5 - Guido una porsche

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[13 giorni dall'arrivo di Osamu Dazai]

Chuuya si asciugò la fronte sudata con un braccio, mentre era chino sull'ennesimo motore mal funzionante.
Era un giovedì, un normalissimo giovedì, dove nel pomeriggio lavorava all'officina fino alle sei, poi aveva un paio d'ore per fare i compiti e cenare e poi era di turno al Lupin.

Per quanto fosse faticoso, Chuuya amava fare tutti quei lavori perché riempivano le sue giornate, le rendevano meno noiose. In più avere sempre qualcosa da fare gli dava una strana sicurezza.

- Come sta andando Chuuya-Kun?

Gli chiese Hirotsu, il proprietario del negozio, affaccindosi sopra la sua spalla e dando un occhio al lavoro del ragazzo.

Hirotsu era un po' come il nonno che Chuuya non aveva mai avuto, a prima visto non sembrava un meccanico, sempre impeccabile, posato, elegante, ma il vecchio aveva un occhio incredibile nel scovare i problemi e i malfunzionamenti in qualsiasi tipo di ferraglia.

- Bene, ho quasi finito. Però è la terza volta che sistemo quest'auto dall'inizio dell'anno e ha sempre lo stesso problema...

Hirotsu guardò il motore per un lungo istante, poi disse con sicurezza:

- L'apice del problema è in un altro punto, prova a dare un occhio all'albero motore.

Chuuya annuì, come aveva fatto a non pensarci, si infilò quel che bastava sotto la macchina e cominciò a mettere le mani dove gli aveva detto Hirotsu.
Dopo un po', soddisfatto del suo lavoro, aveva terminato. Chuuya si raddrizzò e si stirò la schiena indolenzita, stava pensando di concedersi una pausa per mettere qualcosa sotto i denti quando Tachihara, un altro ragazzo che come lui dava una mano in officina reclamò il suo aiuto.

- Ehi Chuuya, me la dai una mano?

- Arrivo, arrivo...

Disse pulendosi le mani sporche su uno strofinaccio ancora più sporco senza concludere nulla, lanciò via il pezzo di stoffa sbuffando e si diresse verso Tachihara mezzo infilato nel cofano di una costosissima e nuovissima Porsche.
Chuuya si avvicinò seccato:

- Perché a te capitano sempre questi gioiellini e a me i peggio rottami?

Tachihara ridacchiò:

- Io sono più figo, a me le macchine più fighe.

- Ma chiudi un po' quella bocca, che devo fare?

Tachihara si tirò su sorridendo:

- Sali e quando te lo dico io prova ad accenderla, sta attento a non macchiare i sedili di olio o sgrassatore, se no ti ammazzo personalmente.

- Tsk.

Esclamò, ma sorridendo, era questo il bello di lavorare in officina quando non ti capitavano i catorci, potevi provare delle macchine fighissime. Dopo aver controllato di non poter far danni, si sedette nel posto del guidatore e sistemò le chiavi.

- Okay, Tachi, ci sono!

- Bene, ora aspetta un po' e stai pronto.

Chuuya intanto si godeva il momento guardandosi intorno curioso, la macchina aveva i sedili di pelle un bianco quasi accecante tanto erano puliti, per terra sui tappetini, non c'era una briciola, né il minimo strato di polvere sul cruscotto. Sorrise, quella sì che era una macchina tenuta bene.

- Chuuya-Kun, ci sono! Prova un po' ad accenderla.

Chuuya girò le chiavi e il motore si accese con un suono parecchio soddisfacente.

- Okay, spegnila, spegnila, devo sistemare ancora una cosa!

Gli urlò Tachihara e Chuuya eseguì.

Dopo un altro po' Tachihara concluse il lavoro e si sedette accanto a lui nel posto del passeggero, stando attento a non sporcare i sedili, con la faccia sporca di una sostanza nera e oleosa.

- Tachi, hai tutto il cerotto sporco di olio!

Gli fece notare Chuuya, indicando il cerotto che Tachihara teneva sempre sul naso. Lui se lo toccò seccato:

- Uffa, dovrò cambiarlo... - Poi alzò gli occhi sull'amico. - Che dici, Chuuya, facciamo un mezzo giro del parcheggio per vedere se è tutto okay?

Chuuya sorrise e accese il motore, mentre Tachihara chiudeva la portiera.
Fecero un veloce giro del parcheggio dell'officina constatando, con soddisfazione, di aver fatto un ottimo lavoro. In realtà nessuno dei due aveva la patente, ma lavorando lì e grazie a Hirotsu sapevano guidare molto meglio di certi adulti. Una volta scesi si batterono il cinque ridendo. Poi Tachiahare chiese:

- Pausa Coca?

- Pausa Coca.

Confermò Chuuya, si lavò al meglio le mani e andò a recuperare nel mini frigo portatile dell'ufficio due Coca Cole, avvisando Hirotsu che facevano una breve pausa, lui acconsentì con un cenno del capo e si accese una sigaretta.
Chuuya raggiunse Tachihara fuori dall'officina , dove si sedettero su delle pile di vecchi copertoni, come facevano spesso, poi dopo una risata cominciarono a sorseggiare la loro bevanda.
Il silenzio tra loro due era piacevole, come sempre, infatti Tachihara esitò un po' prima di romperlo:

- Sentì, Chuuya-Kun... Quanto te ne intendi di ragazze?

Per poco Chuuya non sputò il sorso di coca che stava bevendo e cominciò a tossire mentre Tachihara gli batteva sulla schiena.

- Tachi, perchè questa domanda, non ti sarai mica innamorato?

Tachiahara lo guardò imbarazzato, confermando con un'occhiata eloquente l'affermazione dell'amico.

- E chi è la sfortunata? La conosco?

Tachihara scosse la testa.

- È bellissima amico, ha i capelli scuri e lunghi, a prima vista può sembrare timida, ma se la osservi bene noti gli occhi brillarle di una strana energia e... Wow... - Scosse la testa. - Non la conosco nemmeno io, però prende l'autobus alla mia stessa fermata, la mattina, penso sia più piccola di me... Vorrei anche scambiare qualche parola con lei, ma...

- Ma?

- È sempre con un ragazzo, potrebbe essere il suo fidanzato come suo fratello, anche lui penso sia più piccolo di me, ma mi mette i brividi... Dovresti vedere che sguardo...

Chuuya guardò Tachihara preoccupato, l'amico aveva assunto un'espressione sconvolta e afflitta allo stesso tempo. Chuuya non l'aveva mai visto così e non poté fare a meno di chiedersi quanto questo ragazzo di cui parlava Tachihara fosse spaventoso.

- Non lo so Tachi... Magari comincia con il salutarli in generale quando arrivano alla fermata e non so... Forse quando te la senti provi a scambiare qualche parola, prima con tutti e due... Ma non fidarti dei miei consigli... Sono pessimo in questo genere di cose.

- Grazie, Chuuya... E tu come sei messo?

- Io? Io boh, in classe mia sono tutte insopportabili e sinceramente non mi importa, ho altre e troppe robe per la testa in questo momento.

Tachihara annuì. Poi finì la Coca e senza scendere dalla sua sedia di fortuna lanciò la lattina vuota in un bidone poco distante facendo canestro, Chuuya lo imitò, la sua lattina rimbalzò sul bordo e per pura fortuna entrò nel bidone.
Chuuya si stiracchiò con un sbadiglio.

- Okay, Tachi, abbiamo parlato abbastanza... Direi che è ora di tornare al lavoro.

Detto questo saltò giù dalla pila di copertoni e, seguito dall'amico, rientrò nell'officina, respirando a pieni polmoni quell'odore un po' tossico di benzina che sapeva di tranquillità.

A. A.
Tachihara è uno dei miei personaggi preferiti, non potevo non dargli un ruolo in questa storia. Nell'anime è un po' sottovalutato come personaggio, mentre negli ultimi volumi del manga viene molto valorizzato. Avete già intuito la sua cotta? E il ragazzo dallo sguardo spaventoso? Credo proprio di sì. E nulla se il capitolo vi piace, come al solito lasciate una stellina e grazie del supporto. Bye.

We are falling like the stars - SoukokuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora