Capitolo 19

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Hero's POV

Quando arrivo al palazzo di Jo, scendo dalla macchina senza neanche aspettare che Samuel fermi completamente l'automobile precipitandomi dentro come un pazzo.
Prendo le scale, salendo i gradini due alle volta, mentre dietro di me percepisco le voci di Khadija e del padre.
Non si sveglia Hero. Josephine non si sveglia.
E se le fosse successo qualcosa da stamattina? Forse per questo non rispondeva ai messaggi e non mi è venuta ad aprire la porta quando sono venuto qui per parlarle.
Ricordando le parole di Inanna, aumento la velocità arrivando al quarto piano in poco tempo. La porta dell'appartamento è stata sfondata, mi precipito verso la camera di Josephine dove sento la voce di Inanna chiamarla a gran voce.
Corro verso di loro e quando arrivo a destinazione, la vedo: nel letto come l'ho lasciata ieri, bianca come un fantasma, con Inanna che la sbatte per le spalle.
-Hero.- dice piangendo venendomi incontro.
-Cosa cazzo è successo?- chiedo superandola andando da Jo. Cerco di aprirle gli occhi, ma è tutto inutile, sembra essere in coma. Ha la febbre alta, scotta tantissimo. La scopro dal lenzuolo per vedere se ha perdite di sangue, pensando che abbia un aborto spontaneo ma nulla.
-Piccola, svegliati.- la chiamo dandole dei leggeri schiaffi sul viso ma niente da fare.
-Non si sveglia, non si sveglia.- sussurra Inanna scioccata. Quando Khadija e suo padre arrivano da noi, Inanna viene portata via dalla sorella mentre Jack Sarkis si offre di chiamare un ambulanza.
-E' inutile, ci vuole troppo tempo la portiamo noi.-
Mi tolgo la giacca che ho indossato per la cena,e gliela infilo alla meglio per poi prenderla in braccio e andare verso l'ingresso per portarla in ospedale.
-Prendi tutti i documenti necessari per ricoverarla.- dico rivolto a Inanna sperando che in questo momento di confusione riesca a capirmi.
Stringo Josephine tra le braccia, mentre prendo l'ascensore del suo stabile, e poi arrivo al piano terra. Samuel , forse avvertito dalla sua fidanzata, è già fuori con la macchina ad aspettarmi.
Quando mi vede con Josephine in braccio, scende dalla macchina e mi apre la portiera dei sedili posteriori. Salgo in macchina e poi gli ordino di partire e di raggiungere il Saint Patrick General Hospital nel tempo minore che può.






Samuel's POV

Non l'ho mai visto cosi. Mai.
Neanche quando Mercy si è rotta la testa mentre correva nel giardino di casa quando aveva 7 anni.
Siamo arrivati al pronto soccorso da 10 minuti, e i medici stanno cercando di svegliare Josephine sotto lo sguardo attento di Hero che non le toglie gli occhi di dosso neanche per un istante.
Trema, stringendo tra le mani la giacca che le ha messo addosso per evitare che prendesse freddo.
Khad, Inanna e Jack sono arrivati da poco. Inanna ha consegnato tutti i documenti di Jo ad Hero affinchè possa registrarla all'ospedale cosi da capire cosa diavolo abbia.
Khadija mi si avvicina e mi abbraccia, ed è in questi momenti che capisco l'importanza di avere la persona che si ama al proprio fianco.
-Starà bene, vero?- chiede spaventata.
-Si, starà bene.- dico sicuro di me stringendola forte. Hanno legato tanto. Forse perché entrambe hanno conquistato i cuori di due scapestrati. O forse perché entrambe sanno cosa significhi stare al nostro fianco nel mondo in cui viviamo.
Per quanto Hero menti a se stesso, tutti abbiamo capito quanto sia innamorato di quella piccoletta.
Inanna è scossa come non mai. Piange senza ritegno come se fosse una bambina.
-Io l'ho chiamata e lei non mi ha risposto per tutta la giornata...lei mi risponde sempre... se solo fossi tornata prima... se non avessi aspettato tanto a sfondare quella porta...- dice la piccola Sarkis prendendosi la testa tra le mani per poi farsi abbracciare dalla sorella.
Jack le porta via a prendere un caffè caldo mentre io resto con Hero, che sta compilando i fogli per l'accettazione.
-Lei è un parente?- chiede l'infermiera vedendo che Hero ha lasciato molti campi personali vuoti ovviamente non sapendo tutto sul passato di Josephine.
-Sono un....- Hero non sa come continuare la frase ricevendo uno sguardo perplesso dall'infermiera.
Non dire che sei un amico o un conoscente. Non farlo.
-Sono sposati...- dico prendendo la parola. – E' suo marito.-
Qui sono molto fiscali. E' una delle cliniche private più lussuose di Londra eppure nonostante tutto, non lasciano correre niente.
Hero mi guarda confuso poi capisce al volo cosa sta succedendo. Se non siamo parenti, non possiamo avere informazioni sulla salute di Josephine. Se non abbiamo informazioni, Hero sarebbe capace di far chiudere l'ospedale e centinaia di persone si troverebbero senza lavoro.
-Si è mia moglie.- dice Hero ritornando a fissare la donna anziana che lo stava aiutando con i fogli da compilare.
Devo ricordargli di firmare il documento di riservatezza, altrimenti questa sciocchezza tra qualche giorno sarà su tutti i notiziari del mondo diffondendo l'idea che uno degli scapoli d'oro di Londra si sia finalmente sposato senza dire nulla in giro.
A quel punto credo che Martha Fiennes diventerebbe davvero una strega maligna.
Prima che possa dire altro, Josephine viene trasportata in barella in quella che sarà la sua stanza. Hero ha già pagato in anticipo una camera privata, cosi che nessuno possa disturbarla.
Siamo saliti al terzo piano, seguendo i medici e i paramedici che una volta arrivati a destinazione hanno iniziato a prelevarle del sangue, hanno collegato il suo corpo minuto ad una serie di macchine, le hanno infilato un paio di tubicini nel naso....
Non so come Hero possa sopportare tutto questo. Se si trattasse di Khadija io sarei già morto.
-Signor Tiffin?-
Un ragazzo molto giovane attira la nostra attenzione mentre siamo ancora con lo sguardo fisso sul vetro che ci separa dalla stanza di Josephine.
-Sono il dottor Ryan mi occuperò di sua moglie..-
-Che cos'ha?- chiede a bruciapelo Hero preoccupato.
-Non lo sappiamo ancora ma possiamo arrivarci se lei ci aiuta... mi dica, da quanto tempo sta cosi?-
-Io non lo ...so.- sussurra Hero troppo scosso per parlare. –La prego, posso andare da lei?-
-Per ora non è il caso, dobbiamo prima farle delle analisi... signor Tiffin devo sapere cos'è successo alla...-
-Io non lo so!- sbotta Hero attirando tutta l'attenzione su di sé.
-Hey amico calmati.- dico dandogli una pacca sulla spalla per farlo tornare in sé. Quando vedo Inanna in compagnia di Khad, suggerisco al medico di andare a parlare con lei visto che è stata proprio lei a trovarla cosi.
Hero fa dei passi incerti verso la camera, poggiando la mano sul vetro che la divide da Josephine, in prossimità del viso della ragazza. Poi abbassa il capo verso il pavimento, e scuote la testa ripetutamente.
Non voglio neanche immaginare come si sente. Se dovesse succederle qualcosa, non se lo perdonerebbe mai.

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