sedici

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Erano passati giorni dopo la lite tra Taehyung e Yoongi. I due ragazzi avevano smesso di parlarsi, avevo smesso di uscire con il resto del gruppo quando c'era l'altro e non volevano sentire ragioni. Erano entrambi testardi e cocciuti e, se non fosse stata una loro scelta, nessuno dei loro amici sarebbe stato in grado di farli riappacificare.

Taehyung sapeva di aver esagerato con Yoongi, ma in quel momento non ci aveva più visto dalla rabbia e aveva urlato quelle cose al suo amico senza pensarci. Il corvino era consapevole che il maggiore era uno dei primi che c'era sempre stato per lui e si sentiva in colpa per averlo trattato in quella maniera.

Oltretutto la situazione era anche peggiorata con Jungkook, il quale non si era più fatto vivo dal giorno della della discussione dei due ragazzi più grandi. Anche con lui aveva definitivamente chiuso il rapporto a causa di quella stronzata su Baekhyun. Era amaramente pentito di aver detto una cosa del genere, ma vedere Jungkook così vicino con un altro ragazzo gli aveva mandato in tilt il sistema nervoso.

«Tae.»

Persino con Jimin erano diminuiti i dialoghi nonostante abitassero nella stessa casa, poiché il biondo stava dalla parte di Yoongi e Jungkook.

«Dimmi Jiminie.» rispose non distogliendo lo sguardo dal libro di psicologia che teneva tra le mani.

Le guance paffute del ragazzo in questione sbucarono dalla porta della camera del corvino attirando l'attenzione del proprietario della stanza «Preparati, tra mezz'ora dobbiamo essere tutti al ristorante da Jungkook. Questa sera il suo capo ha deciso di farlo cantare per intrattenere il la clientela e lui ha bisogno del sostegno di tutto il gruppo.»

Il corvino spalancò lo sguardo e prese a scuotere la testa «Assolutamente no! Ne dubito che vorrà anche il mio sostegno dopo quello che ci siamo detti.» rispose convinto.

Jimin sbuffò «Dopo quello che tu gli hai detto, TaeTae. Comunque si, ha bisogno anche di te perché nonostante tutto ti ama e ti vuole al suo fianco in questa serata importante.»

il minore ridacchiò amaramente e portò nuovamente lo sguardo sul suo libro «Questo lo dici tu. Ha tutto il diritto di odiarmi e sono sicuro che lo fa già.»

«Oh, stanne certo che concordo con te su questo, ma per qualche strano motivo non lo fa e mi ha esplicitamente chiesto di far venire anche te stasera. Perciò vestiti, non ho intenzione di aspettarti.»

Jimin uscì dalla camera chiudendosi la porta alle spalle non lasciando il tempo di replicare al corvino. Era confuso e non riusciva a trovare un senso a quelle parole. Davvero continua a volermi al suo fianco? Dopo tutto quello che gli ho detto?

Sbuffò sonoramente e si passò le mani in modo impacciato sul ciuffo scompigliandolo e poi si massaggiò le tempie cercando di evitare un possibile mal di testa. Si alzò dalla sedia su cui sostava e aprì l'armadio, tirando fuori una semplice maglietta bianca con dei pantaloni stretti neri. Li indossò velocemente e sopra si mise una camicia, la quale però non abbottonò, a righe bianche e nere ed infine prese un paio di sneakers bianche. Si sistemò i capelli e si spruzzò qualche goccia di profumo e in pochi minuti fu pronto.

Era leggermente nervoso, avrebbe rivisto non solo Jungkook ma anche a Yoongi dopo giorni di silenzio e rabbia e non sapeva bene cosa fare. Avrebbe dovuto salutare il suo hyung? Augurare buona fortuna a Jungkookie? Parlargli come se niente fosse?
No, non avrebbe senso! Sono un idiota, cazzo.

«Taehyung! Sei pronto? Hoseok e Yoongi ci stanno aspettando qui fuori!» urlò Jimin dl piano di sotto risvegliandolo dai suoi pensieri.

Yoongi?!

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