Capitolo 19

1K 66 205
                                    

La partita contro l'America è andata per il meglio, nonostante il casino iniziale.
Orion ha agito ancora, sostituendo la rappresentativa ufficiale con una squadra totalmente nuova, con abilità formidabili.
Ed è grazie a Byron, nuovo componete nell' Inazuma, che abbiamo vinto.
Tra me e Hiroto procede tutto per il meglio: non abbiamo ancora litigato in queste due settimane.

Elliot è felice di questa sorta di pace, poichè si è formato  un bel trio.
In questi giorni siamo usciti parecchio, anche solo a farci un giro. E quasi ogni giorno ci alleniamo insieme.
La tecnica mia e del grigio sta pian piano prendendo forma, c'è stato un grande miglioramento.
Inizialmente avevamo pensato di combinare la sua 'The Explosion' e la mia 'Cenere Nera', ma provandoci siamo arrivati alla conclusione di trovare un altra soluzione.

'Bene ragazzi, anche per oggi l'allenamento  si conclude qua' annuncia il mister, entrando in  campo e avvicinandosi a me e al ricciolo
'Voi due, dovete andare a farmi delle commissioni' dice allungandoci un pezzo di carta.
'Mi scusi  eh, ma perché noi?' chiedo inarcando un sopracciglio nel leggere le cose richieste.
'Non lo so, siete i primi che ho visto' trattiene a stento un sorrisetto, andandosene poi via.

'Beh ci tocca, principessa' sorride lui, senza però nessun tono dispregiativo, anzi, sembra quasi che stia per ridere.
'Stai zitto, testa d'udon' poggio una mano sulla sua spalla, spingendolo dedicatamente.
'Io vado a cambiarmi, vedi di non metterci molto' aggiungo poi, raggiungendo lo spogliatoio.

Dopo neanche dieci minuti  sono pronta, vestita con la tuta della Inazuma Japan
'Su dai andiamo' dico una volta oltrepassata la porta, avvicinandomi al mio compagni di stanza.
Insieme lasciamo la struttura, alla ricerca  dei negozi in cui trovare le strane cose richieste dall'allenatore.
Giriamo per quasi un'ora: ci manca solo un barattolo di vernice gialla, ma non un giallo qualunque, bensì un giallo senape.

'Ma a che cosa gli serve un barattolo di vernice scusami?' penso ad alta voce, facendo ridere il ragazzo al mio fianco.
'Oh non chiederlo a me, quell'uomo è davvero strano' afferma entrando successivamente in una ferramenta.
'Trovata' accenna un sorriso porgendomela una volta uscito dal negozio. Io avevo aspettato fuori.
'Bene, quindi abbiamo finito. Che ore sono?' domando curiosa, facendogli prendere il telefono  per controllare.
'Le quattro e mezza' gira lo schermo verso di me, facendomelo leggere.

'Che palle, non ho voglia di rientrare adesso!' sbuffo roteando gli occhi.
'Mh... ti va di andare a prendere  un gelato?' scrolla le spalle, guardandomi.
'Beh dai, ci può anche stare' sorrido, cercando una gelateria.
Una volta arrivati ordiniamo la nostra merenda, ma al momento di pagare mi fa un cenno con la mano, allungando  una banconota al ragazzo che lavora li.

'Eh no, fammi pagare' provo ad oppormi, ma lui fa finta di non sentirmi, passandomi il mio cono.
Prende poi il suo, trascinandomi fuori  dal piccolo locale.
'Perchè non mi hai dato ascolto? Poi mi sento  in colpa' sbuffo tirandogli uno schiaffetto sulla spalla.
'Oh ma stai zitta per una volta che faccio qualcosa di carino. E poi mio padre ha un sacco di soldi, un gelato non è nulla' esclama, facendomi spuntare un piccolo  sorriso sulle labbra.
'Come vuoi' scrollo le spalle  iniziando a mangiare il mio gelato al pistacchio.

