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LUCIFER

Seal si è proprio incazzata per bene questa volta. E non ho neanche detto niente per offenderla di proposito. Quando torniamo in camera ancora non mi parla. Non sopporto quando le persone mi ignorano e non posso neanche soggiogarla perché ora come ora non mi lascerebbe mai entrare nella sua mente.

-Fa come cazzo vuoi! Sei solo una ragazzina. Sei tu l'immatura non io- alzo la voce sbattendo la porta della camera quando esco

-Oh sì bravo molto maturo! Adesso sei tu quello arrabbiato- urla di rimando e la sento così bene che credo quasi abbia fatto un incantesimo per esserne certa.

Lascio sbollire un po' la rabbia stando in salotto con gli altri ragazzi. Sto battendo tutti a biliardo, ma non mi sto neanche concentrando. È quando vedo arrivare Set che mi viene un'idea. Lo raggiungo a passo svelto mettendo fine alla partita che stavo giocando.

-Non dovevi studiare?- gli chiedo circospetto, portando le braccia al petto

-Sì. Ho appena finito. Giusto in tempo per sentire la mia ragazza urlare furiosa con te- mi lancia un'occhiata accusatoria

-Quindi l'hai sentita?-

-Lucifer tutta la scuola l'ha sentita- ridacchia facendo per oltrepassarmi. Probabilmente stava andando da lei

-Aspetta amico- mi volto verso di lui scocciato. Non mi convince questo ragazzo, ma piace a Seal quindi devo farmelo andare bene per forza.

-Le preparerò una cena- lo informo. Fa un passo verso di me con sguardo minaccioso. Come se potesse farmi paura.

-Come?-

-Rilassati Romeo. La cena sarà per voi due tu assicurati solo che non si addormenti prima di mezz'ora-

-Senti amico, devo preoccuparmi?-

-Lei ti ama Set e non guarda neanche gli altri ragazzi e poi io non voglio neanche essere guardato da lei in quel modo-

-Se lo dici tu- ride e poi va verso il dormitorio femminile. Io vado in cucina e inizio a controllare cosa c'è nel frigo per preparare qualcosa di decente. All'inferno avevo molto tempo quindi ho imparato a fare molte cose tra cui cucinare abbastanza bene. Infondo i demoni si possono anche nutrire di anime, anche se non rifiutano mai un piatto quando lo preparo.

Nel giro di un'ora è tutto pronto così torno in camera. Seal è abbracciata a Set, sono sul suo letto, e stanno ridendo e scherzando con Poli. Quando mi vedono Seal cambia umore all'istante. Si volta verso il suo ragazzo per ignorarmi. Io sbuffo sonoramente.

-C'è una cena per voi in cucina. È già tutto pronto, farete meglio ad andare prima che si raffreddi o che qualcuno mangi al posto vostro- sono ancora in piedi con lo sguardo in cerca di quello di Seal che è ancora più sfuggente del solito. Set e da un piccolo colpo sulla spalla e lei alza lo sguardo su di me.

-Non intendevo dire quello che hai capito tu. Siamo nel 2020 Seal. La donna può servire la cena come può farlo anche l'uomo. Io ho fatto un passo avanti per scusarmi ora decidi tu. Sappi solo che ho fatto i tuoi piatti preferiti e sarebbe un peccato sprecarli- faccio per andare sul suo letto quando mi prende la mano. Fa forza tirandomi per alzarsi e una volta in piedi comunque non mi lascia la mano consapevole che ci sono il suo ragazzo e la sua migliore amica ad osservarci.

-Grazie- mi guarda dritto negli occhi. Io faccio un cenno indistinto con la testa poi lei lascia la mia mano per prendere quella di Set e in un attimo sono fuori dalla stanza diretti in cucina.

-È stato dolce da parte tua- dice Poli alle mie spalle. La raggiungo sul suo letto appoggiandomi con la schiena al muro

-Io non sono dolce-

-Già tu sei il diavolo- mi volto verso di lei. Non lascia trasparire emozioni, ma non era sarcastica.

-L'hai capito allora che sono davvero il diavolo?- chiedo alzando le sopracciglia. Lei annuisce in silenzio

-Perché sei venuto qui? Per riprendere il controllo su di noi? Eppure non ti facevo così bello sai- mi spintona ridacchiando. Io abbozzo un mezzo sorriso

-La versione ufficiale è quella. Mentre quella vera è che dovevo conoscerla. Non so perché ma ho sentito come un richiamo che mi ha portato qui, da lei. Da tutti voi-

-Perché non le dici quello che provi?-

-Perché mi sono ripromesso di non spezzare più il cuore alle ragazze di cui mi innamoro e perché ho promesso a suo padre di non farla soffrire e aspettare che sia lei a dirmi ciò che prova. Non sopporterei di ferire anche lei. Per questo non posso ammettere ciò che sento, altrimenti farei di tutto per averla. E nel farlo la farei soffrire-

-Ti riferisci a quella ragazza di cui ai parlato a lezione di storia magica?-

-Sì. Eva. L'unica ragazza che abbia mai amato e che mi ha ricambiato per ciò che sono-

-Possiamo comunque essere amici o era solo una copertura?-

-Certo che siamo amici Poli- la attiro a me per abbracciarla. Non appena mi tocca i muscoli del braccio lasciati scoperti dalla maglietta a mezze maniche fa un salto indietro, per poco non cade a terra, ma la afferro giusto in tempo.

-Sei gelido Lucifer- dice ricomponendosi e mettendomi una mano sulla fronte e poi sulla guancia

-Lo so. Sto fingendo da troppo tempo. Sono abituato al calore costante e qui siamo in pieno inverno. Per recuperare le forze e anche riscaldarmi dovrei buttarmi in mezzo ad un incendio- le spiego. È da un paio di giorni in effetti che sono debole. Ma non posso tornare all'inferno, non ancora.

-Be' per me tu sei malato quindi vai a letto- mi fa sdraiare sul mio letto coprendomi con le coperte. Mi appoggia le mani sul torace e mi infonde un calore che mi fa subito sentire meglio. Ma è sfinita. Deve essere troppa magia per lei quindi le allontano le mani, con delicatezza, sorridendole grato.

-Mi dispiace. Ma non sono così forte da riuscire a rimettere in piedi il diavolo- dice abbattuta. Le accarezzo la guancia col pollice.

-Mi sento già meglio Poli. Grazie. Ora va a dormire anche tu-

-Aspetterò prima che sia tu ad addormentarti- si siede accanto a me sul letto e inizia ad accarezzarmi i capelli e per la prima volta in tutta la mia vita mi sento come se fossi un ragazzo normale coccolato da chi tiene a lui. 

Il Mio Diavolo Guardiano. LuciferDove le storie prendono vita. Scoprilo ora