Nonostante la gamba le impediva di fare molte più cose di quanto avrebbe voluto, Clarke si stava dando da fare.
Aveva aiutato molti gruppi di ragazzi e ragazze a mettere su gli accampamenti.
Era praticamente da tutto il giorno che stava lavorando e non aveva intenzione di smettere.
In quel momento era molto vicina all'accampamento dei Blake e poteva osservare come Bellamy stava sistemando la legna da ardere nel fuoco.
Ogni tanto si distraeva a guardarlo, ma non ci poteva fare nulla. Era di una bellezza unica: i suoi soliti capelli ondulati erano scompigliati, da cui ogni tanto si potevano intravedere delle gocce di sudore, causate dalla fatica e che si posavano sul suo petto nudo. Aveva tolto la maglia dal caldo e Clarke non poteva fare a meno di guardarlo mentre la sfilava di dosso.
Octavia, invece, stava montando la loro tenda.
Wells si avvicina silenziosamente a Clarke e d'un tratto le tocca i fianchi come per spaventarla. Lei, infatti, sussulta e si gira velocemente.
"Oddio Wells, sei tu!" esclama mettendosi una mano sul petto e respirando affannosamente.
"Si...cosa stai facendo?" le chiede allegro mettendosi accanto a lei.
Lì per lì avrebbe voluto rispondergli 'sto osservando Bellamy lavorare', ma non gli sembrava il caso, quindi cambia subito idea.
"Niente" dice cercando di nascondere le sue emozioni.
"Dai, ti ho vista che stavi guardando nella direzione di quell'accampamento!" dice alzando le sopracciglia ed indicando proprio in direzione di Bellamy e Octavia.
Clarke si fa subito seria e guarda con aria confusa il suo amico.
"Dai, scherzo" la precede sdrammatizzando.
Wells non voleva ammetterlo, ma sapeva benissimo che quello che aveva appena detto era vero. Si era fermato ad osservarla bene prima di andare da lei e se ne era accorto che lei quasi aveva la bava alla bocca, guardando Bellamy.
Clarke fa una risatina nervosa ed espira tutta l'aria che aveva trattenuto fino a pochi secondi prima.
"Ti va se per qualche minuto facciamo una pausa e ci allontaniamo da qui?" dice lui prendedole entrambe le mani ed incoraggiandola ad alzarsi.
"Ma ho ancora tanto da fare, tu va pure" gli risponde.
"No, non hai capito. Ho bisogno di te, ho bisogno di parlarti e di distrarmi" dice il ragazzo implorandola.
Clarke a quel punto, si alza di scatto e una fitta di dolore le trafigge la gamba che la fa cadere all'indietro.
"Tutto bene principessa?" sente da dietro di lei.
Clarke si volta in direzione di quella voce velocemente, ancora seduta per terra.
Segue Bellamy con lo sguardo andarle accanto e accovacciandosi vicino a lei.
"Non dovresti sforzarti così tanto" continua.
Wells prende quelle parole come una frecciatina, quasi un rimprovero. Quindi ruota gli occhi al cielo e si sposta un po' più vicino alla ragazza, come se quel gesto dovesse far rendere conto quanto lui ci teneva a Clarke.
"Posso?" chiede Bellamy indicando la garza che le aveva stretto attorno alla gamba precedentemente.
Lei annuisce leggermente, mentre lui gli controlla la ferita delicatamente.
"Passami una di quelle" dice con tono freddo a Wells, riferendosi alle banane che erano sulla cassetta di fianco e mantenendo lo sguardo fisso su di Clarke.
Lei, in tutto ciò, si sentiva in soggezione, quindi si limita a tenere lo sguardo basso o buttare lo sguardo di qua o di là, ma senza puntarlo su nessuno dei due ragazzi che le stavano intorno.
Wells passa una delle bandane a Bellamy e lui l'afferra in modo aggressivo. Poi scioglie la garza dalla gamba di Clarke e le lega l'altro pezzo di stoffa.
"Fammi uno squillo quando hai bisogno di cambiarla di nuovo" dice sistemandole meglio il pantalone sulla bandana e alzandosi, per poi ritornare a finire il suo lavoro.
Clarke sospira, ancora in estasi, sorridendo mentre fissa il vuoto. Poi, alza lo sguardo su Wells che la stava guardando con occhi severi.
"Cosa c'è?" chiede lei ridendo.
Lui non risponde, mantenendo sul suo volto quell'aria di rabbia, come se da un momento all'altro volesse prendere a pugni un tronco di un albero e immaginare la faccia del ragazzo che piaceva a Clarke, per sfogarsi.
"Dai, andiamo" le dice soltanto porgendole la mano per aiutarla ad alzarsi.
Lei, però, esita qualche secondo.
"Ma hai sentito cos'ha detto Bell-"
"Non mi interessa quello che ha detto lui, ho bisogno di cambiare aria" la rimprovera senza neanche lasciarle finire la frase.
Lei, nonostante lo sforzo, riesce a rialzarsi e insieme vanno in direzione del bosco.
Wells, ancora furioso, la supera e accelera il passo, non curandosi del fatto che stava lasciando indietro la sua amica.
"Wells, aspettami" gli urla lei zoppicando e premendo la mano contro la ferita per alleggerire il dolore, ma senza risultati.
Wells si ferma "Hai ragione, scusami" dice poi volgendole uno sguardo pentito.
Etrambi, dopo un bel po' di strada, arrivano vicino ad un fiume.
Clarke lo osserva e apre la bocca dall'esaltazione.
Era bellissimo: l'acqua brillava grazie ai raggi del sole che stava tramontando e dava su di esso dei riflessi di arancione.
"Senti Clarke, io non voglio farti pressione, ma sarei impaziente di sapere cosa ne pensi di quello che ti ho chiesto sull'Arca" dice d'impulso lui, distraendo Clarke da quel panorama.
Wells non era interessato alla risposta, ma più che altro aveva paura di perderla se non si fosse sbrigato e se non avesse allontanato lei e Bellamy.
Lei si fa seria in volto e guarda il suo migliore amico con aria malinconica, al che Wells aveva già capito tutto.
"Io...io...non so da dove cominciare. Ma Wells, ti prego di rimanermi sempre accanto. Non voglio rovinare il nostro rapporto, io ti voglio bene come se ne vuole ad un fratello e ho bisogno di te come un amico. Ho soltanto paura che questa cosa non funzioni come tu ti aspetti. E se un giorno litigassimo e non ci parlassimo più, spezzando del tutto i rapporti? Ecco, se rimaniamo amici il rischio è dimezzato, perché so che su di te posso sempre contare e anche se dovessimo litigare, tornerei da te" dichiara d'un fiato mentre lui se n'era stato per tutto il tempo in silenzio.
Il ragazzo le sorride malinconico.
"Va bene...ho capito" dice solo per poi allontanarsi e scomparire tra i folti alberi del bosco.
Clarke, sfinita sia emotivamente che fisicamente, si siede su una roccia tenendo gli occhi puntati su quel panorama.
"Ehi" dice qualcuno dietro di lei. Istintivamente si gira ed era nuovamente Bellamy, ancora senza maglia addosso.
"Ehi" risponde lei sorridendogli per poi ritornare seria.
"Brutto colpo per Wells?" domanda sedendosi vicino a lei.
"Hai ascoltato la nostra conversazione?" domanda Clarke facendo la finta indignata.
"Nah...non volendo, forse si" risponde ridendo.
"Non ci credo" commenta ancora lei spalancando la bocca con lo stesso tono di prima.
Bellamy scatta impiedi e afferra la mano di Clarke per incitarla ad andare con lui.
"Vieni con me" esclama facendole l'occhiolino.
"Dove?" chiede confusa per poi capire le sue intenzioni: la stava portando verso il fiume.
"No, sei pazzo?" ride lei continuando.
"Dai, non ti fa nulla" la incita ancora indietreggiando sempre di più, finché entrambi non finiscono con i piedi in acqua.
L'acqua saliva sempre di più di livello, bagnando anche la gamba ancora ferita di Clarke. Era una bella sensazione: dava un senso di leggerezza a ogni centimetro del suo corpo e non sentiva quasi più il suo peso. Era fresca e il vento la faceva tremare dal freddo.
"Fredda eh?" domanda lui tenendola stretta a sé.
Lei annuisce ridendo per scacciare il suo imbarazzo.
Il momento era magico: lui la stava guardando sorridente e stava attento a non farla scivolare su uno di quei sassi dentro al fiume; la teneva da entrambi i fianchi, ma a Clarke sembrava che la stringesse a sé ancora di più, fino a far combaciare i loro corpi.
Lei, d'istinto, poggia entrambe le mani sulle sue spalle, per poi attorcigliarle dietro al suo collo.
I pochi centimetri che separavano le loro labbra diminuivano sempre di più, fino a toccarsi del tutto, intrecciandosi in un bacio delicato.
Clarke sentiva le solite farfalle nello stomaco, ma questa volta sembravano essere triplicate: era quasi un bruciore, come se una fiamma le stesse ardendo anche il cuore.
Dopo qualche secondo si staccano entrambi per mancanza di fiato e Bellamy poggia la fronte su quella della ragazza, per poi sorriderle.
"Vuoi fare una cosa fantastica?" sussurra lui.
Lei annuisce e si staccano completamente.
"Segui me" la incoraggia lui.
Bellamy raccoglie il fiato nei polmoni per poi immergersi in acqua.
Dopo qualche istante ritorna a galla e con le mani si tira i capelli all'indietro.
Clarke fa la stessa cosa, ma insieme a lui.
Questa volta era anche meglio dello stare solo in acqua: per la prima volta in vita sua si sentiva in pace con il mondo, riusciva a sentire solo il suono del mare, come se il volume coprisse tutti i suoi pensieri negativi.
Entrambi ritornano a galla e si guardano a vicenda.
"È stupendo" esordisce lei.
"Tu sei stupenda" risponde Bellamy attirandola nuovamente contro il suo corpo per poi riprendere a baciarla e Clarke voleva che quel momento durasse all'infinito.
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Spazio autrice:
Ciao ragazzi! È la prima volta che aggiungo uno spazio autrice, ma volevo dirvi di commentare (se la storia vi sta piacendo e se dovrei continuare, oppure smettere di scriverla) e di lasciare una stellina come supporto, se vi va❤️
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𝘼𝙥𝙣𝙚𝙖
RomanceClarke, una giovane ragazza nata nello spazio, abita ad Arcadia: la parte più ricca dell'Arca e passa le sue giornate tra lezioni di scienze terrestri e in compagnia del suo migliore amico Wells. Il suo sogno è quello di parlare, almeno una volta n...