Capitolo 16

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Josephine's POV

-Vuoi dirmi dove stiamo andando?-
E' venerdi pomeriggio, e Hero mi ha chiesto di staccare prima da lavoro cosi da tornare a casa e preparare i bagagli.
Qualche giorno fa mi aveva detto scherzosamente di voler partire e stare un po' da solo con me ma non pensavo fosse serio.
E soprattutto non pensavo che dovessi preparare addirittura un bagaglio. Certo, avevo intenzione di portarmi dei ricambi, ma pensavo più ad uno zaino o cose cosi.
Cinque minuti dopo essere rientrata in casa, aver fatto una pipi assurda ed essermi tolta i tacchi alti, Hero ha bussato alla porta ed è entrato con passo spedito in casa andando direttamente in camera da letto.
-E' una sorpresa te l'ho detto.- dice lui aprendo l'armadio tirando fuori dei maglioni pesanti.
-Si ma se non mi dici dove stiamo andando, non posso decidere cosa portarmi.-
-Ti serve roba pesante. Molto pesante.- dice lui guardandosi in giro per poi inginocchiarsi davanti al letto e prendere una valigia rossa rigida non molto grande.
Cosa diavolo significa? Stiamo andando in montagna?
Ho tanti ricordi di molte vacanze fatte in famiglia ma... ma mai una fatta con il mio ragazzo.

Un'altra prima volta.
Ha scelto un paio di maglioni e due jeansstretti. Evito di portare un pigiama quando so che passeremo questi due giorni,in completa nudità crogiolandoci nel calore corporeo dell'altro. Prendo due paia di calze pesanti, dei calzini di lana e poi vado in bagno perprendere la borsetta che di solito uso come beauty case (nei pochi viaggi cheho fatto) riempiendola di tutto l'occorrente per l'igiene intimo.
Quando torno in camera per mettere tutto nellavaligia, noto Hero frugare nel comò dell'intimo, stringendo tra le dita untanga rosso.
-Oh nono.- dico avvicinandomi a lui. –A questoci penso io.-
Lo spingo via urtandolo con il bacino.
-Mi stai togliendo tutto il divertimento.- dicemaliziosamente abbracciandomi da dietro dandomi una serie di baci nei capelli.
-Se non sparisci, e mi dai 10 minuti per prepararmi,giuro che ti priverò di altri divertimenti.- dico facendogli capire di uscirefuori cosi da lasciarmi un po' di pace.
-Felix è giù che ci aspetta...sbrigati.- dicefacendomi l'occhiolino.
Hero freme dalla voglia di andarsene. Che cosaavrà organizzato?
Quando è tutto pronto, lascio un messaggio sullaporta di Inanna, dicendole che sono partita con Hero per il weekend e che perqualunque cosa deve chiamarmi. Prendo la valigia e la borsa , chiudo casa,prendo l'ascensore e quando arrivo al piano terra, vedo fuori alla strada, unamacchina ad aspettarmi. Hero è appoggiato contro la portiera anteriore, mentreFelix ha le mani in tasca e gli è davanti.
Apro il portone, attirando l'attenzione dei dueuomini. Felix viene verso di me prendendomi la borsa per poi metterla nelportabagagli. Hero mi abbraccia dolcemente dandomi un bacio sulle labbra.
Il primo da quando ci vediamo oggi pomeriggio.
-Ciao.- dice maliziosamente.
-Ciao.- dico accennando un sorriso. –Finalmenteti sei degnato di baciarmi.-
-Sei a corto di attenzioni, signorina Langford?-chiede Hero ridendo.
-Io? Forse tu.- dico lanciandogli unafrecciatina.
-Credimi. Non hai idea.-
Mi lascia andare aprendomi lo sportellodell'auto, facendomi salire per prima. Mi siedo controllando nella borsa se hotutto quello che mi serve mentre Hero si siede accanto a me e Felix mette inmoto.
-Amico siamo in orario? O Jo ha rallentato lacorsa?- chiede Hero divertito.
Gli do una gomitata sul braccio, e noto attraversolo specchietto che Felix sta sorridendo.
-Avete l'aereo tra mezz'ora bro... c'è tutto iltempo.- risponde Felix continuando a guardare la strada.
-Aereo?- chiedo euforica. –Dove stiamo andando?-
-Svizzera.- rivela Hero prendendomi una mano trale sue accarezzandomi dolcemente il dorso con fare protettivo.





Tutto mi aspettavo, tranne che avremmo viaggiatocosi. Un jet privato e due hostess che ci servono champagne e fragole ricopertedi cioccolato. Mi sono sempre chiesta quanto siano ricchi i miliardari. Lo so èuna domanda quasi retorica, ma quand'ero bambina immaginavo che avessero tuttii lussi più sfrenati, da una piscina con idromassaggio all'elicottero ingiardino. Hero ha un jet. Un jetlussuosissimo che viene utilizzato dalla compagnia per le trasferte all'estero.
Da quando ci siamo seduti non fa altro chesorridere. Uno di quei sorrisi che ti lasciano senza fiato e che non tipermettono di staccargli gli occhi di dosso.
Acominciare dalle due hostess che non fanno che guardarlo da quando ci siamoseduti sul divanetti di pelle.
-Che te ne pare?- chiede Hero vedendomi cosiconcentrata sulle due donne vestite per bene tutte truccate e con i capellitirati in uno perfetto chignon.
-Belle.-
-Jo?- chiede Hero dandomi un calcio leggerovisto che siamo uno di fronte all'altro. –A che stai pensando?-
-Sei mai andato a letto con una di quelle due?-chiedo senza peli sulla lingua facendo spalancare gli occhi a Hero per lasorpresa.
-Chi loro?- chiede lui seguendo con lo sguardole due ragazze more. -No...perché lo chiedi?-
-Quindi non hai mai fatto sesso in alta quota?-continuo sfottendolo un po'.
-Ah volevi arrivare a questo...- dice sporgendosiverso di me poggiando le braccia sul piccolo tavolino di mogano che divide idue posti.
-Rispondimi per favore... hai mai provatol'esperienza del sesso in alta quota?- chiedo maliziosamente scandendo bene laparola sesso e alta quota.
-Piccola.... ci sono delle persone di là chepotrebbero sentirci.-
Mi mordo il labbro, mi sporgo anch'io verso dilui e gli accarezzo le braccia al di sopra della stoffa della camicia, creandovari ghirigori geometrici senza senso.
Lo guardo, e noto nei suoi occhi una scintilladi divertimento mai vista prima.
-Da come ti guardavano, pensavo che la tuaesperienza a tre fosse stata con loro... chissà forse proprio qui ...- dico accarezzando la pelle dei sedili.
Mi chiedo cosa stia pensando la sua testolina inquesto momento. Forse che potrei farlo qui? Beh se me lo chiedesse, nonrinuncerei ad una cosa del genere. Ma di certo non riuscirei a godermi al cosavisto che ci sono quattro persone a pochi metri da me.
Nonostante tutto non gli direi di no. Parliamodi Hero Fiennes Tiffin. In qualunque momento non gli direi mai di no.
-No, non l'ho mai fatto.- sussurra spostando isuoi occhi dal mio viso, scendendo verso la camicetta rosa che ho indossato a lavoroe che non ho avuto tempo di cambiare. Seguo il suo sguardo, notando il merlettodel reggiseno di pizzo che si intravede a causa del tessuto quasi trasparente.
Ha il respiro affannato, so che si staeccitando. Basta poco e in certe occasioni è ancora più facile.
-Ti piace?- chiedo scostando di poco il tessutodella camicetta per mostrargli i merletti del reggiseno. –E' nuovo.-
E' nuovo perché è un completino che non ho maimesso. Non voglio che faccia la stessa fine degli altri, quelli che Hero mi ha gentilmentestrappato durante un momento di foga.
-Sei andata cosi a lavoro?- chiede curioso conun pizzico di gelosia. –Si vede tutto.-
-Il perizoma è praticamente inesistenteinvece....- sussurro prima di rimettermi seduta per bene, poggiando la schiena almorbido sedile di pelle, ricevendo un'occhiata profonda da Hero che mi osservacon un'espressione carica di meraviglia sul volto.








Quando arriviamo, circa 3 ore dopo, atterriamosenza problemi a Berna. Sono quasi le 9 di sera, e sto morendo di sonno. Lagiornata a lavoro, le corse per preparare i bagagli... voglio solo arrivare inalbergo e dormire fino a domani.
Sempre se il mio focoso e irresistibile ragazzome lo permette.
E' ancora strano definirlo cosi. E' stato luiperò a farlo per primo.
Hero si alza per primo per complimentarsi con idue piloti che ci hanno regalato questo tranquillo viaggio.
-Grazie signor Tiffin. Vi auguro un buonweekend.- dice un uomo sulla quarantina molto cordiale. Hero mi ordina dimettere il cappotto perché le temperature qui sono molto più basse di Londra. Lui fa la stessa cosa, e quando finisce di chiudersi il suo, mi aiutachiudendomi i bottoni in corrispondenza del seno.
Quando annunciai ai miei che volevo trasferirmi, mi avvisarono subito sulle temperature mitiche colpiscono quel lato della costa. Le previsioni dicono che il freddo verodovrebbe arrivare verso i primi di dicembre quindi ho ancora un mese perpotermi equipaggiare al meglio. Per ora , cerco di abituarmi al freddo di qui,sperando vivamente di non prendere un raffreddore.
-Dammi mezz'ora e poi te la farò pagare.-sussurra a voce bassa affinchè nessun'altro possa sentirci.
-Conterò i minuti allora.- sussurro di rimando,prendendo la borsa superandolo per scendere dalla scaletta del jet.
Arrivo sulla pista d'atterraggio, e vedo unamacchina nera ad aspettarci mentre l'autista sta caricando le due borse nelportabagagli. Mi fiondo in macchina, costatando che fa davvero freddo anche sesiamo solo a metà ottobre, ringraziando Hero per avermi fatto mettere in valigiadella roba cosi pesante.
Spero tanto che in albergo ci sia ilriscaldamento. Non so precisamente dove staremo in questi giorni, ho fattodomande su domande a Hero, ma ho dimenticato di toccare questo argomento.
-Stephan.- dice Hero porgendo la mano all'autistache sostituisce Felix. Sale in macchina poco dopo, mettendosi al miofianco, prendendomi le mani nelle sue tentando di riscaldarmi.
Mi guardo intorno, quando l'autista mette inmoto la macchina, e appoggio la testa sulla spalla di Hero osservando per benetutto ciò che mi circonda.
-E' mai stata in Svizzera signorina?- chiedel'autista attirando la mia attenzione.
-No, prima volta.-
-Ti piacerà.- sussurra Hero sottovoce. Noncapisco se è serio, o se si sta riferendo ad altro.
Tipo a cosa ha intenzione di farmi dopo, quandofinalmente saremo soli.
Passiamo per il centro di Berna, e vedo edificitutti illuminati fatti di mattoni rossi, molti chalet in stile svizzero enumerose casette dipinte con colori vivaci.
-Hai prenotato un albergo?- chiedo innocentevolendo sapere dove staremo per tutto il weekend.
-Non esattamente.- dice divertito come se stessenascondendo qualcosa.
Usciamo dalla cittadina, e saliamo sul versantedella valle percorrendo una strada di montagna.
-Hai intenzione di fare campeggio?- chiedo vistoche ci stiamo allontanando dalla civiltà non vedendo nessuna luce accesa cheindica vita umana.
-No.-
L'autista rallenta, e imbocca una stradacementata, avanzando in un vialetto fermandosi davanti ad una casa imponente.
Questo non ha l'aria di essereun albergo.
L'edificio in legno e pietre, ha delle finestreenormi che si affacciano sulla facciata principale.
Stephan ferma la macchina e Hero apre laportiera uscendo, porgendomi poi la mano che prendo senza esitazioni.
-E' tua questa cosa?- chiedo corrucciando lafronte per la vista di tanta ricchezza.
-Ti piace?- chiede tirandomi per mano verso igradini che se saliti conducono alla porta d'ingresso. Prende un mazzo dichiavi dalla tasca del cappotto, e apre la porta di legno entrando per primo.
L'arredamento è essenziale, con pareti fatte dilegno scuro e quadri d'arte. Una rampa di scale conduce ai pianisuperiori mentre dall'ingresso riesco a vedere l'enorme salone con il caminoacceso, e la cucina in muratura.
-Signorino Hero.-
Mentre Hero è occupato a parlare con Stephan dinon so quale cosa, sento la voce di una donna e mi giro in direzionedelle scale.
-Mrs Jones – esclama Hero dolcementeavvicinandosi alla donna che sta venendo verso di noi. L'abbraccia a sé,poi quando si separano, mi attira tra le sue braccia per fare le presentazioni.
-Lei è Gail, si occupa della casa quando non cisiamo. Gail lei è la mia fidanzata, Josephine Langford.-

FIDANZATA?
-Piacere di conoscerla signorina.- dice la donnabionda porgendomi la mano che accetto sorridente. -La cena è quasipronta.- aggiunge avviandosi verso il salotto per poi sparire chissàdove.
Ora che ci penso, sentivo nell'aria un buonprofumino.
-Allora ti piace?- chiede di nuovo Hero,sfilandomi il cappotto e prendendo la borsa cosi da mettere tutto su undivanetto all'entrata.
-E' semplicemente magnifica...-
-Vieni con me.- dice portandomi di sopra.Hero midice che ci sono 6 camere padronali per un totale di 12 posti letto. Non contaovviamente l'enorme quantità di spazio che permetterebbe di aggiungerematerassi gonfiabili o cose cosi.
-Hai mai fatto feste o cose del genere qui?-
-Tante.... Samuel ne organizzava certe che facevanoscalpore anche a Londra. Ma non è nata per questo: papà decise di comprarlaquando nacque Mercy, permettendo cosi alla mamma di fuggire dalla monotoniadella città e rifugiarsi qui. Prima che la mamma di Samuel morisse, venivamoqui quasi tutti i weekend.-
Non sapevo che la mamma di Samuel fosse morta.Non abbiamo mai affrontato questo discorso.
Loro da bravi ricconi, avendo un jet tutto loro,venivano qui quando potevano usufruendo di questa casa che sembra essere uscitada un film Hollywoodiano.
Apre una delle tante porte nel corridoio, e milascia entrare per prima. La stanza è arredata molto semplicemente, c'è unletto enorme, con un baule in legno , un armadio non molto grande, un impiantotv con casse incorporate....
-E' camera tua?- chiedo conoscendo già larisposta.
-Si...-
E' la prima camera di Hero che vedo. Non ho maivisitato casa sua a Londra. A parte qualche poster appeso qua e la , sembraessere una normale camera da liceale.
-E' bella...- dico semplicemente.
Quante donne saranno entrate qui dentro? SeSamuel ha organizzato tante feste, quante possibilità ci sono che Hero si siadato da fare con qualcuna?
Tante. Forse possibilità.
-Ma?- chiede lui notando che c'è qualcosa chenon va.
Mi gira verso di lui e mi alza il viso con duedita affinchè possa guardarlo negli occhi.
-Cosa c'è?- chiede premuroso.
-Non riesco a non pensare a quante donne sonoentrate qui dentro.- dico scrollando le spalle come se fosse la cosa più ovviadel mondo. -O a quante , avrai concesso il giro della casa solo per farebella figura....-
-Jo?- mi chiama Hero evitandomi di correretroppo con la fantasia. –E' vero, sono passate tante donne in questa casa.....-
-Immaginavo che fosse successo, voglio dire seistato anche tu giovane ma ho ancora difficoltà a capire con quante donne tu....-
-Nessuna era te.- dice interrompendomi visto chestavo iniziando a parlare a vanvera. –Nessuna.-
Gli prendo il viso tra le mani e lo bacio,facendolo gemere. Lo reclamo, cosi come lui reclama me, esplorando la mia boccacon la sua lingua esperta, mentre le mie mani si intrecciano dietro la suanuca.
Improvvisamente la stanchezza sembra esserescomparsa. C'è solo una cosa che desidero in questo momento. Una sola fantasiada soddisfare. E rigurda il ragazzo che mi sta stringendo prepotentemente a sé.
Mi muovo, conducendo i giochi, spostando Hero inmodo che con una spinta possa stendersi di schiena sul letto, mentre io finiscoa cavalcioni su di lui.
Continuo a baciarlo, facendo strusciare la miaintimità sulla sua, provocandogli dei gemiti che mi fanno perdere il controllo.
-Dovremmo andare a mangiare.- sussurra tra unbacio e un altro mettendosi seduto sul letto con me ancora addosso.
-Al diavolo la cena. Ho necessità di esserescopata per bene signor Tiffin.- dico in prenda all'eccitazione quasi come sefossi impossessata.
Hero capovolge la situazione, facendomi stenderedi schiena sul letto. Le mie gambe con un po' di difficoltà, vista la gonna atubino che indosso, si intrecciano intorno alla sua vita, e Hero inizia amuovere il bacino spingendosi verso la mia intimità facendomi sentire tuttoanche se ci sono degli strati di tessuto a dividerci.
Poi improvvisamente, si alza facendo leva sullebraccia, e visto che non accenno a lasciarlo, mi ritrovo in braccio alui.
-Che stai facendo?- sussurro maliziosa mentregli bacio il collo. Quando gli mordo il lobo dell'orecchio, Hero mi stringe ilsedere con tutta la forza che ha.
-Puoi scegliere. Iniziare ora ed essereinterrotti da Gail, oppure conservare per dopo l'attimo di follia con lapromessa che questa sarà la migliore notte di tutti i tempi.-
Mi blocco, e alzo il viso solo per guardarlonegli occhi.
-Stai scherzando vero?- chiedo confusa. –Mi staidavvero dicendo che Gail verrebbe ad interromperci? Non siamo più al liceo Hero...-
-Se ti sentisse urlare di piacere si.- dicemaliziosamente facendomi fremere tutta. Una delle sue mani si insinua sotto lagonna, arrivando al sedere che ovviamente a causa del perizoma risulta esserecompletamente nudo. Senza preavviso, mi penetra con due dita costatando chesono già bagnata fradicia.
-Mmm... cristo sei cosi pronta.-
-Datti da fare ti prego.- sussurro facendo lavoce più sexy che mi riesce, sperando che questo lo convinca ad esaudire il miodesiderio. –Andiamo...-
Gli bacio le labbra, e poi quando vedo che staper approfondire il bacio, mi sposto sul collo per mordere il lobodell'orecchio con i denti forse un po' troppo forte.
-Hai esattamente due minuti.- dice buttandosisul letto. Con le gambe ancora intrecciate alla sua vita, mi alzo la gonnamentre Hero si abbassa di poco il pantalone e i boxer e poi senza preavviso miriempie tutta.
La sensazione migliore del mondo.



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