[66 giorni dall'arrivo di Osamu Dazai]
Chuuya davanti al cancello della grande casa esitò, con la mano a mezz'aria per un bel po' prima di decidersi a suonare il campanello.
Era passata una settimana dal funerale di sua nonna e sua zia era partita per l'Irlanda quella mattina e non sarebbe tornata in Giappone prima di due settimane. Mori-San era stato anche troppo accogliente e disponibile, gli avevano già preparato una piccola stanza vicino a quella di Dazai. Chuuya strinse la mano sulla tracolla del borsone pieno delle cose che gli sarebbero servite in quelle due settimane lontano da casa, poi suonò.
Gli venne incontro un tizio vestito elegante che gli sorrise educatamente, un... maggiordomo?
L'uomo lo salutò, poi indicò il borsone che Chuuya aveva a tracolla:
- Buongiorno, posso portarvelo in casa?
Chuuya preso alla sprovvista lo guardò sorpreso poi scosse la testa e declinò il più educatamente possibile:
- Oh, la ringrazio, ma non si preoccupi... Faccio io.
Il maggiordomo dopo un'espressione di stupore che fu veloce a nascondere dietro il suo solito sorriso educato gli fece cenno di seguirlo, lungo il viale del giardino, circondato da un prato molto curato.
L'erba sapeva di fresco e aveva l'aria di essere stata appena tagliata, non c'erano, per grande gioia di Chuuya, statue di marmo o similari, tutte cose che lui riteneva inquietanti.
C'erano invece, lungo l'alto cancello, poste in aiuole ordinate e su pertiche e sostegni appositi splendidi e curati roseti, bianchi e rossi.
Poco lontano alberi secolari facevano ombra ad angoli del prato facendoli sembrare incredibilmente freschi. Chuuya non era un esperto in materia, ma era quasi sicuro di aver riconosciuto un olmo, un acero e una vecchia quercia.
Il maggiordomo lo condusse su per la breve scalinata di ingresso, il design della scala come il resto di tutta la casa era davvero particolare, era decisamente moderno, ma allo stesso tempo aveva un che di antico, eterno, imponente.
Dopo la particolare scalinata i due entrarono nella porta di ingresso, e poi da lì Chuuya seguì il maggiordomo in una serie di corridoi e porte tutte uguali e tutte diverse... Sembrava un labirinto.
A Chuuya per un attimo tornò in mente la storia del labirinto di Creta, quella di Teseo e il Minotauro... Gliela aveva raccontata una volta sua madre...
Stava per sentirsi triste quando la sua mente gli propose l'immagine di Dazai con la testa di toro, un pareo legato in vita che correva su e giù per la casa muggendo come un forsennato e lottò con tutto sè stesso per non scoppiare a ridere.
Man mano che procedevano verso destra, una musica si fece sempre più forte. Cos'era? Forse... Un pianoforte.
Il maggiordomo si fermò davanti ad una porta chiusa dal quale proveniva quel suono dolce che accompagnava i suoi passi già da un po'.
- Il signorino la stava aspettando.
Disse il maggiordomo prima di aprire la porta. Il signorino? Chuuya rischiò di nuovo di scoppiare a ridere, associando la parola "signorino" al Dazai toro che si era immaginato prima.
Entrò immaginando di trovare Dazai in una stanza normale, seduto da qualche parte che leggeva mentre ascoltava la musica, beh, si era immaginato male.
Non era minimamente preparato a quello che si trovò davanti.
Si ritrovò in una sala enorme, lungo le pareti erano allineati due grandi librerie ricolme di libri, un enorme tappeto elegante ricopriva la maggior parte del parquet chiaro. In un angolo c'era un divano in pelle nera con di fronte una TV parecchio più grande e moderna di quella che aveva Chuuya a casa, lungo la stanza erano disseminati pouf e cuscini gettati a caso e disordinatamente sul pavimento
Il soffitto era altissimo, Chuuya si guardò attorno: accanto alla porta dal quale era appena entrato c'erano delle scale che salivano e arrivavano ad una specie di soppalco in legno dove c'erano tre porte in legno chiaro, pure quelle, e una specie di balcone che dava sul grande salone.
Dopo essersi ripreso dallo stupore, realizzò che il suono del pianoforte che sentiva non veniva da una radio o da una cassa.
Dazai era seduto al pianoforte e gli dava le spalle. Suonava talmente concentrato e assorbito nella musica che non si era nemmeno accorto della sua presenza
***Ora se riesco vi metto la canzone che sta suonando Dazai... Okay Wattpad mi odia... Provo a lasciarvi il link comunque è il preludio di Bach in C minore***
https://youtu.be/vcC4Thug-h8
Chuuya rimase in piedi sulla porta, immobile a fissare Dazai e le sue mani che rapide e precise che terminavano il brano. Una volta lasciato andare l'ultimo tasto, ignorando ancora la presenza di Chuuya, girò pagina e cominciò a suonare un altro brano, più semplice del precedente, ma altrettanto bello...
*** questo è: comptine d'un autre eté ***
https://youtu.be/NvryolGa19A
Chuuya dopo un attimo di esitazione appoggiò il borsone per terra e si avvicinò Dazai, poi si sedette contro la sua schiena, in equilibrio sul bordo dello sgabello, anche quello in pelle nera, del pianoforte.
Rimase in silenzio ad ascoltare la musica, non sapeva che Dazai sapesse suonare così bene, ma c'era da aspettarselo.
Si sentì incredibilmente bene in quel momento, era come se il brano che Dazai stava suonando con tanta dolcezza fosse dedicato a lui e soltanto a lui, senza volerlo si ritrovò a sorridere.
E l'immagine buffa del Dazai-Minotauro che prima lo aveva fatto ridere, si dissolse lasciando il posto all'immagine di Dazai come il principe Teseo che sconfiggeva il Minotauro... Chuuya sperò soltanto di non essere lui il mostro che nel labirinto trova la morte.
A. A.
Che bello sono riuscita ad aggiornare e a mettervi le canzoni, sono fiera di me.Grazie a fangxrl_05 che mi ha consigliato le musiche, (:
Questo capitolo é un po' corto, ma mi faró perdonare con il prossimo... A domani bella gente.
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We are falling like the stars - Soukoku
Fanfiction[COMPLETATA :P] - Non riesco ancora a capirti come vorrei, Chuuya-Kun, ma una cosa l'ho compresa chiaramente di te... - Cosa? Sentiamo. - Tu hai un sogno... Un folle sogno che custodisci gelosamente, che ti brucia dentro da sempre e che cerchi di na...