Una volta finito butto il cucchiaino, girandomi verso di lui, che inizia a ridere. Lo guardo confusa, facendogli scuotere la testa
'Sedici anni e non saper mangiare un gelato' esclama, per poi prendere un fazzoletto e avvicinarsi a me.
Me lo passa delicatamente sul naso, parecchio vicino a me. Ed è in questo momento che riesco a notare quanto sia bello in realtà. I capelli  ricci che ricadono in modo disordinato  sulla fronte, gli occhi profondi, in questo momento concentrati su ciò che sta facendo.
Sorride una volta finito, andando a buttare il pezzo  di carta.

Ci incamminiamo verso gli alloggi, quando una voce squillante raggiunge le nostre orecchie.
'Oh my god, ma tu sei Kira Hiroto, il giocatore  della  Inazuma Japan!' una biondina fa capolino di fronte a noi, guardando con guardo perso  il ragazzo al mio fianco.
'Io sono Sharon piacere!' aggiunge poi, avvinghiandosi al suo braccio
'Ci sarei anche io eh' provo a dire, ma vengo totalmente ignorata.
'Lo sai che sei tanto bravo a giocare?'
'Grazie' risponde il grigio sorridendo.
'E poi sei anche molto carino'
''Grazie, di nuovo' si morde un labbro, forse per la prima volta a corto di parole.
Nei cinque minuti successivi la bionda continua a provarci spudoratamente con lui.

'Non è che ti faresti un giro con me?' lo guarda con uno sguardo malizioso, facendomi  innervosire sul serio.
'Stammi a sentire brutta ochetta bionda ossigenata, il ragazzo  in questo momento è occupato  non lo vedi? Quindi fammi il piacere di levarti di torno' assottiglio gli occhi, guardandola con rabbia.
'E tu chi saresti  sentiamo?' incrocia  le braccia, guardandomi con superiorità.
Stringo  i denti, facendo uscire un verso esasperato, afferrando  Hiroto per il polso e trascinandolo via da li.
Mi fermo una volta  giunti  in una vietta dietro gli alloggi, molto isolata, mollando la presa.
'Mi spieghi che ti è preso?' domanda trattenendo un sorriso.

La risposta non ce l'ho, perciò faccio la prima cosa che mi viene in mente ancora una volta: mi giro verso di lui, avvicinandomi per far scontrare le mie labbra  con le sue. Spalanca gli occhi, probabilmente  stupito, ma poi li chiude subito.
Mi stacco qualche manciata di secondi dopo, e segue una pausa di silenzio dove ci guardiamo negli occhi.
Ma improvvisamente fa una cosa che mai mi sarei aspettata: annulla nuovamente le distanze, poggiando le mani sui miei fianchi per poi farmi indietreggiare fino a sbattere la schiena contro il muro. Subito appofondisco il bacio, dando l'accesso  alla sua lingua.
Porto le mie mani tra i suoi  capelli, tirandoglieli leggermente.
Per la seconda volta un gusto di fragola mi invade, facendomi  sorridere. Lo tiro più verso di me, essendo molto più bassa di lui, ma fa una cosa ancora migliore: sposta le mani dai miei fianchi alle mie cosce, facendomi  attorcigliare le gambe al suo busto.
Continuiamo il bacio per un tempo indeterminato, obbligati  a staccarci solo per l'assenza di ossigeno.

Nessuno dei due sapeva però che quel bacio sarebbe stato l'inizio di tanti problemi.

Angolo Autrice

Si, lo so, devo smetterla di finire i capitoli così
MA EHI È PIÙ FORTE DI MEE
okay la smetto
COME STATEE?
spero che questo capitolo vi sia  piaciuto
Secondo voi, cosa succederà d'ora in poi?
E cosa significa l'ultima frase?
Lo scopriremo nei capitoli successivi u.u
Io vi saluto :)

Quello che non ti aspetti - Kira HirotoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora