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SEAL

Dopo la cena torno in camera e vedo Poli seduta accanto a Lucifer, sul letto di quest'ultimo, che gli accarezza i capelli mentre lui è addormentato. Quando mi vede, si alza e mi spiega che non si sente tanto bene. Gli passo una mano sulla fronte ed effettivamente è gelido. Non è una temperatura normale neanche per un vampiro e loro sono morti.

Prendo il posto di Poli, gli appoggio la mano sul torace e lascio fluire la mia magia in lui così che possa riscaldarsi. Dopo un po' riacquista la giusta temperatura e, anche se sono esausta, ne è valsa la pena. Lascio il suo letto e vado a riposare anch'io.

Avete presente quando vi svegliate e senza motivo siete giù di morale, ma comunque non lo dimostrate e fingete di stare bene quando in realtà vorreste solo piangere tutto il giorno? Ecco questa è una di quelle volte. Mi sono svegliata abbastanza presto e sono andata a controllare Lucifer come sta. Ha mantenuto la temperatura di ieri sera, è caldo sembra quasi una stufa umana.

-Tu non vieni a lezione?- mi chiede Poli con la mano già sulla porta pronta ad uscire. Lucifer si è appena svegliato quindi deduco che neanche lui andrà

-No. Non mi sento molto bene. Per oggi passo- la mia migliore amica si avvicina a me e mi abbraccia lasciandomi un bacio sulla guancia

-Ti adoro- dice prima di uscire

-Ti adoro- rispondo l'attimo prima che chiuda la porta. Mi rimetto comoda sul letto e chiudo gli occhi provando a riaddormentarmi anche se so che è inutile, quando sento il letto piegarsi accanto a me e Lucifer accarezzarmi la fronte.

-Stai male a causa mia? Ho sentito stanotte che mi hai infuso la tua magia ridandomi calore. Grazie- ha lo sguardo preoccupato. Credo si senta in colpa. Io scuoto la testa sorridendo appena.

-Tu non c'entri- lo rassicuro

-E allora che hai?- il suo tono di voce è così calmo e preoccuoato allo stesso tempo che mi fa quasi piangere.

-Non lo so. Sono triste, ma non so perché. Ma tranquillo poi mi passa. Sarà meglio che vai a lezione altrimenti resterai di nuovo indietro-

-Almeno avrò una scusa per passare più tempo con te- sorride e fa sorridere anche me

-Vieni qui- cerca di attirarmi a sé per abbracciarmi, ma oppongo resistenza.

-Mi conosco Lucifer. In queste giornate se qualcuno provasse ad abbracciarmi per consolarmi inizierei a piangere e non la smetterei per almeno un'ora- mi alzo facendo peso sul braccio. Vorrei sedermi, ma Lucifer è sopra le mie coperte e mi rende impossibile muovermi

-Vieni qui- ripete lo stesso gesto e non ho la forza di respingerlo ancora

-Tu ieri ti sei presa cura di me e io oggi mi prenderò cura di te. È questo che fanno gli amici no?- ha la testa appoggiata sulla mia che ho nascosto contro il suo petto. Dopo quell'affermazione non riesco più a trattenermi e scoppio in un pianto di quelli isterici. Gli occhi mi si appannano non lasciandomi la visuale chiara, cerco di trattenere i singhiozzi invano perché per ogni singhiozzo che trattengo ne faccio altri tre ancora più forti.

Dopo qualche minuto mi impongo di calmarmi, non mi ha mai vista nessuno in questo stato e intendo proprio nessuno. Mi allontano lentamente da lui che continua ad accarezzarmi i capelli mentre io mi asciugo gli occhi dalle lacrime.

-Dovresti andare. Non mi piace che qualcuno mi veda in questo stato-

-Ma io non sono qualcuno. Io sono il tuo Lucifer- faccio finta di non aver sentito che si è definito il mio Lucifer e finalmente riesco a mettermi seduta.

-Credo di avere così tante preoccupazioni e cose per cui piangere, nonostante ne abbia altrettante per non farlo, che non so neanche io quale sia il motivo principale che mi ha fatto scoppiare. Sai di solito anche quando sto male non lo dimostro, per non dover aggiungere anche i miei problemi a quelli delle persone. E quando provo a fidarmi e a confidarmi con qualcuno è come se deviassero il discorso per non sentire che sono triste. E senza motivo poi. Poi però arriva un momento in cui, come oggi, divento triste per un paio di giorni e sono così suscettibile che mi vengono le lacrime facili per ogni cosa e non lo sopporto perché la maggior parte delle volte riesco a controllare le mie emozioni, ma quando ho bisogno di sfogarmi non ci riesco-

Wow. Non mi ero mai aperta così con nessuno prima. Certo ho detto alcune di queste cose a Poli e Set, ma mai tutto insieme. È come se con loro scegliessi che parte della verità dire mentre con Lucifer non ho avuto questi problemi.

-Non credi sia meglio esternare ciò che provi quando lo provi. Invece di tenere tutto dentro e rischiare di scoppiare da un momento all'altro come una bomba ad orologeria?-

-È il mio modo di essere e non voglio cambiarlo solo perché a qualcuno non sta bene. So di essere antipatica la maggior parte delle volte. Lo so. Ma mi sono ripromessa di non cambiare mai per un ragazzo o per qualcuno ameno che non sia io a voler cambiare. E l'ho fatto. Senza rendermene neanche conto sono cresciuta e sono cambiata. Ma per conto mio. E questa parte del mio carattere non fa eccezioni-

-Fai bene sai. A non voler cambiare. Tu sei perfetta così come sei- si avvicina leggermente passandomi ad accarezzare la guancia con il pollice. I nostri nasi si sfiorano e solo ora noto il colore intenso dei suoi occhi. Sì i miei sono scuri, ma i sono lo sono ancora di più rendendo il suo sguardo penetrante e più intenso.

-Lucifer, di questo che ti ho detto... on farne parola con nessuno okay?-

-Te lo prometto e sai che io mantengo sempre le mie promesse- siamo talmente vicini che sposta di continuo lo sguardo dal mio occhio destro a quello sinistro per guardarmi meglio. Quando schiude la bocca e si avvicina ancora un po' mi ritraggo leggermente per poi abbracciarlo. Quando interrompo quel contatto sta guardando fisso fuori la porta. Mi volto per vedere cosa sta guardando, ma non c'è niente.

-Tutto bene?- gli chiedo facendolo voltare di nuovo verso di me -Sì e tu? Ti senti meglio?- annuisco e poi torno a sdraiarmi mentre lui si sdraia sul suo letto. Restiamo a guardarci a distanza.

Il Mio Diavolo Guardiano. LuciferDove le storie prendono vita. Scoprilo ora