Capitolo 27

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Dopo aver parlato con Isabelle siamo stati un po' insieme, in camera sua, ma essendo troppo stanca per la festa del pomeriggio, sono tornata in camera, e una volta sdraiata sul letto mi sono addormentata.
Mi risveglio con un tocco leggero, che mi scuote leggermenge la spalla.
Apro gli occhi lentamente, richiudendoli subito per la luce che filtra dalla finestra.

'Buongiorno principessa' sussurra una voce molto familiare.
Sorrido leggermente, strofinandomi gli occhi.
'Buongiorno testa d'udon' mormoro con la voce impastata  dal sonno.
'Dai alzati che è tardi' si siede sul letto e io mi tiro su, imitando il suo gesto.
'Devi essere così rompipalle anche quando mi sveglio?' domando ironica, ricevendo un buffetto scherzoso sul braccio.
Dopo circa  qualche  minuto passato a guardarci senza proferire parola si alza, unendo le mani  in un battito.

'Su vestiti che usciamo' si avvicina alla porta, aprendola.
'È un modo indiretto per invitarmi ad uscire?' ridacchio leggermente, ed un sorriso spunta sulle sue labbra.
'Può darsi' attraversa la porta e la chiude, lasciandomi il tempo per prepararmi.

Esco dalla stanza non molto tempo dopo, pronta per uscire, e me lo ritrovo davanti.
'Ce l'ho fatta, non ci ho messo molto' sorrido, che però scompare alla sua espressione.
'C'è qualcosa che non va? Sono vestita male?' vado un attimo in panico, guardandolo per capire qualcosa.
'No, anzi. Solo... sei bellissima ecco' si gratta la testa, gesto che fa quando è in imbarazzo.
'Mi hai spaventata! Per un attimo ho pensato che volessi andartene' lo spingo scherzosamente, ricevendo una risata in risposta.
'Allora, andiamo?' domando dopo aver scherzato  un po'.

Usciamo, dirigendoci verso una meta a me sconosciuta, ma probabilmente  vicina dato che non prendiamo nessun pullman, bensì andiamo a piedi.
Gira in una piccola via, piena di negozi di ogni  tipo, e io lo seguo.
'Eccoci qua, siamo  arrivati alla prima meta' inidica l'insegna di un ristorante, che sta proprio di fronte a noi.
'Cucina Italiana? Come facevi a saperlo?' lo guardo, ricevendo in risposta un sorriso.
'Come facevo a sapere che è la tua preferita? Ho le mie fonti' scrolla le spalle, entrando nel ristorante. Rimango un attino ferma davanti, un po' confusa, ma decido di lasciar perdere e seguirlo dentro.
Il cameriere ci accompagna ad un tavolo per due al fondo della sala, lasciandoci poi il menù.

'Questo posto è stupendo'mi guardo intorno, con un grosso sorriso sulle labbra.
'Sono contento che ti piaccia. Cosa vuoi mangiare? Offro io, e tu non provare a ribattere'
'Penso di prendere la pasta al sugo. E per l'ultima cosa, lo vedremo'
Non risponde, ordinando due piatti  di pasta.
Iniziamo a chiacchierare, nell'attesa dei piatti.

Il pranzo  passa tranquillamente e, dopo una mezza discussione sul fatto di chi dovesse pagare, siamo usciti dal ristorante.
'Non ti sarai veramente arrabbiata perchè ho pagato io, vero?' ridacchia, circondando le mie spalle con il suo braccio e attirandomi a se.
'Non sono arrabbiata, solo che non capisco perchè hai pagato tu. Non è giusto' metto il broncio, incrociando le braccia al petto.
'Sei veramente adorabile con quel broncio' ridacchia, e non riesco a resistere all'impulso di sorridere.
Mi sono accorta  che da sta mattina sto sorridendo  molto, e non capitava da un bel po' di tempo.

'Adesso dove andiamo?' chiedo una volta arrivati  alla fermata del pullman.
'È una sorpresa, ma questo posto me lo ha fatto scoprire Byron' lascia la presa dalle spalle, solo per poter salire sul mezzo pubblico.
Facciamo solo un paio di fermate, e quando scendiamo mi ritrovo davanti una grossa insegna luminosa.
'Oddio il Luna Park! Da piccola ci sono sempre voluta andare, ma non è mai stato possibile' saltello come una bambina, prendendo la sua mano e trascinandolo dentro.
'Qui però me lo pago da sola okay? Non provarci nemmeno' lo fulmino con lo sguardo, fecendogli alzare le mani in segno di resa.
'Va bene, va bene. Non c'è bisogno di guardarmi così' risponde ironico, e io mi avvicino alle casse per pagare l'entrata, e pui fa lo stesso poco dopo.
'Allora... da dove cominciamo?' lo guardo, con un sorrisetto poco rassicurante.

'Thalia, ti prego basta. Sarà il tredicesimo giro sugli autoscontri, non sento più le gambe per tutte le botte che ho preso' si lamenta Hiroto, facendomi ridere.
'Okay si hai ragione, forse  ho un po'esagerato' rispondo colpevole, mentre usciamo dalla pista.
'Oddio Hiroto guarda, la ruota panoramica! Da li ci sarà sicuramente una vista stupenda' lo trascino verso la giostra, mettendomi in fila.
'Emh... si okay' deglutisce, e quando  arriva  il nostro  turno posso giurare  di averlo visto esitare prima  di salire.
Guardo fuori dal vetro, stupita dalla bellezza della vista che mi si presenta davanti agli occhi.
Quando la cabina si ferma nel punto più in alto mi giro verso il grigio, vedendolo più pallido del solito.
'Stai bene?' domando preoccupata, prendendogli una mano.
'Non dirmi che soffri di vertigini ti prego' aggiungo poi non ricevendo risposta, facendolo annuire.
'Ecco io... si' guarda giù, ma io gli prendo il volto tra le mani, costringendolo a guardarmi.
'Nono, guarda me, non guardare giù  okay? Tra poco scendiamo  di nuovo. Oddio scusa, ho rivinato tutto' scuoto la testa, spostandomi i capelli dal viso.
'Ehi no, non è colpa tua. Guardami sto bene, devo solo non guardare giù, come hai detto tu, stai tranquilla' mi accarezza la guancia, sorridendo, ma capisco bene che si sta trattenendo.

Scendiamo dalla giostra dopo una manciata di minuti, passati a guardarci negli occhi, lui per tranquillizzare me e io per calmare  lui.
Decidiamo, dopo qualche  altro giro in alcune giostre, di uscire, per via del sole che sta iniziando a calare.
'Se non sei stanca, vorrei portarti  in un ultimo posto' mi guarda, e io annuisco.
'Certo che mi va bene. Non devi neanche chiedere'
'Bene allora, è qua vicino, non ci mettiamo molto  a piedi' mi avvisa, e insieme ci avviamo verso l'ennesima meta, a me sconosciuta.

Meta che si rivela essere una piccola  spiaggetta, che con il sole che sta iniziando a tramontare è ancor piu bella.
Apre lo zaino, stendendo un telo aulla sabbia, sul quale cu accomodio entrambi
'Oddio ma è fantastica' mi volto verso di lui, sorridendo. E mentre ci guardiamo faccio una cosa che stupisce entrambi: mi sporgo in avanti  e poggio le mie labbra contro le sue, che mai prima  di questo momento sentivano il bisogno così forte di unirsi. Le nostre lingue iniziando  una specie di danza: si cercano, si trovano, si attorcigliano e si lasciano. Porto una mano tra i suoi  capelli, e lui fa lo stesso ma sui miei fianchi, attirandomi a se.
Ci stacchiamo solo per il fiato che inizia mancare, e io poggio la testa sulla sua spalla.

'Mi sento bene con te, nonostante tutto' interrompo il  silenzio, e muove leggermente la testa,  facendomi alzare dalla sua spalla  per guardarlo nuovamente.
'Pure io. Ed è la prima volta che mi succede così' mi lascia un delicato bacio a stampo sulle labbra.
'È stato un bene accettare di entrare in squadra. Il calcio mi ha fatto incontrare te, e mi ha sempre salvato dai problemi che ho a casa'
'Ne vuoi parlare? Di questi problemi intendo' mi sposta una ciocca di capelli  dietro l'orecchio.
'Mia madre non sta bene, non ho mai capito  che cos'ha. E mio padre lavora tutto il giorno  per pagare le sue cure. Perciò sono sempre da sola a casa, non ho fratelli, e ho sempre  avuto difficoltà a fare amicizia. E sei la prima persona con cui ne parlo' mi confido con  lui, affidandomi a ciò che mi dice il mio cuore.

'Io non ho una madre, non l'ho mai conosciuta. Per quello ci ha sempre  pensato mia sorella maggiore, ma non è la stessa cosa. Mio padre invece ha addottato molti bambini, tra cui Xavier e Isabelle. E sono stato sempre l'ombra della famiglia. Si accorgeva di me solo quando  combinavo qualche casino. Per questo, un paio  di anni fa, avevo preso una brutta strada, solo per farmi notare. Ma ho ottenuto l'effetto contrario. Fortunatamente il calcio mi ha tirato  fuori da quella strada, e ne sono grato. Infondo siamo più simili di quanto pensassi' cerca la mia mano, e quando  la trova la stinge.

'Non ti lascerò andare Thalia. Proprio ora che ti ho trovato' mi stringe a se, nella totale oscurità della sera. Ma finalmente, ho un ancora a cui aggrapparmi per non farmi trascinare giù.

Angolo Autrice

Okay, ammetto che mi sono quasi messa a piangere.
QUANTO SONO BELLI AIUTO
Scusate davvero per l'attesa, sono passate due settimane...
MA IN COMPENSO IL CAPITOLO  È PIÙ LUNGO DEL SOLITO (conta 1430 parole u.u)
Siamo quasi  giunti alla fine, e non sono veramente pronta, mi ci sono affezionata  troppo.
Spero che questo capitolo vi piaccia, ci ho messo tutta me stessa.
È uno dei più importanti, e forse uno dei miei preferiti.
Vi voglio bene❤

Quello che non ti aspetti - Kira HirotoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora