venti - end

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Taehyung aprì lentamente gli occhi sentendo un improvviso dolore alla schiena. Si rese conto di essere disteso su una superficie legnosa, su cui aveva trascorso l'intera notte. Alzò lievemente la testa e si guardò intorno, accorgendosi che sparsi per la piccola stanza si trovavano i suoi vestiti insieme a quelli di Jungkook. Quest'ultimo stava dormendo beatamente di fianco a lui, con un braccio avvolto intorno al busto del corvino. Le punte bionde gli ricadevano in modo disordinato sugli occhi e sul viso aveva un'espressione serena e felice. Aveva le guance leggermente arrossate e le labbra gonfie a causa di tutti i baci che si erano scambiati durante quella notte invernale.

Erano ancora nudi, ma di questo Taehyung non se ne preoccupò minimamente; l'unica cosa che in quel momento contava per lui era il fatto di avere di nuovo Jungkook al suo fianco. Osservava con un dolce sorriso stampato il volto il suo amato, il suo cuore rischiò di collassare per tutte quelle emozioni che stava provando in quel momento. Era felice con l'unica persona con cui desiderava esserlo e non poté ringraziare il destino per aver fatto ritornare il minore tra le sue braccia. C'erano state liti, fraintendimenti, parole dette con il solo scopo di ferire ma l'amore che provavano l'uno per l'altro era più forte di tutti quegli ostacoli. Erano riusciti a superarli e adesso nulla avrebbe più potuto dividerli.

Il corvino si girò su un fianco ritrovandosi faccia a faccia con un Jungkook ancora dormiente. Gli accarezzò e sollevò i capelli dal viso e posò delicatamente una mano sulla guancia morbida. Gli lasciò un innocente bacio sulle labbra e si accoccolò al petto del minore, il quale mugugnò parole sconnesse e si spostò con la pancia rivolta al soffitto.

«Tae.» sussurrò il castano dalle punte bionde, stropicciandosi gli occhi con una mano e con l'altra accarezzò la schiena nuda del maggiore.
«Sei qui.» constatò Jungkook osservando la figura esile del suo ragazzo appoggiata a lui.

«Dove vuoi che vada?» scherzò Taehyung prendendo a fare cerchi circolari con il pollice sul petto del minore.

«Temevo te ne potessi andare pentendoti di quello che abbiamo fatto.» sussurrò un po' in imbarazzo Jungkook.

Taehyung a quel punto si sollevò sugli avambracci e puntò il suo sguardo serio in quello del minore, il quale deglutì timoroso di una possibile risposta negativa «Non hai nulla da temere. Io ti amo e lo farò sempre, non potrei mai pentirmi di qualcosa che desidero con tutto me stesso.» sentenziò accarezzandogli una guancia.

Jungkook lasciò andare un sospiro di sollievo e sorrise, stampando un dolce e casto bacio sulle labbra carnose del maggiore «Ti amo anche io.» sussurrò unendo le loro fronti.

Taehyung sorrise come un bambino a cui avevano appena regalato un giocatolo nuovo. «Sei pronto a ricominciare insieme?»

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4 anni dopo

Taehyung correva da un angolo all'altro della casa per assicurarsi di aver sistemato tutto quanto prima di dover uscire per andare all'aeroporto. Jimin dietro di lui lo seguiva come un cagnolino nel vano tentativo di calmarlo.

«TaeTae, ti verrà un collasso se non ti calmi ora!» provò per l'ennesima volta a farlo mettere seduto, non ottenendo però risultati positivi.

«Tutto quanto deve essere perfetto per il ritorno di Kookie, non posso fargli trovare la casa in disordine!» urlò in preda al panico mentre aveva ripreso a spolverare per la terza volta in quella giornata le foto esposte su un mobile che ritraevano la coppia felice in vacanza.

I due ragazzi ormai convivevano da tre anni. Avevano deciso di fare questo grande passo non appena si laurearono. Taehyung adesso era diventato uno bravo psicologo che riusciva sempre, in un modo o in un altro, ad aiutare tutti i suoi pazienti in difficoltà e questo lo rendeva parecchio orgoglioso di sé. Jungkook invece era diventato un architetto di nota fama e a causa di questo era costretto a viaggiare parecchio per lavoro. In questo momento si trovava, per ironia della sorte, proprio in Nuova Zelanda. A breve avrebbe preso l'aereo per ritornare tra le braccia del suo amato dopo 3 lunghi mesi di distanza e di puro stress.

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