Capitolo 1

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Josephine's POV

-Devi andartene. Sono in ritardo.-
Cerco di coprirmi alla meglio con un semplice lenzuolo bianco. Mi giro e rigiro nel tessuto morbido sperando di coprire il mio corpo nudo.
Da chi poi? Il ragazzo con il quale sono andata a letto stanotte?
-Perché invece non vieni qui e finiamo ciò che avevamo iniziato?-
Hero steso a terra del divano, si alza cosi da mettersi seduto e guardarmi negli occhi. Ha il torso nudo, i capelli scompigliati, un sorriso genuino sul volto e mi guarda con uno sguardo un po' troppo malizioso.
-E' il mio primo giorno di lavoro, non voglio fare tardi.-
-Bene.- dice alzandosi rimanendo cosi nudo dalla vita in giù. –Andiamo a fare la doccia.-
Questo ragazzo non ha senso del pudore.
Il mio sguardo cade sul suo membro già eretto, e cerca di guardare altrove visto l'imbarazzo che mi investe improvvisamente.
Perché mi sto comportando cosi? In fin dei conti, stanotte è stato divertente.
Ho un mal di testa assurdo, ma riesco ancora a ricordare cosa sia successo: le coccole, i gemiti, gli orgasmi che mi ha regalato...
Ma è proprio questo il punto: stanotte non ero per nulla imbarazzata visto che avevo bevuto e anche molto. Stamattina a mente fresca mi maledico per la scelta presa, visto che io non sono per niente una ragazza da una botta e via.
-Ho capito.- dice vedendomi imbarazzata. –Rimandiamo il secondo round ma dammi almeno la possibilità di accompagnarti a lavoro.-
Rimandare il secondo round? Questo significa che vuole rivedermi?
Inanna ieri sera mi ha accennato il fatto che Hero volesse solo del sesso... nel pacchetto è forse anche compresa la prima colazione e il trasporto pubblico?
Che poi tanto pubblico non è, visto che stando da soli in quella minuscola macchina, sono sicura troveremo un modo o un altro di appartarci.
Indossa al volo i suoi boxer e viene verso di me, mettendomi entrambe le mani sulle spalle.
-D'accordo, ho capito. Rinuncio anche ad accompagnarti a lavoro.- dice lui vedendomi cosi silenziosa.
Mi farebbe più che piacere se decidesse di accompagnarmi, ma non mi sembra il caso. Non voglio dare nell'occhio, soprattutto visto che non so in che ambiente lavorativo dovrò entrare a far parte.
-Grazie della splendida....-
Non so come continuare la frase visto che non so come definirla. Scopata? Nottata? Serata?
-E' stata una delle migliori della mia vita.- dice lui maliziosamente zittendomi di nuovo.
Dopo averlo salutato con un bacio sulla guancia, lo lascio li da solo e corro in bagno per fare una bella doccia fredda per poi vestirmi.
Indecisa su cosa indossare, opto per una gonna e una camicetta il tutto coordinato da un paio di tacchi alti neri laccati.
Quando ho ricevuto l'email che mi avvisava dell'inizio del mio tirocinio alla Tiffin Consolidated, sono subito saltata dalla gioia sapendo che quell'azienda è una delle migliori del paese.
Si occupa di energia alternativa, telecomunicazioni ma anche ricerche scientifiche nel campo della biologia.
Lavorare per loro a tempo indeterminato, sarebbe il sogno di tutta la mia vita. Ma non devo farmi film.
Ci sono tanti candidati che vogliono un posto in quell'azienda. E io sarò anche brava, ma non abbastanza da contrastare i cervelloni che arriveranno da chissà quale università di tutto il mondo.





-Josephine Langford?-
Sono da poco entrata nella hall della Tiffin Consolidated, e dopo il controllo della sicurezza mi hanno dato il mio badge con la foto di riconoscimento per tutte le volte che dovrò entrare a lavoro.
-Si?- 

-Piacere, sono Dylan Sprouse .- dice gentilmente porgendomi la mano.

Che brutto nome.

-Come dici?- domanda corrugando la fronte.

Oh merda!

-Nulla.- rispondo subito ricambiando la stretta. 

-Sarò il tuo supervisore per tutta la durata del tirocinio.-

- Molto piacere. –

-Ho letto il tuo curriculum e sono rimasto impressionato.-

-Tutto merito della Troube University- dico scrollando le spalle.

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