Josephine
"Hero, sei ancora riconoscibile" sottolineo mentre indossa degli occhiali da sole scuri e una mascherina. Si è messo un cappello nero e una giacca di jeans. Si vede ancora che è lui, ma forse è perchè sono io a guardarlo. Riconoscerei una ciocca dei suoi capelli in un batter d'occhio.
"Non mi riconoscerà nessuno, fidati" ribatte.
"Perchè non possiamo restare qui oggi?" Chiedo mentre mi trascina fuori dall'appartamento.
"Perchè voglio fare qualcosa di diverso con te e fuori dacasa nostra."
Eccolo di nuovo. Casa. Sembra così strano associare quella parola all'appartamento che ha praticamente comprato per noi. Ma non ho intenzione di lamentarmi.
"E se qualcuno ti riconoscesse?"
"Ripeto, non mi riconoscerà nessuno. Smettila di essere paranoica. Ho già fatto questo un centinaio di volte e nessuno se n'è mai accorto ogni volta che mi sono vestito in questo modo" spiega mentre scendiamo nel parcheggio sotterraneo tramite l'ascensore.
"E dove vuoi portarmi?" So bene di sembrare una stronza piagnucolona ma non posso farci niente. Non mi piace non sapere niente, soprattutto in questo tipo di situazione.
"Andiamo a fare shopping"
"Per cosa, esattamente?"
"Qualunque cosa tu voglia. Vestiti, scarpe, borse...lingerie" ridacchia all'ultima parola e devo controllarmi per non dargli una gomitata mentre usciamo dall'ascensore. Mi guida verso un'Audi nera.
"Di chi è questa macchina e dov'è il tuo autista?" Faccio la mia centesima domanda per la giornata e non è ancora mezzogiorno.
"È mia. L'ho comprata ieri. Mi piace guidare e avrai sicuramente bisogno di questa macchina ogni volta che non sarò qui" dice prima di aprire il lato del passeggero dell'auto. Mi siedo e lui chiude la portiera. Fa il giro e poi sale anche lui.
"Non la userò. La mia scuola è a due passi da qui" dico mentre avvia la macchina. Non mi piacciono molto le macchine e non me ne intendo, ma questa macchina mi ricordano le macchine di Fast and Furious. Non solo per il leggero ronzio del motore, ma anche il modo in cui Hero si muove senza sforzo nel traffico di Los Angeles.
"Userai la mia macchina. Smettila di essere testarda" dice con voce severa, facendomi mordere la lingua per non rispondergli. È la prima volta che usciamo e non voglio iniziare con una discussione.
"Va bene" sospiro e mi giro verso il finestrino.
Continuiamo a viaggiare nel traffico finchè non arriviamo nella parte più affollata e raffinata del centro di Los Angeles, dove boutique e centri commerciali di lusso fiancheggiano la strada. Ha un desiderio di morte.
Perchè dovrebbe portarmi qui sapendo che probabilmente verrà scoperto dai suoi fan?Parcheggia la macchina e io non aspetto che mi apra la portiera mentre scivolo fuori dal sedile. Cerco di mantenere una distanza di sicurezza tra noi ma lui mi prende per mano e ci dirigiamo al negozio più vicino, Yves Saint Laurent.
"Hero! Non entreremo là" dico freneticamente mentre strappo la mano dalla sua. Non ho alcun lusso o roba costosa nel mio armadio, ma so benissimo quanto costano questi marchi e non gli permetterò di spendere più soldi per me.
Lui mi afferra il polso e io strattono il braccio. "Sii una brava ragazza adesso, piccola, a meno che tu non voglia essere punita più tardi" avverte e io smetto immediatamente di allontanarmi da lui. Non siamo andati così lontano nella nostra intimità, ma il pensiero che lui mi leghi e mi punisca è piuttosto intrigante, anche se non ho intenzione di scoprire presto cosa intende per punizione. "Bene. Adesso vieni e scegli quello che ti piace."
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La escort
FanfictionFama. Sesso. Riservatezza. Segreti. Due improbabili personaggi si incrociano e trovano un innegabile legame. Uno con un nome e un'immagine da difendere. l'altra lotta per tenersi a galla. il destino, l'unica cosa che li ha riuniti in primo lu...