Capitolo 29

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Josephine's POV

-Tutto buonissimo mamma.-
-Devi fare i complimenti a Raisa Hero.... è una cuoca spettacolare... vero George?-
Siamo arrivati a casa dei genitori di Hero da circa un'ora. Se pensavo che la casa ad Aspen fosse grande, non avevo fatto i conti con la meraviglia nella quale mi trovo ora. Sembra un castello principesco: tutto in muratura con un giardino enorme ed alberi che sembrano secolari.
Ci vuole circa mezz'ora di viaggio dal mio appartamento, visto che è la casa è stata costruita lontano dal centro di Londra, leggermente in periferia in un quartiere privilegiato,a cui è possibile accedere solo con un codice personale. 
Quando siamo arrivati, è stata Raisa ad accoglierci. Finalmente ho avuto la possibilità di conoscere la donna che è stata come una seconda madre per Hero. Mi ha detto cosi tanto su di lei che mi sembra di conoscerla da sempre.
Poi è stato il turno di Mercy, che mi è corsa incontro abbracciandomi dolcemente come fa di solito quando ci vediamo. Martha e George l'hanno seguita subito dopo, salutandoci affettuosamente, nonostante nell'aria si sentisse un certo imbarazzo visto il mio passato turbolento con la padrona di casa.
Ed infine, dulcis in fundo, sono arrivati anche Khad e Samuel. Martha li ha invitati perché pensava che la cosa avrebbe fatto felice Hero e dalla sua espressione quando ha visto il suo migliore amico ho capito che era cosi.
Dopo un aperitivo, Raisa ci ha avvisato che la cena era in tavola. Abbiamo preso posto: Martha e George a capotavola, Hero alla mia sinistra, Mercy alla mia destra, Khad e Samuel di fronte a noi.
La cena è spettacolare. Raisa ha cucinato del tacchino ripieno, con un misto di verdure grigliate e crocchette di patate il tutto accompagnato da un fantastico vino rosso di prima classe.
- Raisa è la migliore...- ammette George dando corda alla moglie.
-Jo credo che dovresti dare a Raisa la ricetta di quei biscotti che abbiamo cucinato insieme. – dice Mercy attirando l'attenzione su di me.
-Tu hai cucinato dei biscotti?- domanda Samuel scettico.
-Si.. mia figlia da quando ha incontrato Josephine ha scoperto la passione per la cucina.- dice Martha facendomi sorridere.
-Questo perché Jo è una bravvisima cuoca.- aggiunge Mercy. –Se non fosse per lei, Hero morirebbe di fame o passerebbe le sue giornate al Big Belly Burger.-
-Ehi cos'hai da dire sul Big Belly Burger?- domanda Sam facendo ridere i presenti.
-Andiamo amore, è roba fritta e rifritta.- dice Khad razionale.
Ho sempre pensato che fosse una donna che badava alla forma. Lei e Inanna hanno un fisico pazzesco, molto curato. Inanna è insegnante di box quindi si allena 24 ore su 24 (o quasi) mentre Khadija visto il suo lavoro come avvocato, non ha molto tempo da dedicare agli allenamenti.
O forse chissà, si allena con Samuel sotto le coperte. Come succede tra me e Hero.
-Ha ragione.- dico andando in suo aiuto.
-Parlano coloro che amano le patatine fritte con la maionese.- sussurra Hero ricevendo un'occhiataccia da me.
Mi ritorna alla mente l'ultima volta che Hero ed io abbiamo mangiato le patatine con la maionese del Big Belly Burger. Eravamo in macchina, e lui ha iniziato a provocarmi visto che alcuni giorni prima avevo giocato con il suo amichetto quasi come se fosse un lecca lecca.
Scaccio via dalla mente l'immagine di Hero che si contorce dal piacere sul divano di casa mia, e cerco di concentrarmi sulla conversazione che stanno avendo i commensali.
-Dovremmo portare le ragazze a vedere la prossima partita di campionato.- propone Samuel.
Io a vedere una partita di calcio? Preferirei più un giorno alla spa con Khadija a questo punto.
Raisa sparecchia il tavolo quando abbiamo finito facendosi aiutare da un'altra cameriera più giovane che osserva Hero un po' troppo attentamente. Lo squadra,lo studia quasi come se non ci fosse nessun'altro qui. E io la osservo di nascosto per vedere fin dove si spingerà.
Mi sorge spontanea la domanda: si sarà fatto anche lei? Per questo motivo lo osserva cosi attentamente?
Hero non sembra accorgersi di nulla, e non la degna neanche di uno sguardo, troppo occupato a parlare con il padre e Sam della partita di non so quale squadra di baskett. Quella che si accorge di tutto è Khadija , che come me osserva la tipa in modo strano.
Quando i nostri occhi si incontrano, indica con un cenno del capo Samuel, facendomi capire che anche lei ha notato degli sguardi un po' troppo penetranti destinati al fidanzato.
-Signorino Hero posso versarle altro vino?- domanda la giovane con una voce un po' troppo candida visibilmente imbarazzata.
-Certo, Sam.- dice il mio fidanzato accennandole un sorriso che per poco non la fa svenire.
Alzo gli occhi al cielo, e prendo il mio bicchiere per bere un lungo sorso di vino. Hero, girandosi verso di me mentre sta ancora discutendo con il padre, come se niente fosse mi toglie il bicchiere dalle mani quando capisce che c'è qualcosa che non va.
Lo guardo perplessa, mentre Khad cerca di trattenere un sorrisetto.
Ovviamente tutti gli occhi sono puntanti su di me, visto che il mio adorato fidanzato, mi ha tolto dalle mani un po' di vino suscitando l'interesse di tutti. Fortunatamente, Raisa ritorna da noi con il dolce e il caffè.
-Signorina Josephine, le ho preparato una crostata senza noci. Il signorino Hero mi ha detto che ne è allergica.- dice Raisa sottovoce quando mi mette il piatto davanti.
-Grazie.- sussurro imbarazzata per tanta premura.
Mi giro verso Hero, e gli prendo una mano nascosta dalla tovaglia, per stringerla tra la mia in segno di ringraziamento.


Hero's POV

-Toglimi una curiosità....-
Mercy, Khad e Jo sono sedute sul divano e stanno osservando delle vecchie foto di quand'ero bambino. E' stata mia madre a dare alle ragazze quell'album. Tra lei e mio padre, non so chi voglia mettermi più in imbarazzo. Al liceo non ero molto attraente. Avevo i capelli più lunghi, la macchinetta, anche la faccia leggermente alterata per via dei brufoli.
Mentre io sono innervosito dalla cosa, Jo sembra divertirsi. Era cosi nervosa prima di arrivare per via di mia madre, mentre ora vederla qui cosi, mi fa capire quanto lei davvero ci tenga a me.
Ha fatto tutto questo per me. Per farmi ricongiungere con mia madre. Se non fosse stato per quel caffè, questa cena non si sarebbe mai fatta.
-Quando stavamo in ospedale...- continuo avendo attirato l'attenzione di Samuel che come me, è all'in piedi dietro alle donne vicino alla finestra che da sul balcone. –Hai detto che volevi riprovarci.-
Capisce al volo a cosa mi riferisco. Lui sa cosa si prova a perdere un figlio. Khadija qualche mese fa ha avuto un aborto spontaneo. Bene o male è come se Josephine avesse avuto la stessa cosa.
-Si...-
-Ecco.... – inizio imbarazzato vista la domanda personale che gli sto per fare. –Ci state provando sul serio? Voglio dire, quante volte tu e Khad...?-
-Mi stai chiedendo quante volte faccio sesso con Khad?- domanda perplesso. –Davvero?-
Annuisco serio.
-Beh... tante. Certo a causa degli impegni, e a causa del ciclo, riesce difficile. Ma vorremmo riprovarci. Perché lo chiedi?-
Sposto lo sguardo verso Josephine, osservandola attentamente. Questo silenzio, insospettisce Samuel che mi mette una mano sulla spalla dandomi una serie di pacche volendo attirare la mia attenzione.
-Stai facendo sesso , vero?- chiede preoccupato.
Ogni occasione è buona per appartarci. Lo facciamo almeno una volta al giorno. Nei weekend anche di più.
Ora che ci penso domani è sabato... stanotte possiamo darci alla pazza gioia.
-Si... ed è questo il problema.- ammetto sincero.
-Da quando in qua il sesso è un problema?-
-E' un problema da quando fare un figlio è diventato un pallino per me.-
-Mi stai dicendo che vuoi metterla incinta di proposito?- chiede confuso e leggermente sorpreso.
-Volevamo quel bambino, Samuel. Abbiamo quasi trent'anni. E' il momento giusto. Ma....-
-Ma non ci riesci?- chiede intuendo il fine ultimo del mio discorso.
Bingo. Ha centrato l'obiettivo.
-E' normale che non ci riesci. Hai l'ansia! E poi per quanto ne so, dipende anche dalla posizione che si assume durante l'atto.-
Posizione durante l'atto? Davvero? Io pensavo che una valesse l'altra. Alle medie, seguii un corso di educazione sessuale e tutto dicevano che per fare un bambino bisognava far incontrare il semino maschile con l'ovulo femminile.
Ci stiamo dando da fare, raggiungo l'orgasmo dentro di lei tutte le volte, lei sta prendendo le pillole datele dal ginecologo al fine di prevenire altre gravidanze extrauterine... ma non sembra funzionare.
La domanda più interessante che mi pongo però è: come fa Samuel a sapere queste cose?
Lo guardo in maniera curiosa, e lui sbuffa rumorosamente.
-Qualche mese fa ho trovato Khad leggere un libro sul kamasutra e le posizioni più gettonate da utilizzare per fare centro. Ne abbiamo provate un paio....-
-Tipo?-
Sam ed io abbiamo discusso anche di peggio. E' stato lui a mostrarmi come si infilava il preservativo. O a insegnarmi a controllarmi per non mettere incinta nessuna. Quand'eravamo più giovani (in realtà è successo due anni fa), ci siamo anche scambiati le misure reciproche dei nostri peni per vedere chi fosse il più dotato.
-Il ragno, la posizione della tigre, la bicicletta....-
-La bicicletta?- chiedo divertito. Se li starà inventando questi nomi o è serio?
-Tu tra le sue gambe, le sue piegate alla pancia... è vero tutto il lavoro lo fai tu, ma lei godrà come una pazza.-
-Fai finta che non ti ho chiesto nulla.- sussurro scuotendo la testa sorridendo.
-So che da quando stai con lei hai la testa sulle spalle, ma devo dirtelo... sai vero che se colpisci il bersaglio, devi metterle un anello al dito?-
Non ho ancora trovato il modo per dirglielo. Volevo farlo per messaggio ma mi sembrava cosi banale.
Non è una cosa cosi semplice da confidare al proprio amico. Anche Samuel voleva chiedere a Khadija di sposarlo. Per quanto ne so, non l'ha ancora fatto e non so cosa stia aspettando.
Avrà avuto la mia stessa pensata? Ovvero chiederglielo la valigia di Natale cosi da iniziare l'anno nuovo fidanzati ufficialmente?
Chissà.
-Ho chiamato Monsieur Dubois in settimana.- sussurro.
Samuel sposta il suo sguardo verso le donne, probabilmente pensando che stia evitando il discorso.
-Cosa gli hai chiesto di preparare questa volta per tua madre?- domanda sorseggiando il liquore nel bicchierino che aveva tra le mani.
-Un anello di fidanzamento.- sussurro facendolo quasi affogare.
-Tu cosa?- chiede alzando la voce attirando l'attenzione di tutti su di noi.
Spalanco gli occhi, e corruccio la fronte vista la sua reazione che per poco non ci fa scoprire.
-Tutto bene?- domanda Khadija visto che finora eravamo stati in silenzio.
Samuel ed io, all'uniscono ci giriamo verso di loro, e annuiamo ripetutamente con il capo.





