nove

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Era notte fonda e Taehyung si trovava disteso sul suo letto a fissare il soffitto da ormai delle ore. Il sonno non si decideva proprio ad appropriarsi di lui, così si rigirava tra le coperte con la mente annebbiata dai pensieri di quell'orribile giornata. Aveva definitivamente spezzato il cuore di Jungkook mentendogli sul fatto che non lo amasse più, quando il minore in quei tre anni non aveva fatto altro che cercare di migliore per lui. Avrebbe dovuto sentirsi più leggero e con un peso in meno, non sarebbe più ricaduto nella trappola di Jungkook, ma allora perché il suo cuore faceva ancora più male?

Perché ne sei ancora innamorato, idiota! La sua coscienza parlò al posto suo, schiaffeggiandogli la verità dritta in faccia.

Era vero, lo amava ancora con tutto sé stesso ma non voleva soffrire. Voleva dimenticarlo e andare avanti, anche se la sua anima desiderava solo amare ed essere amata incondizionatamente da quel ragazzo che adesso aveva il cuore in frantumi.

Taehyung si sentì un idiota, aveva ferito la persona da lui amata solo per orgoglio e per una difesa personale, proprio come aveva fatto Jungkook tre anni prima. Il corvino non era in cerca di vendetta, eppure l'aveva ripagato con la sua stessa moneta e adesso si sentiva una merda. Ma non avrebbe ceduto, non gli avrebbe scritto né tanto meno gli avrebbe proposto di ricominciare, se era andata in quel modo significava che il destino stava dando un'altra occasione a Taehyung di ricominciare e lui, nonostante il suo cuore gli urlasse di non farlo, l'avrebbe colta.

Perciò afferrò il telefono e senza pensarci due volte, nonostante fossero le quattro del mattino, mandò un messaggio a colui che
avrebbe potuto renderlo felice.

A Baekhyun:
Domani ti va di andare a prendere
un caffè insieme?

Rilesse il messaggio una sola volta prima di inviarlo al diretto interessato. Non aspettò una risposta, era consapevole che il castano in quel momento stesse dormendo perciò poggiò il telefono sul comodino e si alzò per dirigersi in cucina.

Scese lentamente le scale evitando di far più rumore possibile per non svegliare il suo coinquilino e attraversò il salotto prima di arrivare in cucina. Si riempì un bicchiere d'acqua e si appoggiò al piano cottura immerso tra i suoi malinconici pensieri. Il suo sguardo cadde sul frigo, dove, con una calamita, era appesa una foto dell'intera comitiva da bambini. Sorrise a quel ricordo e accarezzò il pezzo di carta osservando le figure dei suoi migliori amici che adesso erano degli uomini.

La foto ritraeva la festa di compleanno di Jungkook, il giorno in cui si erano conosciuti. La foto l'aveva scattata la mamma del festeggiato nel mentre che stavano giocando a palla in giardino. Li aveva richiamati e tutti si erano messi in posa pronti allo scatto. Seokjin era sulle spalle di Namjoon mentre Yoongi, Hoseok e Jimin si erano seduti a terra a gambe incrociate un di fianco all'altro e poi c'era lui, circondato da piccolo braccio di Jungkook che lo stringeva forte a sé come se temesse che potesse lasciarlo.

Sei stato tu il primo a farlo Kookie, non dare. tutta la colpa a me adesso.

Inconsapevolmente si ritrovò a piangere davanti a quel ricordo. Insieme a quello ne vennero a galla altri ancora e si rese conto che non era per niente facile poter dimenticare qualcuno che ricopriva un ruolo così importante nella sua vita.

Un singhiozzo rumoroso fuoriuscì dalle sue labbra e si accasciò a terra non potendo più reggere il suo stesso peso. Velocemente Jimin corse giù dalle scale sentendo il pianto del proprio migliore amico e si buttò a terra vicino a lui.

«TaeTae, cos'hai?» lo strinse al suo petto cercando di farlo calmare.

«Ho mentito Jiminie, ho mentito a tutti.» pianse ancora stringendosi al biondo.

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