Capitolo 30

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Hero' s POV

-Voglio farlo qui.-
Josephine è ubriaca. E' letteralmente andata. E' stata tutta colpa mia, visto che ho detto a mio padre che a Jo piaceva il liquore alla ciliegia che stavo bevendo e lui ha deciso di fargliene provare altri. Non volendo essere scortese ha accettato tutto quello che mio padre le offriva. Ho cercato di toglierle dei bicchierini di mano ma è stato tutto inutile.
-Non possiamo farlo qui.- sussurro razionale cercando di controllarmi visto che siamo nell'ascensore del suo stabile.
Voleva farlo anche in macchina. Una volta seduta, ha iniziato ad osservarmi maliziosa e ad accarezzarmi la gamba fermandosi ripetutamente sulla patta dei pantaloni. Ha cercato di distrarmi in tutti i modi. Ci è mancato poco che mi convincesse a fermarmi per strada e a prenderla nello spazio minuscolo della mia porsche.
Credo di dover cambiare macchina. O semplicemente potrei comprarne un'altra per quando uscirò con Jo....e degli ipotetici figli. Non so ancora quanti ne desidero, non abbiamo affrontato il discorso, visto che l'argomento sembra essere stato dimenticato.
Se solo Josephine sapesse che sto cercando di metterla incinta di proposito...
-Si che possiamo...- ripete baciandomi il collo slacciandomi i bottoni della camicia. –Ti prego.-
Assomiglia tanto a quelle bambine che piangono quando vogliono qualcosa e non riescono ad averle.
-Sono super eccitata , ho bisogno di essere scopata per bene.-
Eccola che ritorna all'attacco. La Josephine maliziosa che dice cosa sconce per farmi cedere alla tentazione.
Quando arriviamo al quarto piano, apro le porte dell'ascensore e trascino Jo fuori. Le metto un braccio dietro alla schiena per tenerla stretta a me, chiudo la cabina e poi la spingo verso casa. Tasto le tasche del suo cappotto alla ricerca delle chiavi, mentre mi sbatte contro la porta e riprende a baciarmi il collo toccandomi il torace al di sopra del tessuto della camicia.
Non so come, non so grazie a quale santo, riesco ad aprire la porta e Josephine mi spinge dentro chiudendo la porta con un calcio sonoro.
A questo punto, posso accontentarla. Qui possiamo darci da fare come dio comanda.
Mi tolgo il cappotto, mentre lei inizia a slacciarsi i bottoni del suo, fermandomi ad osservarla in tutta la sua bellezza.
Non mi sfilo la camicia, perché mi piace farlo fare a lei.
-Mi dispiace ma non c'è tempo.- sussurra prima di strapparmi il tessuto di dosso in due parti facendo volare i bottoni dappertutto.
Me la sfilo, restando a torso nudo mentre Josephine si sfila al di sopra della testa la camicetta. La prendo tra le braccia, lei si sfila i tacchi e io la alzo leggermente da terra solo per trasportarla in camera nostra.
-Sul.... div..ano.- sussurra con la voce roca per via dell'adrenalina che scorre tra le sue vene.
L'accontento, portandola dove vuole, stendendola e poi prima di stendermi, le sfilo la gonna lasciandola meravigliosamente nuda.
Nella testa mi ritorna in mente la conversazione avuta con Samuel riguardo alle posizioni del kamasutra. So che è banale visto che il sesso con Josephine è grandioso sempre, ma chissà forse il mio migliore amico ha ragione. Forse anche la posizione favorisce ciò che voglio fare.
O chissà potrei sbagliarmi. Ma tentar non nuoce.
Dopo averle sfilato le mutandine, mi slaccio la cinta e mi sfilo velocemente i pantaloni e i boxer. Denudo completamente la bellissima bionda davanti a me, e poi mi sfilo le scarpe grazie ai talloni.
-Piega le gambe piccola.- dico autoritario. Lei fa come le ho detto, piegando le gambe portandosele alla pancia, mentre io mi aiuto appoggiandomi al divano, stendendomi su di lei.
Struscio il mio pene sulla sua intimità bagnandomi dei suoi umori, e poi la penetro facendola irrigidire sul divano. Cerca di aggrapparsi a qualcosa, si contorce sotto di me per via del piacere. Piego le braccia, poggiandole sul bracciolo del divano ai lati della testa di Josephine, e inizio a muovermi.

Sam aveva ragione. Sto facendo tutto io. Ma ne vale la pena.
Jo geme a voce alta, non si sta proprio impegnando a trattenersi. E la cosa mi eccita ancora di più a tal punto da invitarmi ad aumentare la velocità di penetrazione. Cerco di regolare le spinte ancorando le ginocchia sui cuscini del divano, ma il lavoro più grosso lo sta facendo la schiena, pompando dentro di lei per bene fino in fondo.
-Cristo!- urla raggiungendo un primo orgasmo che mi costringe addirittura ad uscire da lei.
Rientro e continuo a darmi da fare. Passa poco tempo, giusto un paio di minuti e raggiunge un secondo orgasmo , e poi un terzo, e quando le pareti della sua intimità di stringono per l'ennesima volta intorno al mio membro la seguo a ruota ed entrambi raggiungiamo il culmine insieme.





-Stai bene?-
Ho portato Jo di peso a letto. Le ho scostato le coperte, e poi mi sono steso al suo fianco, attirandola tra le mie braccia, stando cosi faccia a faccia con lei.
-Non l'avevamo mai fatto cosi...- sussurra. –Sai, credo che E.L. James si sia ispirata a te per il personaggio di Christian Grey.-
Mi sta davvero parlando di 50 sfumature di grigio? Il libro erotico che ha venduto non so quante copie al mondo?
-Hai letto il libro?-
-Tutti e tre.- dice seria. –E ho visto anche il film.-
-Perché mai?- chiedo perplesso.
-E' iniziato tutto come un gioco.... Dylan mi inviò una frecciatina consigliandomi di leggerlo per migliorare le prestazioni a letto... leggendolo mi sono appassionata alla storia. Chi l'avrebbe mai detto che avrei incontrato uno anche migliore di Mr. Grey.-
-Aspetta... cosa? Dylan ti ha davvero detto questo?- chiedo perplesso non potendo credere alle sue parole.
-Si... molte volte litigavamo perché lui non stava attento ai miei bisogni... e mi ha rinfacciato di non essere brava e quindi di non riuscire a provare piacere.-
-Chiamalo cosi gli diamo una dimostrazione di ciò che significa far provare piacere ad una donna....che coglione.- dico scuotendo la testa incredulo.
-Tu non sei come lui...le cose non si possono proprio equiparare.- dice dolcemente accarezzandomi il viso.
-Mi hai detto che eri innamorata di lui... e ora lo sei di me. Perché le cose non sono uguali?-
Ricordo le parole di Dylan quando venne a casa di Inanna con l'obiettivo di riconquistarla.
Sono stati insieme un anno e mezzo, è normale che si siano detti il fatidico ti amo. Noi stiamo insieme da 3 mesi ed è già successo.
-Perché quello che provo per te è amore vero.... Dylan è stato il primo ragazzo serio.. ci tenevo è vero, ma mai quanto tengo a te.-
-Ed è per questo motivo che non mi hai ancora risposto?- domando riferendomi ovviamente alla mia proposta di matrimonio.
Sto cercando di testare il terreno. Sto cercando di capire cosa ne pensa, ma lei non mi risponde.
Lei evita il discorso, non mi prende sul serio.
-Hero, non puoi essere serio.-
-Perché no?- domando incredulo. –L'hai detto tu no? Abbiamo trent'anni.-
-Ci conosciamo da tre mesi.- dice lei razionale.
-Cambierebbe qualcosa se fosse un anno? O due? No.- dico conoscendo già la risposta.
-Non puoi essere serio.- ripete scuotendo la testa sorridendo incredula. –Cosa penseranno i tuoi? O la stampa? Per non parlare dei dipendenti in azienda...-
- Ho smesso di pensare agli altri, il giorno della tua assunzione in azienda. La domanda che mi interessa di più è cosa ne pensi tu. - dico interrompendola. –Eviti l'argomento perché non vuoi? Perché non ti senti pronta a dirmi di si?-
-E' una proposta seria la tua? Perché se lo è, non è la proposta romantica che mi aspettavo di ricevere.-
Indirettamente mi ha risposto. Mi ha detto che si aspettava di ricevere una proposta romantica, quindi ha ponderato l'idea del matrimonio con me.
Sapevo che non era stata la proposta più romantica del mondo, e ovviamente fin quando Monsieur Dubois non mi avrà consegnato l'anello, non ho intenzione di inginocchiarmi davanti a lei e chiederle ufficialmente di sposarmi, ma almeno sono riuscito a capire qualcosa in più.
Almeno, ho capito che se glielo chiedessi anche domani, lei mi direbbe di si.
O forse mi sbaglio?
-Ora.... Io avrei una proposta più allettante per te..- sussurra maliziosa, alzando la sua gamba destra in modo da intrecciarla intorno al mio bacino mentre siamo ancora stesi.
-Mmm... che tipo di proposta?-
Muovo una mano al di sotto del lenzuolo, arrivando alla sua intimità già ben accessibile per via della posizione, e inizio ad accarezzarle il clitoride.
La penetro con due dita, affondando dentro di lei, mentre mi bagno dei suoi umori visto che è già bagnata fradicia.
E le muovo ripetutamente, producendo nella stanza, quel familiare rumore d'attrito provocato dalla penetrazione delle mie dita che entrano in contatto con la sua intimità. Quando finalmente il mio membro è ben sveglio, pronto a darsi da fare, esco da lei e me lo prendo in mano bagnandolo degli umori di Josephine su tutta la lunghezza affinchè l'incontro tra di noi possa avvenire senza problemi.
-Come lo vuoi? Rude e violento in modo da farti venire più volte com'è successo sul divano? O mi vuoi controllato?-
La vedo fremere, perché come me quando pronuncio cose sconce lei si eccita in poco tempo facendo crescere l'adrenalina dentro di se alle stelle.
-Voglio solo sentirlo fino in fondo... regolati tu.- sussurra con la voce roca, prima che io la penetri accontentandola in tutto e per tutto.





Josephine's POV

E' la sveglia a destarmi dal mio sonno profondo. Ogni venerdi dimentico di staccarla e faccio sempre lo stesso errore ovvero svegliarmi presto come se dovessi andare a lavoro.
Ma oggi è sabato, l'azienda è chiusa, e io sono terribilmente stanca. Stanca perché Hero stanotte mi ha sottoposto ad una maratona di sesso sfrenato, tra un pisolino e un altro, mi sono sempre svegliata sentendolo muoversi dentro di me ad una velocità assurda.
Da quanto ho capito, dobbiamo recuperare quelle due settimane di inattività. E la cosa mi fa felice, visto che fare sesso con lui significa raggiungere almeno un orgasmo. E gli orgasmi mi piacciono. Soprattutto se stimolati dall'uomo che ami, che ti prende brutalmente come se non ci fosse un domani.
Un po' esagero, visto che stanotte Hero si è anche controllato, facendo l'amore con me una volta o due. Iniziamo con il fare l'amore, e poi sfociamo in qualcosa di diverso.
Rude, brutale, violento al punto giusto... tutte caratteristiche che potrebbero essere fraintese da un estraneo, ma io mi fido di lui. So dove si vuole spingere e so quando si fermerà .
Una parte di me, stanotte, ha anche pensato che stesse facendo tutto questo per mettermi incinta di nuovo. Non voglio correre con la mente e non voglio esagerare, ma tutte le volte che facciamo sesso, Hero viene sempre dentro e non mi lascia andare fin quando anche l'ultima goccia del suo seme non si è riversata in me.
Per non parlare di questa assurda idea del matrimonio...
Vuole davvero sposarsi con me. Qualcosa mi dice, che Sam e lui confabulavano proprio di questo in silenzio in un angolino del salotto di casa sua durante la cena con i suoi genitori.
Mi giro verso il diretto interessato, trovandolo profondamente addormentato. E' steso di fianco, ha un braccio stretto intorno alla mia vita, e non sembra proprio averla sentita la sveglia.
Beato lui.
-Torno subito.- sussurro dandogli un bacio sulla guancia.
Mugola qualcosa nel sonno cosi continuo sicura che mi stia ascoltando. –Vado a preparare la colazione.- annuncio alzandomi senza lasciargli tempo di riflettere sulle mie parole.
E' stanco morto. E ci credo! Stanotte ha giocato con il suo amichetto non so quante volte. Il sesso stanca.
Quando mi alzo, sento i muscoli tutti intorpiditi. Ecco questa ne è la prova. Ma nonostante tutto, indosso al volo la prima maglietta di Hero che ho sotto mano e vado in cucina per preparare del caffè, del pane tostato e delle uova.
Percorro il corridoio, mi guardo attorno trovando per terra i panni di ieri sera. Le mie scarpe buttate per aria, la camicia di Hero e i suoi bottoni sparsi sul pavimento, le mie mutandine sulla lampada vicino al divano...come ci sono finite li sopra?
Mentre aspetto che il caffè sia pronto, do una pulita veloce cercando di togliere da mezzo tutti questi indumenti. Quando mi rendo conto che è tutto bene o male in ordine, torno in cucina, prendo un vassoio abbastanza grande da portare in camera, e poi apro la credenza per prendere le tazze del caffè, due bicchieri alti per la spremuta, e dei piatti per metterci la roba da mangiare.
In casa si sente l'aroma del caffè. Se ci fossi io in quel letto, a quest'ora mi sarei già alzata da un pezzo.
Prendo una padella, preparo le uova mentre il pane si tosta nel fornetto.
E' la prima volta che preparo la colazione per Hero. In realtà è la prima volta che preparo la colazione ad un uomo.
Forse in passato l'ho fatto per papà, ma mai per Dylan o per qualche altro mio ex ragazzo.
Quando ho finito, prendo il vassoio, sperando di non rompere niente e rovinare tutto e mi dirigo pian piano in camera da letto.
Quando arrivo sulla soglia della stanza, trovo Hero steso a pancia in giù con il cuscino sulla testa.
Pensavo di essere stata silenziosa, e invece, dopo qualche secondo, Hero si muove alzando il cuscino e la testa regalandomi uno dei suoi magnifici sorrisi.
-Buongiorno.- dice con la voce assonnata.
-Ho preparato la colazione.- dico sedendomi sul letto con le gambe incrociate poggiando il vassoio davanti a me ponendolo su una superficie liscia.
-Mmm... ho fame.- dice toccandomi la coscia, alzandomi leggermente la maglia che indosso, solo per constatare che sono nuda e non indosso intimo. –Sei nuda?-
-Ah no.- dico facendo no con l'indice come se stessi parlando con un bambino. –Dobbiamo mangiare. Penso che la sessione di stanotte basterà per un'intera settimana...-
-Ti piacerebbe... oggi ho intenzione di incatenarti al letto ed impedirti di scendere.-risponde alzandosi solo per mettersi seduto con la schiena poggiata alla testiera del letto.
Si sporge verso di me e mi da un bacio sulla guancia, per poi afferrare la tazza del caffè e berne un lungo sorso. So che la nudità non è più un problema per noi, ma nonostante tutto quando vedo che Hero non accenna a coprirsi dalla vita in giù ma anzi continua a fare la sua colazione come se nulla fosse, decido di prendere un lenzuolo e coprirlo fino ai piedi.
-Troppa distrazione Langford?- chiede divertito.
-Ho solo paura che tu possa prendere freddo.- ammetto facendo la finta tonta.
Mi siedo accanto a lui, e prendo il piatto per mangiare le uova e il pane tostato.
Ne mangio un boccone e poi ne prendo un'altra forchettata da dare al bambino accanto a me, troppo stanco per servirsi da solo.
-Tutta quell'attività fisica ti fa male.... Hai un certa età dopotutto.- dico prendendolo in giro.
-Stanotte non ti ho sentito lamentarti.... No, quelli che ho sentito erano tutto tranne che dei lamenti.-
-Smettila.- dico imbarazzata visto che mi sta prendendo in giro su una cosa molto intima.
Quando lo vedo ridere, gli do uno schiaffo leggero li sotto, e lui emette dei suoi strani piegandosi in avanti.
-Ti faccio diventare sterile.-
-Fatti mettere prima incinta un paio di volte e poi hai campo libero.- sussurra lasciandomi senza parole.
Cos'ha detto? Non ho sentito bene.
Anzi no, ho sentito benissimo. Ha detto fatti mettere incinta un paio di volte. Un paio di volte? Vuole più di un figlio? Più di due?
Ovviamente a loro non costa nulla, loro si danno solo da fare una notte, poi il problema è nostro che per nove mesi dobbiamo subire nausea, capogiri, voglie strane, calci a tutte le ore del giorno, e dolori atroci alla schiena.
Allora avevo ragione.
-Cosa?- domando perplessa.
-Cosa?- chiede lui di rimando facendo il finto tonto.
-Per questo motivo mi stai sottoponendo a tutto questo sesso?- chiedo incredula cercando di trattenere un sorriso.
- Ti stai lamentando? -chiede cambiando discorso. –E io che pensavo di essere stato bravo.-
Una mia mano finisce sul suo bicipite, per prendergli con le dita dei lembi di pelle e dargli un pizzico.
-Ahia!-
-Rispondimi o giuro che te lo taglio.- dico pronunciando la prima cosa che mi viene in mente.
-Poi non puoi più giocare.- risponde lui pronto a tono.
Prima che possa dire altro, la nostra attenzione viene attirata dall'arrivo di un messaggio. Hero si sporge verso il suo comodino e prende il suo telefono avendo ricevuto un messaggio da Samuel. Abbasso lo sguardo, volendogli concedere un po' di privacy visto che non sono la fidanzata che controlla il cellulare del proprio partner ma quando Hero inizia a ridere, la curiosità è tale che devo lottare contro ogni cellula del mio corpo per non sbirciare sullo schermo del suo iphone.
Poi inaspettatamente, è lo stesso Hero che inclina il cellulare cosi da lasciarmi leggere il messaggio appena ricevuto.

Da Samuel: Hai provato la bicicletta, la tigre o il ragno?

-Che cosa si è fumato?- chiedo perplessa senza capire il fine ultimo di questi sostantivi.
-Sta parlando di kamasutra.-esclama Hero come se niente fosse scrivendo un messaggio di risposta utilizzando solo la parola bicicletta con una faccina con l'occhiolino.
Bicicletta? Che diavolo è la bicicletta?
Stanotte ci siamo dati cosi tanto da fare, assumendo decine e decine di posizioni che la maggior parte le ho anche dimenticate.
Ecco di cosa stavano parlando ieri sera in silenzio i due furbi. Di sesso!
Si saranno solo scambiati consigli tra amici? O racconti imbarazzanti di momenti d'intimità con Khadija e me?
Eppure non riesco ad essere arrabbiata. Certo mi da fastidio che abbia condiviso momenti cosi intimi con il suo migliore amico, ma la cosa mi diverte in un certo senso. Chissà forse dovrei comprare un libro o dei sex toys per movimentare un po' le cose sotto le coperte.
-Bicicletta?- domando curiosa. A quale momento si riferisce in particolare?
-Divano.- dice Hero leggendomi nella mente posando di nuovo il cellulare sul comodino.
-Ah ecco ora si spiega tutto.... Ma da quando in qua parli con Samuel delle posizioni   kamasutra?-

-Abbiamo fatto anche di peggio... ci siamo misurati a vicenda qualche anno fa per vedere chi era il più dotato.- ammette facendomi ridere come una bambina.

-Chi ha vinto?- domando curiosa.
-Ora vuoi sapere troppo.- dice leggermente imbarazzato.
-Ha vinto lui, vero?-
Prima che me ne possa rendere conto, una mano di Hero finisce sul mio sedere per darmi una sculacciata abbastanza forte.
-Ti stai lamentando delle mie grandezze? Per quanto ne so, ti soddisfano abbastanza.-
-Formulo in maniera diversa la domanda...- dico cambiando discorso visto che non ho ancora capito cosa gli passi per la testa. –Perché hai parlato con Sam della nostra vita sessuale?-
-Sei arrabbiata?- chiede con un tono di voce leggermente preoccupato.
-Ti sei lamentato del sesso con me?- chiedo titubante. Molte volte mi ha detto di essere brava, ma ci dev'essere un motivo se ha parlato di un argomento cosi con il suo migliore amico.
A meno che Sam non ne abbia parlato per primo, e quindi Hero si è sentito in dovere di farlo.... Anche se non credo visto che Khadija mi sembra una tipa riservata su questioni di questo genere.
Ricordo ancora quando stavamo a casa di Inanna, quella sera che non mi sentii bene, e le dissi che in un momento di intimità con Hero gli avevo confessato di amarlo. La sua faccia parlava da sola. Era schifata e disgustata.
-Uno dei motivi del perché mi sono innamorato di te, è perché sei grandiosa sotto le coperte.-dice tranquillizzandomi accarezzandomi dolcemente il viso.
-Allora non sono arrabbiata... sto solo cercando di capire cosa ti passa per la testa. Prima il matrimonio, ora questa idea assurda di volermi mettere incinta...-
-Idea assurda? Pensavo che volessi dei bambini con me.- dice interrompendomi.
Alzo la testa verso di lui, e gli metto una mano sul viso cosi da fargli abbassare il volto per poterlo guardare negli occhi.
-Voglio i tuoi figli. Se potessi te ne sfornerei uno anche qui in questo momento...-
Quando mi rendo conto di ciò che ho detto, corruccio lo sguardo e lo osservo perplessa.
-Non ora ora... non credo che riuscirei a sopportare i dolori del parto in questo momento... i 9 mesi di gestazione esistono per un motivo.... –
Quando lo vedo sorridere come uno stupido, continuo a parlare a vanvera ovviamente agitata dalla conversazione. -Sto solo dicendo che mi farei mettere incinta da te anche ora...sai quanto mi piace darmi da fare con te, anche se sono tutta dolorante... . Neanche cosi suona bene... il punto è che io voglio capire se tu vuoi davvero diventare padre o stai facendo tutto questo solo per me.-
-L'hai detto tu, no? Le cose si fanno in due.- ammette lui.
Questo è un si? Cosa più importante, non ha ancora risposto alla mia domanda.
-Quindi stai cercando di mettermi incinta di proposito?-
-L'idea è quella..- sussurra dandomi un bacio sulle labbra.-E poi... lo sai che amo fare pratica.-

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