-Hey straniero.-
Jo è finalmente ritornata da me. Ha smesso di osservare le mie foto da piccolo, e si è avvicinata. Samuel è andato da Khadija, sedendosi accanto a lei sul divano mentre Jo ed io siamo vicino alla finestra abbracciati.
Le sue braccia sono strette attorno al mio torace, chiuse dietro la mia schiena.
-Hai smesso di ridere di me?- chiedo dandole un bacio sulla fronte ispirando il suo profumo dolce.
-Eri buffo! Cosa posso farci?- domanda alzando lo sguardo dandomi un bacio sulla guancia. -E devo dirlo... avevi davvero un bel culetto.-
-Mmm.. tu niente. Anch'io non potrò fare niente quando torneremo a casa, e ti prenderò nel modo più selvaggio possibile per fartela pagare.-
-Sembra interessante la cosa...- dice maliziosa dandomi un bacio a stampo. –Hai bevuto il liquore alla ciliegia? Quello che mi aveva offerto tuo padre?-
Annuisco e dopo le sue labbra sono di nuovo sulle mie, tirandomi e succhiandomi il labbro inferiore come fanno i bambini con il ciuccio.
-Avrei voglia di provarlo su altro ma dovrò accontentarmi.- dice maliziosa facendomi fremere.
Mi separo da lei, e la osservo attentamente. Cerca di ricongiungere le nostre labbra ma io devio la sua traiettoria, affinchè possa baciarmi sulla guancia.
-Voglio baciarti.- dice mettendomi il broncio.
-Sai dove voglio baciarti io, invece?-
-Mmm.... guancia?-
-No.-
-Collo?- chiede facendo la finta tonta. So quanto ama i baci sul collo ma non è quello il mio obiettivo.
-No no.-
-Oddio..- sussurra facendosi tutta rossa. –Li?-
Anche li. Soprattutto li. Ma la mia mente non stava pensando a quello in realtà.
Scuoto la testa, confondendola ancora di più.
-Allora dove?-
-In chiesa di fronte ai nostri familiari quando entrambi abbiamo pronunciato il lo voglio.- 

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