15. Euforia

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"Come stai oggi?" chiede Wells entrando nella tenda di Clarke.
"Un po' frastornata, ma bene" risponde mettendosi seduta sul suo lettino e tirando un sorriso.
Wells, eistante, si siede accanto a lei, ma un po' distante, quasi avesse paura di avvicinarsi.
"Senti Clarke, mi dispiace per tutto quello che è successo tra noi. Erano l'ansia, la nuova vita, la stanchezza a farmi parlare e farmi agire in quel modo così stupido e senza pensare. Sono stato molto immaturo e per questo mi dispiace" dichiara tutto d'un fiato senza guardarla negli occhi.
Clarke sbuffa divertita e si gira verso di lui.
"Tranquillo, un po' ti capisco" gli sorride.
"Davvero?" chiede incuriosito, girandosi, finalmente, verso la ragazza.
"No. Sei stato proprio un bastardo." risponde lei scoppiando in una risata.
Wells scuote la testa divertito, per poi ridere insieme a lei.
"Lo so, e mi sto scusando per questo!" continua facendo il finto offeso.
Poi si fanno entrambi seri in volto e si guardano negli occhi per qualche istante.
"Perdomani, sul serio" rompe quel silenzio frastornante il ragazzo.
Improvvisamente, lei lo abbraccia. Non c'era neanche bisogno che replicasse perché lo aveva già capito da sé ed era anche abbastanza ovvio.
Solo in quel momento si poteva dichiarare ufficialmente sollevato, e anche friendzonato. Si, friendzonato ma felice, poiché aveva appena riconquistato la fiducia di Clarke, della sua migliore amica.
Certo, non negava il fatto che ancora nutriva un certo sentimento per lei, ma almeno aveva riavuto indietro la sua amicizia ed erano riusciti a recuperare il loro rapporto.
Sarebbe stato un po' traballante, inizialmente, ma erano entrambi sicuri che si sarebbe solidificato, ancora più di prima.
"Okay, abbiamo bisogno di cibo, quindi vado a reclutare qualcuno per la caccia" commenta Wells, staccandosi dall'abbraccio.
"Oltre Bellamy..." dice ironico, notando lo sguardo confuso di Clarke.
Lei sorride e poi annuisce, consentendgli di lasciarla lì nella tenda.
La sua mente, in un attimo, si offusca nuovamente di pensieri.

Bellamy si sentiva vuoto, sentiva come se gli mancasse qualcosa, o meglio, qualcuno...
Quel qualcuno era sicuramente Clarke, ma non riusciva ad ammetterlo né al suo cuore, né al suo cervello.

Forse è ora di smetterla di fare tanto l'orgoglioso

Gli parla la coscienza.

No.

Si impone girandosi sull'altro fianco.
Voleva tanto mettere a tacere quella vocina, ma sapeva che aveva ragione.
Era passato già un giorno dall'accaduto del giorno precedente e ancora non riusciva a smettere di pensare a lei.

Forse non era soltanto una semplice cotta. Sei stato un ignorante a lasciarla, non è stata colpa sua se Wells l'ha baciata.

Decide di stroncare quelle voci e andare solo a dare una controllatina a Clarke. Ma solo una controllata veloce, senza parlare, senza salutarla...solo per vedere come stava.
Insomma, era quello che cercava di dire a se stesso, ma non era ciò che aveva intenzione di fare.
Si alza e dà un bacio sulla fronte alla sorella che, intanto, stava dormendo beata.
In seguito, si dirige verso la tenda di Clarke.

Clarke si sdraia nuovamente su un fianco, quando ad un certo punto, sente qualcuno entrare.
"Cosa vuoi Wells?" domanda scocciata mentre si rigira ma, quando nota che la persona che era appena entrata non era Wells, il suo sorriso scompare dal suo volto e si alza di scatto.
"Oh, Bellamy...cosa ci fai qui?" chiede sorpresa.
"Sono venuto a controllare come stavi, insomma...dopo quello che è successo l'altro giorno..." confessa mentre infila entrambe le mani nelle tasche dei pantaloni.
"Ma ora che ho visto che stai bene, posso andare" sospira girando sui tacchi.
"No!" esclama Clarke, fermandolo prima che possa andarsene.
Lui si gira, attendendo una spiegazione dalla ragazza.
"Voglio dire...rimani" balbetta timidamente lei, abbassando lo sguardo sui suoi piedi.
Bellamy la guarda sorridendo e poi si siede vicino a lei, nello stesso punto in cui poco prima si era seduto Wells.
Clarke sente un brivido attravessarle l'intero corpo. Era un brivido causato dal freddo, solo che non aveva dei vestiti più pesanti di quelli che indossava.
L'inverno si stava avvicinando e non avevano ancora ricevuto neanche una chiamata radio dall'Arca. Si domandava spesso se stessero bene gli abitanti della Walden e di Arcadia.
"Hai freddo?" le chiede vedendola tremare.
"Un po'" dice a denti stretti.
Lui, intanto, si sfila la giacca dell'uniforme da guardia di dosso e la mette sulle spalle della ragazza.
Quel gesto. Quel semplice gesto è bastato per rincuorarla e per capire che lui non era più arrabbiato, o altrimenti non sarebbe neanche passato a controllarla.
Si sentiva coccolata, anche grazie alla giacca, che era più pesante rispetto alle altre che indossavano gli abitanti dell'Arca.
Lei si infila entrambe le maniche e si stringe tra le spalle.
"Andiamo a fare una passeggiata?" chiede d'improvviso lei, rivolgendogli uno sguardo di supplica, sorridendogli.
"Certo!" risponde Bellamy alzandosi e prendendola per mano, per poi uscire dalla tenda.
L'accampamento sembrava essere piombato in un silenzio assurdo, mentre loro si avviavano verso gli alberi.
Nessuno dei due parlava, si dirigevano solo verso il fiume, il posto in cui per la prima volta, si baciarono.
Una volta arrivati, Clarke si siede in riva al fiume, su uno degli scogli e Bellamy la segue a ruota.
"Guarda le stelle" dice lei alzando il naso all'insù.
Era uno spettacolo: quella sera il cielo era limpido come le acque di quel fiume e si potevano scorgere tutte le costellazioni che Clarke aveva imparato in prima media con suo padre.
Lui alza lo sguardo e sorride.
"Sono belle quasi quanto te, sai?" dice riferendosi alle stelle.
Clarke sorride imbarazzata e le sue guance si colorano di rosso.
Poi, punta lo sguardo negli occhi del ragazzo e quel rossore sembrava quasi aumentare come aumentava la vicinanza tra i volti dei due.
Lentamente, le loro labbra si uniscono in un bacio delicato che, dopo pochi secondi si trasforma in un bacio che si fa desiderare e che ne chiede ancora di più.
Bellamy la porta delicatamente sulle sue gambe, mentre lei si siede a cavalcioni su di lui.
Il ragazzo le infila le mani sotto la giacca e poi sotto la maglia.
A quel contatto, Clarke rabbrividisce, ma non gli dà molto peso, al contrario continua a baciarlo con foga, per poi sfilargli la t-shirt.
Lui, invece, vedendola prendere l'iniziativa, le sfila la giacca e la maglia, buttandole dietro di lui.
Poi, però, Clarke si ferma, poggiando le mani sulle sue spalle possenti e facendo combaciare le loro fronti, per poi chiudere gli occhi.
"Ti vuoi fermare?" chiede Bellamy con il respiro irregolare e l'affanno.
Clarke non ne era sicura. Non era sicura se voleva continuare, se voleva tornare all'accampamento...
Non lo aveva mai fatto prima d'ora, ma ormai era troppo tardi per tornare indietro.
Con quei piccoli gesti che lui faceva, agli occhi di Clarke appariva esperto in quel campo.
Era quasi intimidita da lui, ma non aveva intenzione di fermarsi, presa dall'euforia del momento.
"Ehi, non devi sentirti costretta...io ti aspetterò anche tutta la vita, se è necessario" continua sussurrano lui, accarezzandole la guancia con l'indice, per poi farlo finire su una ciocca dei suoi capelli biondi. Con un piccolo movimento, si attorciglia la ciocca intorno al dito, per poi farlo scivolare lungo le spalle.
"No...io non voglio fermarmi" sussurra scuotendo la testa per poi riprendere a baciarlo e abbandonandosi al suo corpo.
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Spazio autrice:
Raga a questo capitolo ci tengo un sacco, vi giuro stavo per piangere mentre scrivevo le scene (poco romantica, mi dicono lol).
Eh beh? Allora? Cosa ne pensate? Scrivete tutte le vostre idee nei commenti, anche critiche costruttive sono ben accette✌🏻.
Comunque siamo arrivati quasi a 1k letture e ho iniziato la storia solo un mese fa! Non so davvero come ringraziarvi❤️. Appena ho iniziato a scriverla non avrei mai pensato che potesse interessare a qualcuno. Grazie ancora!
Come sempre, supportare commentando (pt. 828727282) e lasciando una stellina💕.

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