13. In Fuga Dai Sentimenti

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Octavia si sveglia nella tenda, ancora stordita dal sonno e si strofina gli occhi per mettere a fuoco il luogo che la circondava.
Non si era accorta di nulla riguardo la vicenda che era accaduta la sera precedente: era stanca ed era andata a dormire prima del solito.
Si alza di scatto e nota che non c'era traccia di suo fratello.
Si guarda intorno, confusa e un po' spaventata.
Esce di corsa dalla tenda e si precipita verso un gruppetto di ragazzi che stavano discutendo pesantemente e la tensione poteva sentirsi da kilometri di distanza.
"Sapete dov'è mio fratello?" chiede la ragazza, senza far trasparire il suo tono preoccupato.
I ragazzi si girano verso di lei, con uno sguardo quasi malinconico. Come se le stessero nascondendo qualcosa di cui Octavia non era la corrente, ma che interessava anche lei.
"Senti Octavia..." incomincia Wells dirigendosi verso di lei. Qualcuno avrebbe pur dovuto dirglielo, così si fece coraggio per parlarle.
A quelle parole, Octavia indietreggia, mentre lui le si avvicinava.
Sapeva che qualcosa andava storto e quel gesto ne era la conferma.
"Un terrestre è piombato nel nostro accampamento e ha rapito sia lui che Clarke" dice lui, andando dritto al punto.
Octavia non riusciva a credere a quello che il ragazzo davanti a lei le aveva appena detto, eppure non era un sogno...era tutto vero. Quello che temeva di più si era appena realizzato: rimanere da sola, senza la protezione di suo fratello.
Chissà cosa gli stavano facendo quei terrestri e, soprattutto, chissà se era ancora vivo.
Senza pensarci due volte, Octavia corre verso il bosco, con una tale velocità che neanche i ragazzi lì intorno riescono a fermarla. Cercano di richiamarla, ma le urla le risuonano come un eco lontano, non voleva dare retta a nessuno, tantomeno a degli smorfiosi che neanche si interessavano a lei e che, probabilmente, se ne sarebbero dimenticati la sera stessa.
Qualcosa, però, le impedisce di andare avanti...forse le lacrime.
"Ehi, ehi, non puoi andartene così" dice una voce maschile e profonda davanti a lei.
Ancora tra i singhiozzi e il viso bagnato dalle lacrime, Octavia alza lo sguardo e vede il terrestre che tenevano in ostaggio.
Lui era ancora legato, ma è riuscito a bloccare la ragazza che stava correndo fino a poco prima.
"Siete stati voi!" dice la ragazza in preda alle lacrime e alla rabbia.
"A fare cosa?" chiede confuso lui, tenendo ancora la stretta alle braccia di Octavia.
"A rapire mio fratello! Probabilmente lo avranno già ucciso...se non fosse per voi ognuno starebbe vivendo la propria vita in santa pace!" sputa acida, singhiozzando.
"Adesso calmati" dice con tono tranquillo il ragazzo.
Octavia prende dei respiri profondi e cerca di scacciare via ogni pensiero negativo.
"Se mi liberi, ti porto da tuo fratello" esordisce lui, una volta sicuro che la ragazza si fosse del tutto tranquillizzata.
"E come faccio a fidarmi di te?" quasi rise alla 'battuta' che il terrestre aveva detto.
Insomma, era difficile fidarsi di uno sconosciuto che, per di più, aveva anche intenzione di uccidere la sua gente.
"Fidati e basta. In qualche modo dovrai pur incontrarlo, non potrei mai ucciderti durante il tragitto" risponde acido.
In quel momento, Octavia non voleva pensare a nulla. Sentiva solo il bisogno di riabbracciare suo fratello e, se solo il terrestre avrebbe provato a farle del male, lei era sicura di essere pronta a combattere per sopravvivere.
Lancia uno sguardo furtivo verso l'altra ragazza in ostaggio, la quale si trovava dall'altro lato della staccionata e, slaccia velocemente le corde attaccate ai polsi di lui.
"Okay, ma non permetterti di toccarmi" risponde con tono aggressivo, allontanandosi da lui, per poi dirigersi verso gli alberi.
"Dove vai?" chiede il ragazzo, ancora impalato nello stesso punto di prima.
Octavia si gira verso di lui alzando le sopracciglia.
"È di qua" continua scuotendo la testa divertito e andando dal lato opposto in cui si stava dirigendo la giovane Blake.
Lei non spiccica parola, ma si limita a seguirlo, tenendo la testa bassa in modo da seguire attentamente i suoi passi.

Intanto, nell'accampamento dei terrestri, Clarke si stava per svegliare.
Da subito, si accorge che è stata tutta la notte appoggiata al petto di Bellamy, il quale, stava ancora dormendo beato.
"buongiorno" sussurra lei al suo orecchio.
Bellamy, muove un po' gli occhi e, ancora frastornato, si stiracchia per mettersi comodo.
"Buongiorno" risponde, quasi con un pizzico di antipatia.
Forse non si è ancora reso conto che ci sono io con lui
Pensa Clarke, guardandolo con un cipiglio.
Non si aspettava di certo la colazione a letto o qualche mazzo di fiori per celebrare la loro riappacificazione, ma almeno un bacio ci stava benissimo.
A quel punto, decide di fare il primo passo, così si avvicina alle sue labbra per scoccargli un bacio a stampo.
"Cosa fai?" domanda irritato Bellamy, scostandosi dalla ragazza.
Lei, non capendo, si rimette al suo posto.
"Sei...tu sei ancora arrabbiato con me?" domanda mettendosi comoda con le gambe.
"Ovvio che lo sono...non penserai mica che quello che è successo ieri aggiusti le cose?" risponde, con lo stesso tono usato poco fa.
"Ma...io credev-" dice in un sussurro Clarke.
"E pensavi male! Io non sono come tutti gli altri ragazzi di Arcadia" continua, questa volta con maggiore rabbia sia nella voce e sia nello sguardo.
A quelle parole, Clarke si sente ferita. Non sopportava il fatto che adesso lui la odiasse e che lei fosse l'ultima persona sulla Terra che avrebbe voluto accanto in quel momento.
Avrebbe tanto voluto replicare, rispondergli in qualche modo, ma le parole le morivano in gola e il respiro si faceva irregolare.
"Non posso crederci che pensavi fossi un povero idiota che cade ai tuoi piedi..." dice d'improvviso, cogliendola di sorpresa.
Non se lo sarebbe mai aspettata, ma questo era sicuramente il colpo di grazia.
"Ma io non-" questa volta si sentiva in dovere di rispondergli.
"Non dire nulla che è meglio" la ferma, nuovamente lui, tenendo lo sguardo fisso davanti a sé.
Clarke si chiude nelle sue spalle e si porta le ginocchia al petto.
Voleva soltanto ritornare sull'Arca e non provare più le emozioni che le stavano martellando nello stomaco e nel petto.
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Spazio autrice:
Salve ragazzi! Spero che il capitolo vi piaccia e, questa volta, ho aggiunto anche il punto di vista di Octavia.
Volevo solo ringraziarvi delle letture che sta ricevendo la storia e stanno aumentando di tantissimo in questi giorni!
Grazie mille e, come sempre, supportate commentando e lasciando una stellina❤️.

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