al distretto erano tutti uguali, soprattutto se avevi un capo iperprotettivo come Hank Voight, quindi mi toccava lavorare come segretaria, mentre la Platt prendeva il mio posto.
Sembrava tutto molto monotono, fin troppo, infatti, poco dopo, qualcuno si avvicinò a me. Ma non mi sarei mai aspettata di vedere questa persona. Tra tutti, proprio quella persona che mi aveva fatto soffrire, si presentava davanti a me.
Cosa voleva da me, soprattutto ora che, tra poco tempo, mi sarei sposata con Kevin? E soprattutto, perché mi cercava solo ora?

Nota autrice
Hey, so che mi odierete per come è finito il capitolo, ma il prossimo sarà molto felice, promesso.

~Chiara🦅

Only a day Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora