3. Caos Totale

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"Ci sono due modi per legare i capelli" dice Abby pettinando i biondi capelli di Clarke, concentrandosi sull'acconciatura da farle.
"Così" esordisce mostrandole uno shignon spettinato. "O così" questa volta le fa un semi-raccolto.
"Preferisco il primo, ma mamma, potevo farlo anche da sola" esclama stufa la figlia.
Abby scuote la testa divertita e si affretta a farle la prima acconciatura che aveva in mente.
Una volta finito di fare i boccoli anche alle ultime ciocche di capelli, Clarke si alza e corre a prendere il suo cellulare.
"Perfetto, io vado...ci vediamo sta sera" urla lei uscendo di casa.
"Si, ma per mezzanotte devi essere qui" urla a sua volta la madre in modo da farsi sentire nonostante la porta che le divide. "Non sono Cenerentola, quindi torno quando voglio" protesta per poi scappare via dato che non aveva voglia di sentire la risposta della madre. Sapeva che avrebbe fatto storie inutili.
Era quasi all'ingresso della sala, quando ad un tratto si ricorda di aver dimenticato la sua maschera.
Si assicura che non fosse troppo tardi per tornare indietro, e corre di nuovo in direzione della sua dimora, ma qualcosa la interrompe...o meglio, qualcuno.
Mette le mani in avanti in modo da non cadere ma, quando alza lo sguardo, si pente subito di quello che ha appena fatto.
"Ehi, attenta" scherza Bellamy.
Lei toglie le mani dal suo petto e scatta indietro di pochi passi. "Scusami" sussurra lei.
"Tranquilla, ma dove stai andando così di fretta?" ride ancora una volta lui.
"Stavo andando a prende la maschera dato che l'ho dimenticata a casa" risponde raccogliendo quel poco di coraggio che aveva in quel momento.
"Non ti serve la maschera, poi ti si nasconderebbe il tuo bel viso" le sorride.
Lei non riusciva a credere a quello che le era stato appena detto, non sapeva più se fosse un sogno o la realtà.
Clarke sorride e abbassa lo sguardo a terra, com'era solita fare.
"Dai, andiamo...ti accompagno io alla festa" dice mettendole una mano sulla schiena come ad incitarla ad andare avanti.
Non riusciva a credere neanche a questo...al solo sfiorare, lei rabbrividisce, ma cerca comunque di rimanere disinvolta.
Bellamy aveva indosso sempre la sua divisa, segno che sarebbe stato di turno anche quella sera.
Arrivati nella sala, si poteva sentire la gioia nell'aria. Tutti erano in pista a ballare, altri erano seduti semplicemente a parlare e a ridere tra loro.
Clarke si guarda attorno quando ad un tratto, nota che le si sta avvicinando Wells.
"Ma ciao Clarke, alla fine lo hai trovato il vestito?" parla ad alta voce per sovrastare la musica.
Lei annuisce per poi girarsi verso Bellamy.
"Ti lascio in buona compagnia, quindi" sorride lui dicendole ciò all'orecchio per farsi sentire meglio.
Lei non fa in tempo a rispondere, che già si è allontanato per andare verso i suoi colleghi.
"Ci hai parlato?" dice tra l'incredulità e la gelosia Wells.
"Sii, non è incredibile?" domanda entusiasta.
"Si, è incredibile" sorride malinconico lui.
"Dai, andiamo a ballare" lo incita Clarke e lo tira in pista da un braccio.
I due ballano per più di un'ora, mentre Wells cercava di togliersi dalla mente il pensiero di Clarke e Bellamy insieme.
Davvero non riusciva a sopportare l'idea. Lui all'apparenza era così insensibile e avrebbe fatto sicuramente soffrire la ragazza con cui Wells sognava di stare da anni e avrebbe fatto di tutto pur di farla felice.
"Io vado un po' fuori, ho caldo e mi manca l'aria" urla ad un tratto Clarke a Wells.
Lui le fa solo un cenno, mentre lei raggiunge  il ponte sospeso.
Si mette seduta su una delle grandi finestre del corridoio, che mostravano l'immensità dello spazio. Quello era uno dei suoi posti preferiti: da lì si riuscivano a vedere le stelle e, da una finestra in camera sua, aveva anche la vista sulla Terra.
Era così esausta e presa dall'euforia allo stesso tempo, che neanche si era accorta della presenza di Bellamy che se ne stava seduto sulla vetrata di fianco a lei.
"Ehi, principessa" lui richiama la sua attenzione. La ragazza si gira verso di lui e, per pochi secondi, le è sembrato di irrigidirsi. "Ehi" sorride di tutta risposta.
"Stai bene? Ti vedo un po' affaticata" domanda andando a sedersi più vicino a lei.
"Si, sto bene...è solo che ho esagerato nel ballare un po' troppo" risponde.
"Comunque io sono Bellamy, prima mi sono dimenticato di presentarmi ma sono sicuro che già saprai il mio nome" continua. Clarke lo guarda confuso, non sapeva cosa volesse intendere con quella frase.
"Io sono Clarke, ma cosa vorresti dire con la seconda frase?" fa una risata isterica.
Lui esita qualche secondo e guarda fisso la parete di fronte. "Allora? Chi è questo Bellamy Blake del film che piace tanto a te e che mi copia lo stile?" improvvisa, girandosi verso Clarke.
D'un tratto il suo sguardo si fa serio. Questo voleva dire che Murphy gli aveva raccontato tutto; e c'era anche da aspettarselo, sinceramente, ma lei pensava che non glielo avrebbe neanche accennato dato che Bellamy, fino ad un'ora prima si era comportato normalmente. Ora, invece, sembrava quasi agitato.
Clarke non sapeva neanche come rispondere, è stato un colpo basso per lei.
Vedendola in panico e in imbarazzo, Bellamy le si avvicina e le poggia la mano su un ginocchio, come a rassicurarla.
"Tranquilla, sto scherzando".
Il fatto che non aveva accennato alle frasi che lei aveva scritto o al fatto che non avesse fatto battutine, la tranquillizzava.
Il tocco della sua mano sul ginocchio, invece, le faceva sentire le farfalle nello stomaco.

Esausto anche Wells, esce dalla sala e l'immagine che gli si para davanti gli crea disprezzo e disgusto: Bellamy aveva la sua mano posata sul ginocchio di Clarke e i loro sguardi avevano qualcosa di inspiegabile, qucosa che lo mandava in bestia.
Decide, così, di andare verso loro due a impedire che, quello che avrebbe più temuto, si realizzasse.
"Clarke, dobbiamo andare. Tua madre mi ha chiamato e ha detto che ti vuole a casa tra pochi minuti" non era per nulla vero, ma voleva trovare una scusa per dividere quei due. D'altra parte, erano soltanto le 23:05, quindi perché Abby avrebbe dovuto chiamare Wells per far tornare a casa Clarke?
"Ma poteva benissimamente chiamare me, anche io ho un cellulare" risponde confusa lei. "Lo so, ma ha detto che non rispondevi, quindi ha chiamato me" dice di fretta prendendo la ragazza per il braccio, facendola alzare.
"Ma non è vero, non ha neanche suona-" non fa neanche in tempo a finire la frase, che Wells la trascina via.
"Ci vediamo domani, principessa" la saluta Bellamy e lei ricambia con un cenno della mano, sorridente.
Una volta svoltato l'angolo del corridoio, lei inizia a parlare.
"Ma cosa ti prende, Wells?" lo interroga infuriata, staccandoso dalla sua presa con forza.
"Vedi che abbiamo tempo, non c'è bisogno di correre così" continua.
Il ragazzo non sapeva più cosa inventarsi, ma doveva trovare qualcosa da dire.
"Cosa ci facevi con lui?" domanda senza collegare bocca e mente, le parole gli escono in automatico.
"Niente, stavamo solo chiacchierando...ma a te cosa importa, scusa?"
"No, non stavate solo chiacchierando, ho visto il modo in cui vi guardavate, Clarke" e ancora una volta, le parole gli sono scivolate via. Non aveva intenzione di dire questo.
"E quindi? È quello che voglio, non sei contento per me?" risponde con tono ovvio.
"No, non sono contento" dice abbassando lo sguardo e questa volta abbassando anche il tono della voce. Quanto avrebbe voluto dirle quello che provava, senza nascondersi ogni volta.
"Perché?" domanda lei ancora confusa.
Senza neanche pensarci due volte alle conseguenze, Wells bacia Clarke. In pochi secondi le sue labbra si trovano su quelle della ragazza che amava da anni e non riusciva a realizzare il momento.
Lei si stacca dopo pochi secondi e capisce il motivo per cui molte volte Wells si era comportato in modo strano.
Fino a pochi minuti fa pensava solo che era un modo affettuoso per proteggerla, ma invece è perché si era innamorato di lei.
"Senti Clarke, io non voglio che tu stia male per ragazzi come lui. Voglio esserci solo io al tuo fianco" dichiara prendendo coraggio e guardandola negli occhi.
"Wells, io non so cosa dire..." balbetta lei.
"Non devi dirmi per forza qualcosa, puoi anche solo pensarci su e darmi una risposta domani, fra un paio di giorni...quando ti sentirai pronta" la interrompe.
"Va bene" sorride malinconica per poi salutarlo e ritornare a casa, afflitta dai suoi pensieri e dal caos che le macinava la mente.


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