dodici

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Una volta rincasato, Taehyung si rifiugiò immediatamente in camera sua stanco ormai delle continue lamentele da parte di Jimin sul fatto che non l'avesse avvertito che quella notte l'avrebbe trascorsa insieme a Jungkook.

Il problema era che neanche lui lo sapeva!

Non riusciva ancora credere al fatto che aveva ceduto ed era rimasto con il minore per l'intera notte, oltretutto l'uno tra le braccia dell'altro!

Si odiava per le sensazioni e le emozioni che aveva provato, si era ripromesso che avrebbe fatto di tutto per lasciarselo alle spalle e ricominciare e lui cosa faceva? Cedeva immediatamente troppo innamorato per poter rifiutare un invito da parte del castano dalle punte bionde.

Si passò una mano sul viso stanco e andò in bagno per potermelo sciacquare e risvegliarsi al meglio.

«Kim Taehyung, io e te non abbiamo ancora finito di parlare!» urlò il biondo spalancando con un calcio la porta del bagno facendo sobbalzare il minore dallo spavento.

«Yah, sei forse impazzito? Così mi farai morire.» lasciò andare un lungo sospiro e si portò una mano all'altezza del cuore per cercare di regolarizzare il proprio respiro. «In ogni caso non ho nulla da dirti.» affermò il corvino uscendo da quella camera per dirigersi in salotto.

«Oh si, invece hai molte cose da dirmi.» lo seguì a ruota il più grande.

«Jimin-ah, cosa vuoi?» si arrese Taehyung sedendosi sul divano guardando male il suo migliore amico.

Jimin in risposta si sedette di fianco a lui con sguardo indagatorio è divertito «Cosa è successo stanotte con Jungkook?» chiese entusiasta aspettandosi chissà che storia emozionante, ma tutto quello che ricevette fu un colpo dietro la nuca.

«Yah!» urlò imbarazzato il più piccolo «Cosa credi che sia successo? Ti ho già detto che mi aveva solo fatto preoccupare.»

«Aish, devi togliertelo questo vizio di picchiarmi. Idiota.» lo guardò male il biondo massaggiandosi la parte dolorante.

«E tu dovresti evitare di impicciarti nella mia relazione con Jungkook, ormai è una storia chiusa.» sbuffò portandosi le braccia al petto e guardando fissò il televisore nonostante questo fosse spento.

«Sul serio Tae, sai che non voglio costringerti a fare niente, ma voi due idioti dovreste risvegliarvi una volta per tutte! Siete così accecati dal passato che non analizzate le vostre emozioni presenti!» urlò esasperato Jimin.

Era vero, quei due erano spezzati e segnati dal passato che ogni volta che si trovavano nella stessa stanza finivano per tirarlo in ballo e litigare. Non riuscivano ad andare avanti e a concretizzare nulla, non si guardavano sul serio negli occhi con la paura di ricascare in qualche tranello e cercavano di non far fuoriuscire le loro emozioni troppo impauriti e fragili. Erano due anime apparentemente colme di rabbia e tristezza, ma che in realtà urlavano amore verso l'altro e cercavano soltanto di essere amati e voluti bene.

«Non s-so di cosa tu stia parlando, non provo nulla per lui. Ho dimenticato il passato ormai.»
balbettò sulla difensiva Taehyung, ricevendo soltanto un'occhiata di rimprovero da parte del biondo.

«Tae, non mentire, non a me. So cosa provi realmente, non devi nasconderlo solo perché hai paura. Devi tirare fuori gli artigli e combatterla, solo così potrai riavere il tuo amore indietro.» gli accarezzò il braccio cercando di farlo ragionare.

«E se io non lo volessi più indietro?»

«Tutti abbiamo bisogno di qualcuno che ci ami, Taehyung. Hai bisogno di Jungkook come lui ne ha di te. Non respingerlo per il passato, piuttosto pensa al presente.»

Taehyung scosse leggermente la testa con ormai le lacrime agli occhi «Non è così semplice Jiminie, mi ha fatto davvero male.»

Jimin si affrettò ad asciugare una lacrima lungo la sua guancia e si avvicinò maggiormente a lui «Lo so e anche lui. Devi solo dargli un'altra possibilità.»

Nel momento esatto in cui Taehyung stava per ribattere, qualcuno alla porta prese a bussare incessantemente rompendo quella bolla che si era venuta a creare intorno ai due ragazzi.

Jimin si alzò un po' controvoglia e si diresse verso l'ingresso della loro abitazione.
In quei pochi istanti in cui Taehyung fu solo pensò che il biondo aveva ragione. Poteva ancora dare un'altra possibilità a Jungkook ma il dolore che si portava dentro era davvero troppo forte che non riusciva a farlo ragionare liberamente. Aveva la mente offuscata da tutte quelle parole, quei comportamenti che il più piccolo aveva avuto nei suoi confronti al liceo e non smetteva di chiedersi se li avesse riavuti una volta che il corvino gli avesse dato un'altra possibilità.

Taehyung aveva lo sguardo perso nel vuoto quando Jimin aprì la porta che non si accorse di chi li avesse interrotti, semplicemente fu svegliato dalla voce del biondo che lo richiamava «Taehyung.»

Alzò lo sguardo verso di lui ed incontrò quello dolce e profondo di Jungkook, Aveva il collo imperlato di sudore, i capelli leggermente scossi e il petto gli si alzava velocemente segno che aveva corso.
Gli si mozzò il fiato a vederlo, cosa ci fa lui qui?

Mille dubbi attraversarono la sua mente mentre si alzava con molta calma dal sofà per dirigersi verso gli altri due ragazzi.
Mantenne contatto visivo col minore fino a quando non furono faccia a faccia.

«Cosa ci fai qua?» cercò di mantenere una voce stabile e ferma il corvino.

«Ho bisogno di parlarti.»

Il maggiore annuì lentamente mentre faceva segno a Jimin di rientrare in casa, così afferrò la maniglia esterna della porta e se la chiuse alle spalle.

Incrociò le braccia al petto e rivolse tutta la sua attenzione al castano dalle punte bionde.

«Tae, ricordo tutto di ieri sera.»

Una semplice frase riuscì a destabilizzare il corvino. Il suo battito cardiaco aumentò a dismisurare e cominciò a sudare freddo nonostante fosse quasi dicembre. Spalancò lo sguardò e lo distolse da quello serio del ragazzo di fronte a sé. «Ah si? Cosa ricordi?» cercò di fare finta di nulla, ma sapeva che da lì a poco il muro che aveva costruito intorno al suo cuore sarebbe andato distrutto.

«Tutto Tae, tutto. Ricordo ogni singola parola che hai detto. T-tu mi ami ancora, non è così?» chiese timoroso il più piccolo.

Taehyung scosse la testa con ormai gli occhi lucidi, era sull'orlo del pianto. «Anche se fosse? Cosa cambierebbe? Sei comunque sparito per tre interi anni, Jungkook!»

«Ma adesso sono qui, sto cercando di rimediare!» costatò il ragazzo avvicinandosi di qualche passo a Taehyung.

«Ormai è troppo tardi.» abbassò lo sguardo rassegnato.

D'un tratto un tuono riecchieggiò nell'aria e subito migliaia di goccioline fredde presero a cadere sui corpi dei due ragazzi, ma nessuno se ne curò più di tanto e rimasero ancora l'uno davanti all'altro, cercando di aggiustare un rapporto ormai alla rovina.

«Tae, guardami. - gli prese il mento e alzò il suo viso - Io ti amo e anche tu ami me, perché non possiamo semplicemente lasciarci tutto alle spalle?»

«Perché il danno è troppo grande per poter essere aggiustato con un semplice pezzo di scotch! Io non sono pronto ad amarti di nuovo, Jungkook, lo vuoi capire?!» ormai le lacrime cadevamo sulle guance del maggiore, per l'ennesima volta era andato contro sé stesso, si stava nuovamente dimostrando debile agli occhi di Jungkook.

«Cosa vorresti fare? Vuoi sul serio dimenticare tutto quello che abbiamo avuto?»

Taehyung scosse il capo, era ovvio che non volesse dimenticarlo ma non riusciva ancora perdonarlo.

«Allora cosa vuoi che faccia?» chiese disperato il castano dalle punte bionde sull'orlo di una crisi isterica.

Il corvino ci pensò su qualche minuto prima di azzardare la più assurda delle ipotesi, che mai Jungkook si sarebbe aspettato uscisse dalle sue labbra rosse e carnose.

«Potremmo provare ad essere amici.»

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