43 - Cose sdolcinate

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[120 giorni dall'arrivo di Osamu Dazai]

Era ormai inizio marzo e, nonostante il fresco, piccole cose come un raggio di sole più caldo o più luminoso del solito, i primi boccioli sulle piante e le giornate sempre più lunge annunciavano l'arrivo di una calda primavera.

- Guarda, ci sono già i boccioli... Manca poco alla fioritura dei ciliegi!

Gli aveva detto il giorno prima sua zia, mentre qualche ora prima della sua partenza per Budapest camminavano in uno dei pochi bei e molto visitati parchi della città.

Lui aveva annuito e sorriso, anche se con una punta di malinconia, infatti aveva sperato che i ciliegi sarebbero fioriti nella settimana del suo compleanno...

- Senti, Chuuya-kun, con Dazai tutto bene, ti trovi bene da lui?

- Sì, anche troppo non preoccuparti...

Chuuya vide la zia guardare incuriosita nella direzione del suo collo e Chuuya si tirò istintivamente il colletto della camicia ancora più su, per nascondere il rossore lasciato da uno dei baci di Dazai.

- Dai Chuuya, non essere timido, è un succhiotto quello? Sei fidanzato?

Insistì la zia, mentre lui distoglieva lo sguardo.

- Quando eri piccolo ti confidavi sempre con me... Quindi non preoccuparti, puoi farlo anche ora se non la ritieni una cosa troppo infantile o inutile e comunque non ho intenzione di obbligarti a parlare, forse...

- Grazie zia.

Rispose Chuuya mentre con un sorriso pensieroso fece vagare gli occhi osservando parco, alberi e panchine poi prese fiato e fece la grande dichiarazione:

- Io... Io e Dazai stiamo insieme.

La zia sorrise ed annuì e non fece assolutamente nulla di strano, nessuna faccia sconvolta o sorpresa, nessun verso schifato o di disappunto. Probabilmente se lo era pure immaginato. Chuuya guardò la zia di sottecchi e timidamente chiese:

- Allora?

- Cosa vuoi che ti dica, sono contenta per voi, credo.

- Credi?

La zia si limitò ad annuire e corrugare la fronte con una leggera preoccupazione poi scosse la testa come per scacciare un brutto pensiero e tornò a sorridere.

- Fate i bravi, però. Vivete anche praticamente insieme.

Chuuya annuì e arrossì appena.

- Senti, Chuuya-kun fra poco compi diciassette anni, e secondo me puoi vivere anche da solo... Ma suppongo che a questo punto ti faccia piacere stare dove sei...

- Già.

Sorrise Chuuya e la zia ricambiò. Poi controllò l'ora sul display del cellulare e storse le labbra contrariata:

- Devo andare in aereoporto... Starò via di più questa volta, torno dopo la fine dell'anno scolastico, a fine marzo. Il giorno te lo dico appena me lo fanno sapere. Buona fortuna per gli esami!

- Ne avrò bisogno!

La zia sorrise gli lasciò un bacio in fronte e si allontanò. Chuuya rimase lì da solo nel parco, con un sorriso un po' ebete ad osservare i primi germogli delle piante, poi con un'alzata di spalle si incamminò verso la moto.

Arrivò a casa di Dazai poco dopo e trovó il propio ragazzo ad aspettarlo in giardino, sdraiato nell'erba a guardare il cielo con le braccia raccolte dietro la testa.

- Ehi, mummia che fai?

- Leggo i presagi nelle nuvole.

- Ah-Ah... E sentiamo... Cosa dicono le nuvole?

We are falling like the stars - SoukokuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora