Erano passati ormai tre anni da quello squallido sabato sera dove la vita di Taehyung cambiò radicalmente. Quando venne a sapere che Jungkook si era trasferito era caduto in depressione; non mangiava, non usciva e non parlava con nessuno. Era distrutto e nessuno sapeva come aiutarlo. Si era rifiutato di andare persino dallo psicologo perché convinto che neanche un esperto potesse aiutarlo a sentirsi meglio e a dimenticare il corvino e adesso, a distanza di anni, aveva programmato la sua intera vita nei minimi dettagli per evitare di poter perdere il controllo di sé stesso, frequentava il secondo anno di università alla facoltà di psicologia e desiderava a tutti i costi laurearsi e realizzarsi.
Aveva scelto quella facoltà per poter aiutare le persone che avevano bisogno di aiuto e sostegno, come era successo a lui durante gli anni del liceo ma che, purtroppo, non ricevette.
Voleva essere una brava persona e prendersi cura degli altri, nonostante ormai dentro di lui non vi era nemmeno più l'ombra di almeno un frammento di cuore.Voleva che le persone stessero bene perché lui non riusciva a farlo e detestava vedere la gente soffrire.
Gli unici che in quegli anni gli erano rimasti accanto erano i suoi amici, che ogni giorno cercavano tutti i modi di far ritornare il solito Taehyung splendente e luminoso.
Soprattutto Jimin; odiava vedere il proprio migliore amico in quello stato e cercava sempre di motivarlo nell'uscire più spesso e frequentare gente nuova. Voleva solo il meglio per lui.Taehyung in quel momento si trovava dentro una delle tante aule che costituivano l'edificio universitario. Il professore stava terminando la sua lezione di Psicologia Sociale e il ragazzo non vedeva l'ora; non che non gli piacesse la scuola, ormai impegnava tutto il suo tempo libero nello studio, ma quel giorno si sentiva particolarmente stanco perché la sera precedente Jimin l'aveva costretto ad andare ad una delle tante feste a cui assisteva l'amico e l'aveva fatto bere un po' troppo.
Si passò una mano sul viso stanco e sospirò cominciando a raccogliere i suoi libri dentro lo zaino nero. Il professore finì di parlare e Taehyung si alzò dal suo posto per uscire da quella aula così confusionaria quel giorno per il ragazzo.
Uscì dall'università e prese a scendere la grande gradinata, ma qualcuno lo bloccò a metà del suo percorso.
«Ehi, Taehyung!» una voce che non sentiva da un bel po' attirò la sua attenzione, facendolo bloccare sul posto. Si girò in direzione di quel suono e sospirò appena si rese conto di chi si trattasse.
«Ciao Baekhyun.» accennò un sorriso.
«È un po' che non ci si vede, Tu e Jungkook-» Taehyung lo bloccò prima che potesse terminare quella frase.
«Io e Jungkook non stiamo più insieme.» ammise malinconico, impedendo a sé stesso di ricadere nel proprio oblio personale che l'aveva accompagnato per anni.
«Bene - sorrise - ti va allora di uscire qualche volta?» propose avvicinando di qualche passo a Taehyung.
Il ragazzo in questione si sorprese «Io- non lo so, devo studiare per un esame e non ho molto tempo.»
Baekhyun ridacchiò e tirò fuori dallo zaino che portava in spalla una penna, prese una mano di Taehyung tra le sue e prese a scrivere qualcosa sul suo braccio.
«Cosa stai facendo?»
«Questo è il mio numero, chiamami quando sarai libero.» gli fece un occhiolino e si allontanò da lui una volta per tutte.
Taehyung si guardò il braccio e sospirò, convinto che mai e poi mai l'avrebbe chiamato. Non era programmato avere un ragazzo nel suo futuro, almeno non più.
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«Jimin, sono a casa!» urlò Taehyung buttando il mazzo di chiavi sul mobile all'ingresso.
I due amici avevano deciso di convivere subito dopo il diploma, era sempre stato un loro sogno sin da bambino insieme a.. Jungkook, ma adesso lui non era lì con loro e andava più che bene.
«TaeTae, come va?»
«Ho un mal di testa atroce e tutto per colpa tua! Non dovevi obbligarmi a bere ieri sera.» sbuffò massaggiandosi una tempia.
Il maggiore sorrise e si buttò a peso morto sul divano, mentre Taehyung si metteva seduto su una poltrona.
Jimin assottigliò lo sguardo non appena vide uno scarabocchio sul braccio dell'amico «Cos'hai sul braccio?»
«Eh? No, nulla. Ho incontrato Baekhyun all'università e mi ha lasciato il suo numero.»
«E cosa aspetti a chiamarlo? È la tua occasione per ricominciare, Tae!» saltò sul posto euforico il biondo.
«Ma io non voglio ricominciare un bel niente. Sto bene anche da solo, tra un anno mi laureò e potrò finalmente realizzarmi.»
Jimin sbuffò «Quando la smetterai di tenere il naso tra i libri e ricominciare a vivere sul serio?Tae, la vita continua anche dopo Jung-»
«Jimin, - il tono di Taehyung si fece più duro - io non ho niente a che fare con lui, è finita ormai da tre anni e n-non ci penso più.» abbassò lo sguardo non volendo incrociare quello del suo amico.
«Ma certo, lo so Tae. Quello che voglio dire è che sei ancora in tempo per essere di nuovo felice, magari Baekhyun è la tua occasione.»
«Non ho bisogno di un ragazzo per essere felice.» si alzò immediatamente e si diresse verso la sua camera, ma Jimin lo bloccò.
«Promettimi che almeno ci penserai.»
Taehyung sospirò e guardò nuovamente il suo braccio dove si trovava ancora il numero del suo ex compagno di scuola.
«D'accordo, ci penserò.» e si chiuse in camera.
Jimin aveva ragione, la vita continuava anche senza Jungkook ma Taehyung aveva ancora bisogno di tempo. Magari un giorno sarebbe riuscito a ricominciare di nuovo, ma quello non era il momento giusto.
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Change My Mind
Fanfiction[Sequel di 'More Than Friends'] ꧁꧂ Tre anni. Sono passati tre anni e ormai Taehyung si è fatto una nuova vita. Va al secondo anno di università ed ha pianificato tutto il suo futuro, non contando però un piccolo particolare che potrebbe stravolgere...