7. Complicazioni

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Clarke esce dall'acqua insieme a Bellamy, ma c'era un problema: sentiva la sua gamba bruciare ancora di più.
Ad un tratto, ansima dal dolore e si siede a terra, stringendo le mani intorno alla bandana.
"Cosa succede?" domanda preoccupato Bellamy sedendosi a terra insieme a lei.
Lei, dal dolore, non riesce neanche a dire una parola.
Bellamy, impanicato, le toglie la bandana ancora inzuppata dall'acqua del fiume e nota che la ferita non stava guarendo, anzi...forse era addirittura peggiorata.
Lui piega il pezzo di stoffa a metà e lo preme sulla sua gamba, ma questo non fa altro che peggiorare le cose e Clarke getta un grido di disperazione.
"Cosa senti?" gli chiede non sapendo cosa fare.
Clarke aveva gli occhi colmi di lacrime e manteneva uno sguardo che faceva tenerezza a Bellamy. Quanto avrebbe voluto fare qualcosa per lei, ma non sapeva neanche da dove partire.
"Un bruciore, mi sta scuoiando la pelle" risponde tremando e con la voce che si spezzava ad ogni sillaba che pronunciava.
Lui, ancora in preda al panico, la prende in braccio e la riporta di corsa all'accampamento, dove magari qualcuno di più esperto avrebbe potuto aiutarla.
"Ragazzi aiutatemi" urla ad un gruppo di ragazzi che probabilmente erano suoi amici.
"Cos'è successo?" interviene preoccupata una ragazza dai capelli rossi e ricci: era Monroe, sull'Arca faceva parte di una delle stazioni agricole, nella Walden.
Senza dare il tempo a Bellamy di rispondere, la ragazza gli fa segno di appoggiare Clarke su un lettino medico che avevano improvvisato in una delle tende.
Bellamy la poggia con attenzione su quel lettino per poi sedersi accanto a lei, prendendole la mano ed intrecciandola alla sua.
"All'atterraggio un vetro le è andato sulla gamba. Gliel'ho medicato circa un'ora fa ma ora sembra essere peggiorato" risponde alla domanda con tono preoccupato.
Clarke aveva la fronte bagnata dal sudore e ogni tanto una fitta le attraversava la parte superiore del ginocchio, così inarcava la schiena dal dolore, in modo da non urlare.
Non voleva farlo sembrare così grave, per cui tratteneva ogni singolo grido che voleva gettare fuori dal suo corpo, ma così facendo si torturava soltanto.
D'un tratto, entra Wells nella tenda, ma lei a stento riusciva a vederlo.
Tutto intorno girava e vedeva così appannato, che per osservare la scena, avrebbe dovuto spalancare i suoi occhi...ma non aveva la forza per fare neanche quello.
"Clarke! Oddio, cos'è successo?" grida lui disperato.
"Cosa le hai fatto?" urla ancora più forte di prima in faccia a Bellamy per poi dargli una spinta così forte da farlo indietreggiare e quasi accasciare a terra.
Ma lui, si spinge in avanti con le braccia e si rialza con uno sguardo furioso.
"Che cazzo fai? Io non le ho fatto un bel niente! La ferita si è solo infiammata!" la voce di Bellamy era più forte e potente di quella di Wells, e persino la gente che era fuori dalla tenda lo avrebbero potuto sentire.
Lui non voleva abbassarsi ai suoi livelli e fare a botte con Wells, per quanto avrebbe voluto tirargli un pugno in faccia, ma si limita a guardarlo dall'alto in basso.
"Ragazzi, per favore..." richiama Clarke la loro attenzione, dicendo quella frase con voce roca.
Wells e Bellamy si lanciano fulmini e saette con lo sguardo, ma non dicono nulla per poi portare i propri occhi su Clarke.
Monroe le disinfetta il taglio e poi lo copre con una fascia pulita.
"Non basta solo medicarla, dovremmo darle qualcosa per ridarle le forze" dice poi guardando i due ragazzi.
"Abbiamo qualche medicina?" chiede Bellamy.
"Si, ma ne sono rimaste poche scorte. Altri ragazzi sono venuti qui poiché, dopo l'atterraggio, in molti sono rimasti feriti" risponde lei gettando uno sguardo verso un tavolino in legno, costruito da poco, su cui erano posati vari utensili per medicare.
"Si, ma anche Clarke merita una di quelle per guarire, non può stare in questo stato fin quando non arriveranno gli altri dall'Arca" continua Bellamy.
La ragazza gli lancia uno sguardo, proprio come se fosse quella la sua intenzione.
Mentre Wells se ne stava zitto, Clarke stava per aprir bocca per parlare.
"Non ti preoccupare...non...non fa niente, aspetterò" prova a dire l'intera frase per poi sforzarsi di sorridere, prendendo la mano di Bellamy.
Lui si rimette di nuovo accovacciato di fianco a lei e porta alle labbra la mano di Clarke, posandoci un leggero bacio.
"Avrebbe dovuto stare a riposo" urla Wells dalla rabbia per aver appena visto quella scena e guardando Bellamy con aria di rimprovero. Poi, senza dare retta a nessuno, si gira ed esce dalla tenda dando calci a tutto ciò che incontrava: sassi, pezzi di legno, attrezzi da lavoro...
"No, dobbiamo darle qualcosa" dice ancora una volta Bellamy scuotendo la testa e ripensando a come sarebbe potuta peggiorare la situazione.
La ragazza guardò ancora una volta le medicine, indecisa. Poi, però, afferra uno di quei contenitori, ne preleva un po' con una siringa e infila l'ago nella pelle di Clarke.
Lui sorride prima a Monroe, come per ringraziarla, e poi si gira verso Clarke.
Lei non poteva vedere il suo volto poiché aveva gli occhi chiusi, ma sentiva che stava succedendo qualcosa.
Con un po' di sforso, apre gli occhi e ringrazia la ragazza che le aveva dato la cura.
Poi ci ripensa un po' più a fondo: e se quella cura sarebbe servita a qualcun altro e con più urgenza?
"Ora come faranno gli altri con una scorta in meno?" chiede ancora stesa per poi deglutire.
Aveva le labbra secche: a furia di sudare si era disidratata e aveva bisogno di qualcosa da bere.
"Arriveranno presto dall'Arca a salvarci, sta tranquilla" risponde Bellamy.
Come se le stesse leggendo la mente, lui va verso uno dei tavolini e le prende una borraccia d'acqua.
Le mette una mano dietro la schiena in modo da farla alzare un po' e Clarke riesce a bere.
La ragazza dai capelli rossicci, esce dalla tenda lasciando i due ragazzi da soli.
Lui si stende accanto a Clarke e fa appoggiare la sua testa sul suo petto e la stringe fra le sue braccia.
Quella era la prima notte che passava sulla Terra, eppure non se la stava godendo a pieno, con l'allegria che solitamente ha. Avrebbe voluto alzarsi di scatto e passare la notte addormentandosi con il suo ragazzo sotto le stelle...
Il suo ragazzo...era strano pensare che lui, la guardia con cui aveva desiderato stare da anni, ora fosse il suo ragazzo, quasi non le sembrava possibile.
Accoccolata a Bellamy, Clarke non sentiva più il dolore.
Sentiva solo il calore del suo corpo e un brivido di piacere.
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Spazio autrice:
È un po' più corto del solito questo capitolo, ma non avevo idea di come farlo finire😂.
Vi anticipo che, molto probabilmente, nel prossimo capitolo Clarke e Octavia si conosceranno.
Io vi comunico, anche e di nuovo, che se vi va potete lasciare un voto o un commento così capisco se i miei film mentali interessano a qualcuno o meno✌🏻😂.

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