[57 giorni dall'arrivo di Osamu Dazai]
- Zia Koyo, io esco, sta sera...
Chuuya bloccò la frase a metà vedendo sua zia uscire con sguardo spento e preoccupato dalla stanza di sua nonna.
In quegli ultimi giorni la vecchia signora stava sempre peggio. C'erano istanti nei quali si perdeva completamente e si ricordava a stento perfino di Chuuya, poi nell'ultima settimana faticava particolarmente a mangiare.
Eppure nonostante tutto sua nonna non aveva mai smesso di sorridere, di sembrare la splendida donna di sempre.- Che succede zia? Cos'é quella faccia? La nonna sta tanto male? Se vuoi chiamo Fujio e gli dico che sta sera non vado...
Sua zia si passò una mano sul viso: - Non preoccuparti Chuuya-Kun, vai pure...
- Sicura?
Koyo annuì stancamente.
- Bene, allora saluto la nonna e vado.
Chuuya entrò nella camera della vecchia signora, avvolta dalla penombra, accese una luce sul comodino e si avvicinò al letto, dove sua nonna era appoggiata tra le lenzuola e teneva gli occhi socchiusi, mentre respirava piano.
- Ehi, ciao nonna, io devo andare a lavorare al bar sta sera... Tu però non andartene senza di me, okay?
Si avvicinò e le lasciò un bacio sulla pelle diafana della fronte, poi fece per allontanarsi, ma sua nonna aprì gli occhi e gli prese dolcemente una mano.
- Anche se non mi vedi non vuol dire che me ne sono andata...
La nonna sussurrando quelle parole sorrise, poi con un cenno invitò Chuuya a sedersi sul bordo del letto e gli prese entrambe le mani tra le sue!
- Un giorno, quando realizzerai il tuo desiderio, anche se non sarò lì a prenderti per mano, sappi che sarò nel cielo verso il quale guarderai.
- Nonna... Perché mi dici questo ora?
Sua nonna si lasciò sfuggire una debole risata e lo tranquillizzò:
- Perchè probabilmente se rimandassi a domani mi dimenticherei quello che voglio dirti.
Chuuya annuì in silenzio, la paura che gli stringeva il cuore allentò un poco la sua presa.
- Vuoi dirmi altro?
Dopo un attimo di silenzio dove sua nonna lo fissò meditabonda gli disse trattenendo una risata:
- Staresti bene con i capelli lunghi, e poi sono sicura che quel ragazzo, quel Dazai adorerebbe pettinarti. Quando sei tornato con le treccineb stavi benissimo!
- Nonna!
- Sbaglio o sei arrossito?
- No!
- E invece sì, non me la fai a me, piccolo mio!
Chuuya sentì le mani della nonna stringere debolmente e con dolcezza le sue. Chuuya la guardò negli occhi, quegli occhi blu come i suoi.
- Ricordi cosa ti ho sempre detto, tesoro mio?
- Cadere non è sempre terribile come sembra, ci sono terre più belle di cieli e i viaggi non si possono compiere sempre e solo in una direzione, ti riferisci a questo?
- Mi riferisco a questo.
I due si guardarono in silenzio ancora un istante, poi si salutarono con un sorriso e una stretta, Chuuya lasciò la stanza con il cuore un po' più leggero di prima.
Le tazze tintinnavano scontrandosi, qualche uomo ubriaco cantava vecchie canzoni a squarciagola, le gente tra un bicchiere e l'altro rideva scambiandosi chiacchiere, quelli erano i suoni che riempivano ogni sabato sera di Chuuya.
Stava servendo Dazai di fronte a sè, ormai era diventata un cosa normale, quotidiana. Fujio non diceva niente, lasciava che tutte le sere che lavorava lì il suo lavapiatti servisse quello strano ragazzo.L'odore del caffè, il suo gorgoglio mentre veniva versato, il fruscio delle sue mani sullo strofinaccio, quella sera tutti quei suoni sembravano più vividi e più veri che mai per Chuuya, la chiacchierata con la nonna gli aveva smosso qualcosa dentro.
Quelle parole... Da quanto non le sentiva... Ci sono terre migliori di cieli... Cadere non è terribile... Non si può solo salire... Quelle parole erano state la filosofia della sua infanzia, crescendo le aveva messe da parte, come vecchi giocattoli che quella sera sua nonna gli aveva rimesso in mano.
- Sei pensieroso sta sera, Chuuya-Kun.
Notò Dazai prendendo la tazza che Chuuya gli porgeva.
- Chi io?
Dazai ghignò:
- È successo qualcosa? Ti sei innamorato? Se è successo voglio essere il primo a saperlo.
- Tanto sai che non è accaduto.
Dazai bevve un sorso del suo caffè in silenzio, poi appoggiò la tazza sul piattino e ghignò:
- Già, ma mi piace stuzzicarti.
Chuuya gli fece il verso, mentre dall'altra parte del bancone asciugava una tazza.
- Chuuya
- Mhmh?
- Ti sei macchiato la camicia di caffè.
- Porco schifo...
Dazai ridacchiò e si sporse per indicare la macchia di caffè sulla spalla di Chuuya.
Chuuya stava per rispondere quando la porta del negozio si aprì di colpo. Con sua grande sorpresa il ragazzo vide entrare sua zia.
Koyo si avvicinò con uno sguardo carico di preoccupazione, l'espressione di chi ha ingoiato tante lacrime, al bancone dove Fujio stava servendo un cliente e cominciò a parlare con lui, sussurrando.
Chuuya la osservò: sembrava invecchiata di anni rispetto a qualche ora prima, le spalle stranamente curve sembravano reggere il peso del mondo. La bocca tirata in un espressione di dolore si muoveva rapida, come se qualsiasi indugio, un qualunque silenzio potessero abbattere la sua maschera facendola scoppiare in lacrime.Chuuya non sentiva le sue parole, ma non ebbe bisogno.
Aveva già capito.
Il mondo gli cadde addosso, tutto quello che aveva costruito in quegli ultimi anni sembrò incrinarsi di colpo rischiando di andare in pezzi.
Si appoggiò al bancone per non crollare per terra. Dazai lo guardò preoccupato, aveva capito anche lui? Probabilmente sì.
Koyo si girò nella sua direzione. Si infilò dietro il bancone e senza dire nulla lo abbracciò.
Chuuya ricambiò l'abbraccio a stento, di nuovo quella sensazione, quella emozione che da anni aveva sepolto in fondo a sè stesso tornò a sconvolgere totalmente, ancora un volta.
Abbandono.
Ecco cos'era quell'emozione che sembrava riempirgli i polmoni impedendo all'aria di entrare. Era successo di nuovo... L'avevano abbandonato di nuovo, proprio quando era sul punto di sentirsi completo, qualcosa crollava.
Proprio mentre credeva di essere sul punto di vedere le stelle il buio inghiottiva tutto di nuovo.
Anche se non mi vedi non vuol dire che me ne sono andata...
Come avrebbe voluto crederci davvero.
Sua nonna lo sapeva, gli aveva detto addio appena in tempo... Poi se ne era andata, in silenzio, senza dire nulla, come amava sempre fare.
Ci sono terre migliori di cieli.
Ma allora perché era tutto così dannatamente nero?
A. A.
Okay... Ehm... Non ho commenti da fare su questo capitolo...
Nulla sono stupita da me stessa, sono riuscita a scrivere una cosa abbastanza seria per una volta.Io adoravo il personaggio della nonna di Chuuya...
Non odiatemi per favore.Nulla, a domani spero... Grazie come sempre del supporto! <3
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We are falling like the stars - Soukoku
Fanfiction[COMPLETATA :P] - Non riesco ancora a capirti come vorrei, Chuuya-Kun, ma una cosa l'ho compresa chiaramente di te... - Cosa? Sentiamo. - Tu hai un sogno... Un folle sogno che custodisci gelosamente, che ti brucia dentro da sempre e che cerchi di na...