19. Echo

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"Cos'è stato?" chiede Bellamy, avvertendo un rumore esterno alla tenda e spostando leggermente Clarke dalle sue gambe.
"Cosa?" domanda a sua volta la ragazza che neanche ci aveva fatto caso.
Era troppo impegnata a coccolarsi al corpo del giovane Blake.
"Non hai sentito?" chiede ancora tendendo l'orecchio e mettendosi seduto.
Lei, ancora abbracciata a lui, scuote la testa in segno di negazione, un po' più impaurita rispetto ad un momento prima.
Bellamy, dopo pochi secondi, si alza del tutto e indossa la sua giacca per poter uscire fuori.
"Torno subito" le comunica, spostando un lembo della tenda per poi uscire fuori a controllare.
Il sole sorgeva alto nel cielo, ma non emanava il calore che tanto faceva durante i primi giorni in cui sono atterrati.
Anzi, quasi quasi iniziava a fare freddo e la cosa lo preoccupava.
Ma era un altro il suo obiettivo in quel momento.
Scaccia via il suo ultimo pensiero e va avanti verso il rumore; ecco che si ripeteva ancora una volta.
Senza esitare, lo segue correndo.
Il segnale lo porta alla staccionata, dove ancora si trovava la ragazza tenuta da loro prigioniera.
Era di spalle, accovacciata al pezzo di legno attorno a cui i suoi polsi erano legati.
Ecco la causa del fastidioso rumore: stava continuamente battendo la corda contro la staccionata, non curante del fatto che stesse disturbando la coppia.
"Potresti smetterla?" chiede lui attirando la sua attenzione e tirando un sorriso forzato.
Lei si ferma di colpo, guarda terra e si gira verso il ragazzo.
"Di fare cosa?" chiede con tono freddo e menefreghista, ritornando a strofinare la corda contro le schegge di legno.
"Di fare questo" afferma Bellamy, avvicinandosi alla ragazza dalla folta chioma castana e appoggiando la mano sulla sua, per fermarla.
"Tanto non funzionerà" continua in modo ovvio, indicando con un cenno del viso la corda che era ancora intatta.
"E tu cosa ne sai?" domanda scocciata.
"Lo so perché è così" risponde ancora in modo ovvio incrociando le braccia al petto.
"Senti, ritorna da dove sei venuto perché già è fastidioso stare qui e la tua presenza di urta il doppio. Quindi lasciami in pace" afferma con freddezza e con lo sguardo vuoto.
Bellamy tira un sospiro e si avvicina a lei.
"Come ti chiami?" domanda lui.
"Cosa te ne importa? Tanto il mio popolo verrà a prendermi e io e te non ci vedremo mai più" risponde alzando il tono della voce.
Bellamy non aveva intenzione di 'invadere' il suo spazio, ma voleva conoscere la loro prigioniera.
Era alquanto strano che il resto del suo popolo non aveva ancora fatto rivolte contro i nuovi arrivati sulla Terra.
"Va bene, allora se non mi dici come ti chiami, non ti porterò del cibo" ribatte lui, iniziando ad allontanarsi.
"Perfetto. Tanto non ho fame" sputa acida riprendendo a sfregare le corde per potersi liberare.
Non si direbbe...la ragazza era lì da giorni e le guardie non si erano neanche preoccupate di darle da mangiare. Era piuttosto pallida e si notava come le sue energie stavano iniziando a calare.
Dopo neanche un minuto passato a sfregare le corde, già aveva il fiatone e le braccia iniziavano a perdere forza.
Il giovane Blake, notando ciò, corre verso la navicella e va a prendere qualche scorta che avevano portato con loro.
Sapeva che era un periodo difficile poiché le provviste non sarebbero bastate neanche per loro, ma non poteva lasciar morire quella ragazza.
Dopo poco trova quello che stava cercando e torna di corsa dalla prigioniera.
"Tieni, mangia" dice lui porgendole un po' della sua porzione di pasta di proteine.
"Cos'è?" alza lo sguardo, ma non accosta una mano per prenderla, quasi avesse timore.
"Mangiala. Ti darà più forza" continua avvicinandosi per fargliela afferrare.
"Come faccio a fidarmi? Come faccio a sapere se non è una dose di veleno?" domanda lei indignata, guardandolo negli occhi.
"Pensi che ti lascerei morire scatenando una guerra tra noi e il tuo popolo e sapendo che voi siete più forti avendo vissuto più tempo sulla Terra? Io non credo" risponde netto.
Lei lo guarda di sottecchi e poi afferra la busta argentata contenente la pasta di proteine.
Bellamy si allontana per tornare dalla sua amata, ma la ragazza riprende a parlare.
"Echo" dice soltanto.
Lui si gira e le rivolge uno sguardo perplesso.
"Il mio nome è Echo" continua sorridendogli per la prima volta da quando era arrivata lì.
"Bellamy. Io sono Bellamy" risponde di rimando lui e torna nella tenda.

Una volta tornato nella tenda con il sorriso, fiero di aver aiutato una persona, si guarda intorno, ma si accorge che Clarke non c'è.
"Clarke!" prova a chiamarla, ma non risponde nessuno. Solo vuoto.
"Clarke" continua uscendo dalla tenda, ma vede solamente gli altri ragazzi che si stanno dividendo le armi per mettersi al sicuro.
Bellamy si avvicina al loro tavolo per controllare cosa stessero cercando di combinare.
"Ragazzi, cosa fate?" domanda facendosi spazio tra la folla.
"Non vedi? Ci stiamo dividendo le armi. Vogliamo uccidere i terrestri. Non possiamo continuare a vivere con la continua tensione che prima o poi ci attaccheranno" risponde John Murphy andandogli in contro.
"È fuori discussione. Non possiamo combattere contro di loro! Sarebbe una sconfitta per noi a prescindere. Sono molto più forti di noi, voglio ricordarvi che si trovano sulla Terra da molto più tempo di noi" ringhia contro di lui, Bellamy.
"Senti, o vai a consegnare la mora che sta lì, se ne hai il coraggio, oppure noi andiamo ad ucciderli tutti" ribatte con un ghigno.
"Tu sei pazzo. Ragiona per favore. Non possiamo mai vincere! Moriremo tutti contro di loro" lo rimprovera ancora facendo una risata isterica.
"Hai qualche idea migliore? Bene, esponila e noi ti ascoltiamo. Altrimenti sai già cos'abbiamo intenzione di fare e tu non puoi fermarci" dice Murphy puntandogli un dito contro e incitandolo a parlare.
"Non ho idee, per il momento, ma..." cerca di dire, ma gli altri lo bloccano protestando e continuando a sostenere l'idea di Murphy.
Il caos si stava diffondendo in quella parte dell'accampamento, le urla non cessavano e le proteste non finivano.
"Ascoltate!" urla d'un tratto Bellamy per sovrastare tutte le voci.
"Non fatevi prendere dal desiderio di uccidere tutti i terrestri. Non abbiamo possibilità di vincere contro di loro! Ma vi prometto che troveremo un piano" continua ad urlare e strappando le armi dalle mani di tutti i ragazzi riuniti.
"Bene. Trova la tua idea entro domani, altrimenti noi attacchiamo. Chiaro?" gli sussurra Murphy avvicinandosi a lui con aria minacciosa.
"Bell!" urla una voce femminile dall'altro capo dell'accampamento.
Bellamy si fa spazio e corre verso quella voce.
"Octavia!" esclama andandole incontro.
"Che succede?" chiede preoccupato notando che non era da sola. Infatti, era accompagnata da Lincoln.
"Credo che attaccheranno a breve" dice con il fiatone la più giovane dei Blake.
"Non avevamo dubbi." afferma sconsolato.
Non sapeva come, ma avrebbe dovuto trovare una soluzione al più presto.
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Spazio autrice:
Salve guysss, sono tornata, di nuovo :))
Mi sono messa in testa di finire questa fan fiction e state tranquilli che la finirò! Quindi se vedete che per un periodo scompaio, tranquilli che continuerò a postare, non si sa quando, ma continuerò fino a quando non finirò la storia.
Ora che siamo in videolezione ho un po' più tempo, ma ci stanno riempiendo di compiti, ma don't worry!
Aggiornamento: ho avuto vari problemi con wattpad perché non mi faceva pubblicare il capitolo. Ci ho messo un'ora, letteralmente. Ma pur di pubblicarvelo, eccomi qui con una crisi isterica :)
E niente, lasciate stelline e noi ci becchiamo al prossimo capitolo❤️.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 22, 2020 ⏰

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