27 - Amico per un lecca-lecca

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[73 giorni dall'arrivo di Osamu Dazai]

Dopo un po' Yumeno corse nella loro direzione con gli occhi pieni di lacrime, Chuuya allora sollevò il bambino piangente e se lo mise in braccio, sistemandosi sull'altalena alla ricerca di una posizione più comoda. Yumeno si strofinò gli occhi bagnati dal pianto poi tra un singhiozzo e l'altro biascicò:

-Chuuya-San, Kyoka mi ha spinto!

- Non è vero! Sei caduto da solo!

Si difese la bambina raggiungendoli di corsa, poi si fermò e fissò con tanto d'occhi Ranpo seduto sull'altalena vicina a quella di Chuuya che, dondolandosi come un bambino, si stava scartando un lecca-lecca alla fragola.

- Un lecca-lecca! Wow, ma è rosa! Posso anche io, per favoreeee?

Chiese Kyoka congiungendo le mani, come se fossi in preghiera e facendo gli occhi più dolci che era in grado di fare in direzione dei due ragazzi. Chuuya distolse lo sguardo, cercando le parole giuste per dire di no, quella bambina era troppo brava a ottenere quello che voleva!

Ranpo, invece, in tutta risposta sorrise ed estrasse dalla tasca un altro dolciume identico al suo e lo porse alla bambina che lo prese sorridente e cominciò a scartarlo tutta contenta.

- Ehm... Kyoka... Non credo sia un bene accettare il cibo da uno sconosciuto... Non te l'hanno insegnato i tuoi genitori?

Kyoka alzò gli occhi grandi su Chuuya, con il dolciume appena scartato in una mano e la carta semi distrutta nell'altra...

- Ma non è uno sconosciuto! È amico tuo, no?

Chuuya scosse la testa. Kyoka lì guardò pensierosa e molto concentrata, evidentemente la sua mente di bambina stava cercando di trovare una soluzione a quel grossissimo problema.

La bimba spostò gli occhi su Ranpo, poi di nuovo su Chuuya e poi di nuovo su Ranpo. Infine scosse le spalle con noncuranza e la sua bocca si spalancò in un sorriso:

- Come ti chiami, tu?

- Ranpo...

- Bene Ranpo, lui è Chuuya. Chuuya lui è Ranpo. Bene ora siete amici e io posso mangiare il mio lecca-lecca!

Detto ciò, fece intendere che per lei la questione era chiusa e si infilò il lecca-lecca in bocca tutta soddisfatta di come aveva risolto la situazione.

Chuuya la fissò tra l'ammirato e l'infastidito: quella bambina lo stupiva e lo fregava praticamente sempre!

A quel punto Yumeno, che nel mentre distraendosi aveva smesso di fare la fontana ambulante, vedendo la sorella avere un qualcosa che lui non aveva saltò giù dalle gambe ti Chuuya e si aggrappò al cappotto morroncino di Ranpo.

- Anche io, anche io!

Ranpo sorrise e tirò fuori un altro lecca-lecca questa volta all'arancia, lo scartò personalmente e lo diede a Yumeno che se lo mise in bocca tutto contento, ormai si era completamente dimenticato del pianto di poco prima e del motivo scatenante.

Chuuya sospirò in segno di resa:

- E va bene, allora... Kyoka, Yumeno come si dice in questi casi?

I due bimbi sorrisero e dopo un secondo ringraziarono in coro.

Chuuya sorrise a sua volta e si alzò dall'altalena

- Bene, ora è meglio andare... Strada facendo ti mostro dove devi andare, Ranpo-San.



Chuuya parcheggiò la moto nel grande garage della casa e si sfilò il casco ripensando alle ultime parole che  Ranpo gli aveva detto con aria furba prima di salutarsi.

Camminando avevano scambiato qualche parola e per quanto strano quel ragazzo dagli occhi verdissimi non era affatto antipatico, anzi Chuuya quasi si augurava di poterlo rincontrare in un lontano futuro.

-Buongiorno, Chuuya-Kun...

Una voce dietro di lui fece sobbalzare il ragazzo che si stava avviando fuori dal garage con il casco da moto sotto braccio.

Si voltò e incrociò lo sguardo di Mori, l'uomo era in piedi con la mano sulla portiera e stava per salire nella sua costosa Porsche nera.

- Buona sera, Mori-San.

Lo salutò Chuuya chinando appena il capo. Mori stirò le labbra in un sorriso sornione:

- Com'è andata al lavoro?

- Tutto a posto, la ringrazio...

Mori annuì e si grattò il mento con fare pensieroso poi disse:

- Ti vedo, però, particolarmente stanco in questi giorni, Chuuya-Kun... Perché non ti prendi una pausa? Tanto finché sei qui con noi non hai più bisogno di soldi e nel mentre hai a disposizione tutta l'eredità di tua nonna che per quanto scarsa deve valere per forza qualcosa, mi sbaglio?

Chuuya lo guardò sbattendo le palpebre cercando di scacciare la fitta di mal di testa che lo aveva appena sorpreso, in effetti si sentiva parecchio stanco, ma nulla che non riuscisse a sopportare in più aveva affrontato periodi decisamente peggiori...

- No, non si sbaglia affatto... Ma vede... Io non lavoro solo per i soldi, forse lo facevo all'inizio, ma ora è tutto diverso. Credo che, se i miei vari datori di lavoro si rifiutassero di pagarmi andrei là e farei ciò che sto facendo ora lo stesso.

Sorrise e Mori ricambiò aggrottando un po' le sopracciglia, invitandolo a continuare.

- Ormai tutto questo fa parte della mia vita e mi rende davvero felice.
Le persone che ho conosciuto durante il lavoro sono gli amici più veri che ho tutt'ora, malgrado l'evidente differenza di età che ho con la maggior parte di loro.

Disse pensando a Kyoka, Yumeno e i loro genitori; a Atsushi; a Fujio e ai vari clienti; Tachihara e Hirotsu.

Mori allora annuì e soddisfatto della risposta:

- Mi auguro che in un futuro, spero non troppo lontano, la compagnia Dazai e vivere il tempo che devi in questa casa possa renderti altrettanto felice, Chuuya-Kun...

Detto questo salì a bordo accomodandosi su i sedili pulitissimi della sua auto poi accese la macchina, aprì il portone del garage, mise in moto e partì, scomparendo nella oscurità crescente portata dalla notte che stava scendendo su Yokohama.

Una notte come tutte le altre, priva di stelle.

A. A.

Ma ciao.

Questo è un capitolo di passaggio un po' corto... Ma comunque importante...
Altra domanda: secondo voi cosa ha detto Ranpo a Chuuya?

E boh nulla... A domaniiii

We are falling like the stars - SoukokuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora