42 - Mordo una mummia

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[110 giorni dall'arrivo di Osamu Dazai]

Chuuya si guardò allo specchio leggermente sbeccato del bagno della scuola cercando di scostarsi infastidito un ciuffo di capelli dalla faccia.
Sentiva venire dal corridoio fuori dal bagno il vociare e i passi degli studenti diretti in mensa.

Erano passati cinque giorni da quando aveva conosciuto Nikolai e Fyodor (e non aveva parlato delle sue nuove conoscenze con Dazai), ma gli sembrava fosse accaduto il giorno prima. Un po' perché il taglio sulla gamba non aveva ancora smesso di bruciare un po' perché ogni volta che vedeva Dazai, quindi molto spesso, continuavano a tornargli in mente le parole di Fyodor.

Di colpo la porta del bagno si spalancò, facendolo sobbalzare, e comparve Dazai che senza troppi complimenti si avvicinò a lui con passo deciso, lo afferrò per un polso e lo trascinò fuori dal bagno dicendo in un tono che non accettava repliche:

- Tu adesso vieni con me!

Chuuya deglutì e non poté fare a meno di guardarlo teso: Dazai sembrava davvero arrabbiato... Che cosa poteva aver fatto di male? Forse Dazai aveva notato che negli ultimi giorni era stato più freddo e sempre un po' nervoso in sua presenza? Probabile, Dazai notava sempre tutto.

- Dove stiamo andando?

Chiese Chuuya, mentre veniva trascinato sempre più lontano dalla mensa.

- In un posto tranquillo.

Dazai lo trascinò fino in biblioteca e da lì nella loro stanzetta segreta lo spinse sul divano e si sedette di fronte a lui poi prendendogli il viso tra le mani costrinse i loro sguardi ad intrecciarsi.

- Bene, ora, Chuuya-Kun, mi dici cosa ti succede?

- Cosa... cosa mi succede? Eh?

- Non provare a fare lo scemo, si vede che c'è qualcosa che non va.

- Non è vero, sto bene!

Dazai lo guardò aggrottando le sopracciglia seccato per poi mettere il broncio:

- Perchè fai così, Chuuya-Kun? Non ti fidi di me?

Chuuya scosse la testa, certo che si fidava di lui nonostante tutto quello che gli aveva detto Fyodor. Come poteva non farlo? Distolse un secondo lo sguardo poi decise di cambiare discorso ponendo una domanda che da un po', già da prima delle parole di Fyodor, gli premeva dentro:

- E tu? Ti fidi di me? Mi stai forse nascondendo qualcosa?

Dazai allungò una mano verso di lui e cominciò a giocare con una ciocca arancione dei capelli di Chuuya con un sorrisetto divertito:

- Vedi, Chuuya-Kun, è giusto che certe verità restino nascoste... Lo dico per te.

Dazai si chinò verso di lui, ora le loro labbra quasi si sfioravano, era un contatto che aveva vissuto migliaia di altre volte eppure in quel momento Chuuya si sentì a disagio.

- Ed è giusto che altre verità vengano allo scoperto.

Sussurrò Dazai contro le sue labbra, mentre la sua mano si staccava dai capelli, per scivolare lungo il corpo di Chuuya fino a raggiungere le sue caviglie, o meglio l'orlo dei pantaloni.

Chuuya deglutì e non potè fare niente mentre Dazai gli afferrava la gamba, se la portava in grembo e con delicatezza gli arrotolava il pantalone fino al ginocchio e metteva in mostra il bendaggio attorno al taglio che il colpo di pistola gli aveva inflitto.

- Quando e chi ti ha fatto questo? Ma soprattutto cosa è successo dopo?

Sussurrò Dazai mentre accarezzava le bende e guardava Chuuya con una punta di divertimento che scosse e non poco il ragazzo dai capelli arancioni.

We are falling like the stars - SoukokuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora