Capitolo XIII

182 5 0
                                    

La mattina seguente
Era presto, ma decisi di alzarmi dal letto. Scrissi un messaggio a Kevin.
- Ciao, so che forse starai dormendo, ma appena puoi chiamami. Non é urgente.
Martha-
Dopo qualche minuto mi rispose che si sarebbe preparato e sarebbe arrivato a casa mia.
Iniziai quindi a prepararmi per, se così si poteva definire, un appuntamento.
Decisi di mettere la felpa che mi avevano regalato in Accademia e un paio di leggins.
Lasciai i capelli sciolti e mi sedetti sul divano, aspettando l'arrivo di Kevin.
Poco dopo arrivò, lo feci accomodare sul divano e, dopo un lunghissimo silenzio, dissi:
"Ci ho pensato a quello che eravamo, a quello che hai fatto e a tutto il resto..."
«E?»
"Ti perdono" dissi, sorridendo.
Lui sorrise e poi mi baciò.
"Andiamo a fare colazione?"
«Oggi abbiamo anche un turno libero, quindi va benissimo»
Andammo e ci divertimmo moltissimo.
Rimase da me per tutto il giorno e anche la sera.
"Se vuoi dormire qui ho posto anche per te"
«Se non disturbo volentieri»
"Non mi disturbi mai eh" dissi, sorridendo.

Il mattino seguente
Mi svegliai come sempre presto, ma vidi che Kevin non era lì. Mi aveva lasciato un biglietto
- Scusa, dovevo proprio andare... Ho dovuto lasciare Chicago, ma se ti sveglierai presto forse riuscirai a venire con me. Mia mamma non sta bene, quindi la andavo a trovare. Pensavo che ti sarebbe piaciuto conoscerla. Il volo è alle 11. Ti amo, Kevin-
Mi preparai di corsa, misi un po' di vestiti a caso in valigia ed uscii di corsa di casa, poi fermai un taxi e mi feci portare in aeroporto.
Appena arrivai, cercai ovunque Kevin.
«Eccoti» mi disse una voce alle mie spalle.
"Kevin, ciao... Senti, dov'è che abita tua mamma?"
«A Miami»
"Allora ho fatto bene a mettere in valigia qualche costume da bagno" dissi ridendo, ma, vedendo che Kevin non rideva, aggiunsi "Dai, stavo scherzando".
Una volta fatto il controllo delle valigie, salimmo in aereo. Aveva due biglietti di prima classe, con servizio gratuito di cibi e bevande, coperte se avevamo freddo, cuscini se volevamo dormire... Insomma, tutto il necessario.
"Quanto ci fermiamo da tua mamma?"
«Almeno finché non migliora un po'»
"Beh, magari possiamo farla venire a Chicago"
«Vedremo»
Dopo quasi 3 ore arrivammo a Miami.
"È una bellissima città"
«Avremo tempo di visitarla, ora andiamo da mia madre» disse, visibilmente preoccupato.
"Hey, è normalissimo essere preoccupati, ma tranquillo, vi aiuterò io"
«Sei un tesoro Martha... Non ho mai incontrato nessuno come te» disse e, alle sue parole, non riuscii a nascondere la mia gioia.
Arrivammo a casa di sua madre: era un piccolo appartamento, tipico da una persona che era abituata a vivere da sola.
Entrò prima Kevin che disse qualcosa, ma non capii bene... Poco dopo Kevin mi disse di raggiungerlo, capii che voleva presentarmi a sua madre. Ero così in ansia.
"Buongiorno signora, sono Martha, molto piacere" dissi, educatamente.
“Ciao cara, mi chiamo Helena. Il piacere è tutto mio. Kevin mi parlava molto di te quando lo chiamavo. Sembrerebbe molto innamorato, cara” disse sua mamma e io mi imbarazzai.
«Beh mamma, io e lei stiamo insieme... Comunque, come stai? Stai meglio? Quando ieri mi hai chiamato sembravi molto molto stanca...» disse lui e sua madre rispose che stava meglio, ma i dottori dicevano che dovevano provare un'altra cura.
Io rimasi lì a guardarli e pensavo a quanto sarebbe stato bello stare accanto a mio padre per il tempo necessario.
“Cara, perché stai piangendo?” disse Helena. La sua voce mi riportò alla realtà.
Non risposi subito, non avrei voluto scaricarle addosso un enorme peso.
"Sto bene, stia tranquilla"
Kevin mi guardò, mi chiese se potevo dire una cosa a sua madre su di me e io acconsentii.
«Mamma, devi sapere che lei è figlia di Alvin Olinski... Il detective che è morto l'anno scorso...»
“Oh cara, mi dispiace molto” disse sua madre, ma io piansi comunque.
"Posso preparare qualcosa per pranzo?" dissi, tornando più o meno alla realtà.
“Non disturbarti, non c'è bisogno... Facciamo cucinare Kevin”
"No, faccio io. Voi godetevi la vostra compagnia"
Andai in cucina e preparai un po' di curry, sapendo benissimo che Kevin lo adorava.
Dopo un po' portai il pranzo in tavola e, quando Kevin vide il curry, per poco non saltò dalla sedia per la gioia. Certe volte sembrava un bimbo di due anni.
"Lei ha già mangiato?" dissi a Helena.
“No, ma avrei proprio voglia di curry. Non lo preparavo da tempo” disse.
Diedi il curry a tutti e poi mi sedetti per mangiare.
«Martha, è buonissimo. Sei quasi più brava di mia madre» disse Kevin, mentre sua madre lo guardava male.
“Più brava di me?” disse
"Signora, ha detto quasi... Lei sicuramente sarà insuperabile." dissi.
Ridemmo per tutto il tempo, mentre io ricordavo quando ero nella casa della famiglia Casey.
E ora, che avevo scoperto chi era mio padre, mi sono allontanata da loro, ma mi mancavano da morire. Ora ero sola, la mia unica famiglia ero io. Non avevo nemmeno una sorella, un fratello, o almeno, non sapevo se ne avevo o no. Cosa potevo fare? Perdere Matt o cercare magari per anni una sorella  o fratello che magari non ho?

Only a day Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora