15 - Malattie e fotografie

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[33 giorni dall'arrivo di Osamu Dazai]

Chuuya fissava il soffitto di camera sua nella penombra della stanza. Il mal di testa gli procurava delle fastidiose fitte, la gola secca bruciava e si sentiva particolarmente stanco. Si toccò la fronte imperlata di sudore e bollente per la febbre.
Quel mercoledì mattina si era svegliato con la febbre alta e sua nonna aveva chiamato sua zia, che era arrivata poco più tardi, sia per prendersi cura di lui sia per impedirgli di uscire.

Erano ormai le tre di pomeriggio, in un normale mercoledì a quell'ora lui sarebbe stato pronto per andare in officina. Chuuya fissò i suoi vestiti ammonticchiati su una sedia in un angolo e contemplò l'ipotesi di uscire nonostante la febbre. Non gli andava di saltare il lavoro e trovava quello stare lì senza far niente per nulla produttivo.

Allungò una mano e afferrò il bicchiere d'acqua che sua zia gli aveva lasciato sul comodino insieme a un po' di cibo che non considerò nemmeno. Il tuffo di sabato gli era costato caro... In più il ritorno in moto tutto bagnato non aveva decisamente aiutato.
Dopo aver bevuto si raggomitolò su un fianco e socchiuse gli occhi.

Poco più tardi sentì suonare il campanello, i passi di sua zia che andava ad aprire la porta e poi la voce di sua zia:

- Chuuya, è un tuo compagno è venuto a portarti i compiti.

Chuuya mugugnò una risposta poco chiara chiedendo a Koyo di non farlo salire, probabilmente la zia non lo sentì o, più semplicemente lo ignorò perché poco dopo la porta di camera sua si aprì lasciando entrare in camera sua proprio la persona responsabile dell'influenza di Chuuya, Dazai.

- Ohi ohi, buongiorno Chuuya-Kun che brutta cera!

Chuuya biascicò una risposta infastidita e lo guardò male. Dazai in tutta risposta sorrise e sistemò un pacco di libri sulla scrivania.

- Tua zia Koyo ha chiesto a Mori di mandarmi qui con i tuoi compiti.

- E tu sei venuto?

- Evidentemente, e poi non sono senza cuore come credi... Anche se ce l'ho con te per avermi salvato la vita...

Chuuya si lasciò sfuggire una risata rauca per la gola secca, ma non rispose. Non aveva le testa per discutere. Dazai si sedette alla sedia della scrivania, si guardò intorno con sguardo indagatore poi continuò:

- In più mi ha chiesto di darti un occhio, mentre lei va al lavoro.

Chuuya contrasse la mandibola. Poi sentì la porta di sotto aprirsi e chiudere segno che la zia se ne era effettivamente andata.

- So badare a me stesso e sai che ti dico? Ora mi preparo e vado in officina! Non sto poi così male.

Disse Chuuya alzandosi e appoggiandosi alla scrivania per non barcollare. Dazai lo fissò con sguardo divertito.

- Ma se non ti reggi neanche in piedi.

- Non dirmi tu cosa fare! Non puoi tenermi qui!

Dazai si alzò dalla sedia e spinse di nuovo Chuuya sul letto con delicatezza poi si sedette accanto a lui per impedirgli di alzarsi.

- Tua zia mi ha chiesto di tenerti qui, quindi stai qui.

Chuuya sdraiato scompostamente sulle lenzuola guardò Dazai imbronciato. Ma era troppo stanco per ribattere e per lottare e in fondo sapeva che gli conveniva riposare, così con le mani di Dazai ancora addosso si girò su un lato e si addormentò con un mugugno offeso.


Chuuya si svegliò un'oretta e mezza dopo da un sonno poco profondo e agitato. Dopo aver aperto gli occhi ci mise un po' a registrare la posizione in cui si trovava.
Era sdraiato con la testa appoggiata alle gambe di Dazai, che seduto di traverso sul suo letto sfogliava distrattamente un libro mentre gli teneva una mano tra i capelli, canticchiando sottovoce.
Il ragazzo bendato, appena si accorse che Chuuya era sveglio distolse l'attenzione dal libro e gli sorrise.

We are falling like the stars - SoukokuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora