3. Icy-Hot

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"Midoriya, apri".
Nessuna risposta.
"Midoriya, per favore apri".
Nulla.
Questa specie di gioco stava andando avanti da un paio di minuti abbondanti e Todoroki stava perdendo la pazienza. Lo sentivo dal tono della sua voce.
Il professor Yamada aveva mandato lui a cercarmi in bagno dopo la mia fuga.
Forse perché eravamo vicini, forse perché pensava che fossimo amici.
Fatto sta che eravamo in bagno, io da un lato della porta lui dall'altro e le sue nocche stavano cominciando a bruciare per il troppo bussare.
Dal canto mio quella porta stava separando il mondo dal mio problema.
Le mani che reggevano i petali che avevo appena tossito si erano tinte di rosso.
Macchioline sparse sui petali bianchi e sulle mie dita.
Sentii un rivolo di quel sangue limpido e brillante scendermi lungo il mento.
Avevo gli occhi spalancati e la mente annebbiata; tutto quello che stava succedendo non aveva il minimo senso.

"Midoriya, o la apri o la sfondo" minacciò Todoroki dall'altra parte.
Decisi di continuare a non rispondere. Non volevo parlare con nessuno che conoscevo, ancora meno con qualcuno di cui sapevo a malapena il nome.
Puntualmente Todoroki congelò i cardini della porta per renderli più fragili e con una spallata riuscì ad entrare.
Mi trovò dov'ero seduto da quasi venti minuti con lo sguardo allibito, gli occhi spalancati e le mani che tremavano.
"M-Midoriya..." balbettò il ragazzo coi capelli bicolore esterrefatto.
Spostai il mio sguardo su di lui lasciando che la mia espressione mutasse da stupita a preoccupata.
Sentii le lacrime scorrermi sulle guance senza controllo.

"Cosa mi sta succedendo?"
Avevo la voce rotta e debole, resa tale dai colpi di tosse che avevo dato.
"T-Todoroki, c-cos..."
Successe qualcosa di inaspettato.
Nonostante non ci conoscessimo, nonostante non ci fossimo mai parlato prima d'ora, lui si sedette accanto a me e mi accolse nelle sue braccia.
'Devo fargli proprio pena' pensai mentre singhiozzavo terrorizzato su suo petto aggrappandomi alla sua divisa.
Lo lasciai stingere il mio corpo al suo e mi sentii quasi al sicuro.
Saltammo l'ora di inglese e la passammo in infermeria.

"Non lo dica a mia madre, la prego" implorai Recovery Girl prima ancora che studiasse il mio problema.
Lei mi guardò poco convinta ma alla fine acconsentì a mantenere il segreto.
Todoroki era rimasto accanto a me per tutto il tempo, senza spiccicare una parola. Apprezzai il silenzio, anche perché trovavo difficile parlare. O trovare qualcosa da dire con l'aggeggio che quella santa vecchietta di fronte a me mi stava infilando in gola.
"Ahora happiamo coha... cosa mi sta succedendo?" chiesi mentre mi tirava fuori qualsiasi cosa si fosse introdotto la mia trachea.
"Io non..." cominciò lei guardandosi le mani.
Avvertii una leggera preoccupazione insinuarsi dentro di me.
Inavvertitamente cercai la mano di Todoroki e la strinsi.
Mi stupii di come fosse disponibile nonostante ci conoscessimo da meno di un ora.
"Io non so cosa sia..." affermò Recovery Girl.
"Ci sono delle ostruzioni delle vie respiratorie che assomigliano a delle... radici e..."
"E..." incalzammo io e il mio nuovo amico.
"E... non è qualcosa che sono in grado di curare, mi dispiace ragazzo" concluse lei con voce triste.
Ma ben poco poteva interessarmi della sua tristezza.
Ero io quello con qualcosa che non si sapeva che diavolo fosse.
"Non posso curare dai sentimenti Midoriya" aggiunse mentre uscivamo dalla stanza.

Avrei capito dopo cosa intendeva.

~ 𝐖𝐨𝐮𝐧𝐝𝐞𝐝 𝐡𝐞𝐚𝐫𝐭~ [bakudeku]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora