"Signorina Griffin, mi sta ascoltando?" chiede l'insegnante Pike del corso di scienze terrestri.
I pensieri su Bellamy l'avevano distratta persino dalle sue lezioni preferite.
Era ancora immersa al momento in cui, giorni prima, aveva incrociato lo sguardo del ragazzo e stava scarabocchiando sul suo quaderno, qualcosa di simile al suo volto. A lei piaceva molto disegnare, tanto che le pareti della sua stanza erano ricoperti di tutti i suoi disegni.
"Eh? Si, certo" risponde lei riprendendosi dai suoi ricordi. "Allora? Come si accende un fuoco?" chiede l'insegnante per testare se quello che aveva detto Clarke fosse vero.
"Non lo so, non lo abbiamo ancora studiato" risponde con aria innocente.
L'insegnante Pike fa un sospiro di disperazione e scuote la testa: "Lo abbiamo spiegato due minuti fa".
Clarke, imbarazzata, abbassa lo sguardo e non dice una parola.
"Dato che sei una delle poche che studia e che ha ottimi voti, per questa volta chiuderò un occhio" dice poi lui, girando sui tacchi e tornando alla cattedra.
L'insegnante Pike era un uomo molto severo, un tipo che dettava le regole e se qualcuno provava a disobbidirlo, gliela faceva pagare cara. Ma, stranamente, per Clarke fece un'eccezione.
"Va bene ragazzi, la lezione è finita. Ci vediamo la prossima settimana" continua uscendo dalla classe.
La settimana scolastica era finita e questo voleva dire una sola cosa: la sera stessa ci sarebbe stato il ballo in maschera e Clarke non poteva essere più emozionata.
Avete presente quando non ha comprato l'abito a causa della presenza di Bellamy? Ecco, ancora doveva comprarlo e doveva anche sbrigarsi dato che il banco era aperto fino alle 17:30.
La ragazza si affretta a prendere i suoi quaderni e le penne ma, mentre stava prendendo un libro da sotto il suo banco, uno dei quaderni cade a terra e si apre proprio alla pagina in cui, fino a poco fa, stava disegnando il volto di Bellamy, decorandolo con mille cuori e frasi.
Di corsa, cerca di prendere il quaderno, ma qualcuno la precede.
Impaurita, alza lo sguardo e vede John Murphy che stava leggendo ciò che aveva scritto.
John Murphy era un ragazzo della Walden e, sfortunatamente, era anche molto legato a Bellamy.
"Ridammelo!" urla Clarke in preda al panico, cercano invano di strappargli il quaderno dalle mani.
Murphy squadra per bene quelle pagine. "You are my sun, my moon and all my stars?" legge ironicamente ad alta voce.
"Oh, ma guarda...abbiamo capito che quindi ti piace Bellamy Blake" urla le ultime parole.
Clarke, in quel momento, avrebbe voluto sparire, sotterrarsi, andarsene via di lì e non tornare mai più.
Tutti si erano riuniti intorno a loro, neanche fosse successo chissà cosa...
Lei era rossa dalla rabbia e dall'imbarazzo.
"No, non mi piace lui" ribatte.
"Ah no? E perché qui c'è scritto il suo nome?" domanda curioso.
"Perché è un altro Bellamy Blake, un ragazzo di un film che adoro" risponde innervosita.
Certo, poteva inventarsi una scusa migliore...
Murphy ride sarcasticamente, ed era proprio quello che Clarke si aspettava.
"Certo, e io ci credo" dice continuando a ridere.
"Va bene, io vado che ho di meglio da fare...Ah e questo me lo tengo. Ho bisogno degli appunti di scienze per il test della prossima settimana" conclude.
Clarke avrebbe tanto voluto prendergli il quaderno e andarsene, ma conoscendo Murphy, non glielo avrebbe permesso.
Tutti gli altri studenti del suo corso, la stavano fissando. C'era mancato poco e sarebbe scoppiata a piangere, quindi decide di uscire di lì il prima possibile.
Lei era l'unica Arcadiana che prendeva le lezioni nella Walden.
Tutti i ragazzi della sua età e della sua stazione prendevano lezioni private, ma lei preferiva stare in compagnia con i suoi coetanei. Purtroppo, però, gli studenti Waldeniti non la sopportavano poiché faceva parte delle stazioni privilegiate. Svariate volte aveva ricevuto occhiatacce da parte di loro, oppure c'era chi sparlava di lei e la fissava. Avevano anche messo in giro voci su di lei non vere.
A causa di tutto questo, il suo unico e affidabile amico era Wells. Si conoscono sin da piccoli ed entrambi fanno parte di Arcadia.
Si dirige di corsa verso casa sua e inserisce il codice per entrare.
"Mamma, ci sei?" urla una volta entrata nell'abitazione.
Per fortuna capì che non c'era nessuno a casa. Sicuramente, entrambi i suoi genitori, erano ad una riunione del consiglio o erano nell'ambulatorio a curare le persone più sensibili ai problemi legati all'ossigeno.
Raggiunta la cucina, apre la dispensa e prende qualcosa da mangiare.
Decide di farsi un panino, che mangia velocemente per poi prendere dei soldi dalla sua camera ed esce nel corridoio.
Decide di andare a comprare il vestito, questa volta da sola.
Arrivata la banco dei vestiti, nota che molti di quelli che aveva visto la scorsa volta non c'erano, e al loro posto si trovavano solo scaffali vuoti.
Si dirige verso il reparto di vestiti da sera e ne avvista uno quasi simile a quello che desiderava: era di un blu elettrico, gonna lunga con uno spacco laterale alla gamba destra; il corpetto era in pizzo e di tanto in tanto, si notava uno strass argentato.
Lo prende dallo scaffale e se lo posa addosso, poi va dritta davanti allo specchio per vedere come le sta.
Al primo colpo si rende conto che è davvero bello e se avesse legato i capelli, sarebbe sembrata una vera e propria principessa.
Con la sua solita allegria, decide di andare a provarlo nei camerini.
Con molta delicatzza, lo indossa e si fa una coda per improvvisare un'acconciatura. Esce dal camerino, e quando posa gli occhi vicino al bancone per poco non sviene: si, era di nuovo Bellamy che sorrideva e parlava con la commessa di non si sa cosa poiché Clarke era troppo lontana per sentire di cosa stessero parlando.
Lei, distogliendo lo sguardo, va verso il reparto delle scarpe. "Mi scusi, posso provarle?" chiede Clarke facendosi coraggio e andando vicino al bancone per domandarlo alla ragazza che stava lavorando in quel momento.
Le mostra delle scarpe con il tacco che si abbinavano perfettamente al vestito.
"Ma certo" le fa un finto sorriso, infastidita dal fatto che Clarke aveva appena interrotto il discorso tra lei e la giovane guardia.
Bellamy si gira verso Clarke e quasi rimane impietrito nel vederla vestita così.
Lei ricambia il sorriso della commessa e, compiaciuta dallo sguardo di Bellamy, si volta e indossa le scarpe. Poi, va verso lo specchio e si ammira per l'ennesima volta.
Nel riflesso, vede il ragazzo avvicinarsi e per un momento, il suo cuore smette di battere. Poi si dice di stare calma, ma il respiro, anziché rallentare, accelera 6 volte di più.
"Ci stai benissimo" le dice Bellamy.
Quelle parole...la sua voce, non l'aveva mai sentita da così vicino eppure ancora non riusciva a credere che le aveva parlato.
Una cosa era certa: quelle parole se le sarebbe segnate su tutti i quaderni del mondo e non gliene sarebbe importato se i Waldeniti la prendessero in giro.
Clarke, evidentemente arrossata in volto, abbassa lo sguardo e mette una ciocca di capelli dietro l'orecchio. "Grazie" risponde sorridendo, ma quella parola risuonava quasi come un sussurro.
"Allora? Cosa mi avevi chiesto?" la commessa interrompe quel magico momento.
"Oh, certo. Solo questo" si volta Bellamy per poi portare un nastro rosso per capelli alla cassa.
Sicuramente era un regalo per la sorella. Da poco avevano scoperto sull'Arca dell'esistenza di Octavia. Sull'Arca non era possibile avere più di un figlio e, quando Arcadiani e Waldeniti avevano scoperto che la famiglia Blake aveva un membro in più, tutti sono rimasti sotto shock.
Si diceva in giro che la nascondevano in giro per la casa e le guardie, per 16 anni, non sono mai riusciti a trovarla.
Clarke va di nuovo nel camerino per cambiarsi e comprare il suo abito.
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𝘼𝙥𝙣𝙚𝙖
RomanceClarke, una giovane ragazza nata nello spazio, abita ad Arcadia: la parte più ricca dell'Arca e passa le sue giornate tra lezioni di scienze terrestri e in compagnia del suo migliore amico Wells. Il suo sogno è quello di parlare, almeno una volta n...