Josephine
Il mio cervello sembra non riuscire a elaborare quello che sto guardando ma so...so tutto quello che c'è sullo schermo.
"Che cosa hai fatto?" Sussurro in stato di shock totale con un accenno di accusa nel mio tono, il mio cuore batte così forte contro il mio petto.
"Qualcosa che avrei dovuto pensare di fare la prima volta che mi hai detto che quel bastardo ti ha violentata" ribatte, ovviamente seccato dal mio tono accusatorio.
"Per favore, dimmi che stai scherzando. Non l'hai fatto davvero" lo supplico mentre mi sposto da dietro di lui per stare al suo fianco.
La sua mascella è serrata e le sue labbra sono contratte, i suoi occhi socchiusi non mascherano nemmeno la rabbia quando si gira per incontrare finalmente i miei occhi. "Non dirmi che sei davvero incazzata perchè ho fatto qualcosa per sbarazzarmi di quel figlio di puttana. Josephine, ti ha violentata. Ha cercato di aggredirti. Ha distrutto il nostro appartamento a LA. Ti ha causato così tanti traumi e ora ti stai davvero preoccupando per lui? Ma che cazzo?!" Urla, spingendo la sedia mentre si alza e si para davanti a me.
"So che cazzo ha fatto, okay? Devo ancora dimenticarlo, Hero. Ma questo" faccio un gesto verso lo schermo del suo computer con disgusto. "Come hai fatto a farlo?"
"Facile. Ho pagato qualcuno per fare ricerce su di lui e ho scoperto che in realtà aveva una relazione con una delle sue segretarie e quando si è stancato di lei l'ha licenziata dal suo lavoro. Ho pagato qualcun altro per raggiungerla e parlarle e per convincerla a sporgere denuncia per molestie sessuali per vendicarsi di lui e lei lo ha fatto volentieri. È arrivata addirittuta a dire che l'ha violentata. Non è ironico, piccola?"
Odio quando fa così. Il compiaciuto.
"Questo è illegale, Hero. Ti metterai nei guai per questo" esclamo.
"Te non ti preoccupare di questo. Mi sono occupato di tutto" spiega con calma, allungando la mano verso di me.
Mi affretto a indietreggiare di due passi. "Questo non sei tu, Hero" sussurro sconfitta, mentre la tristezza m'investe.
Il suo volto cade alle mie parole e posso vedere chiaramente le diverse emozioni che combattono nel verde dei suoi occhi: rabbia, incredulità, frustrazione, preoccupazione e confusione. Le sue mani cadono sui fianchi in segno di sconfitta prima di sollevarne una per far scorrere le dita nel bordo della scrivania.
Odio che si comporti così a causa del mio passato di merda. È tutta colpa mia.
"Ha giocato sporco, Jo. Perchè cazzo dovremmo giocare pulito? Si merita tutto questo" fa un gesto verso lo schermo del suo computer.
I miei occhi seguono la sua mano e rileggo il titolo.
Xavier Harris, figlio di Cliff Harris e marito di Camille Silva-Harris, è stato accusato di violenza sessuale da parte di un'ex segretaria.
"Questo non sei tu" sussurro piano scuotendo la testa.
"Ti avevo detto che avrei fatto qualsiasi cosa per te, no? È esattamente quello che sto facendo. Questo sono ancora io, Josephine. Sono ancora quello che ami e che ti ama incondizionatamente. Non odiarmi per aver sistemato quel bastardo. Ti ha fatto molto peggio. Onestamente, questo non è abbastanza. Si merita di marcire dietro le sbarre per tutto quello che ti ha fatto. E non ho costretto questa donna a presentare un caso di stupro contro quello stronzo l'ha fatto volentieri lei stessa."
Lo capisco. Però non riesco a evitare il panico che si insidua rapidamente dentro di me. A questo punto non me ne potrebbe fregare di meno di Xavier. Ogni mia dannata cellula del mio corpo urla di proteggere Hero a tutti i costi. E se Xavier scoprisse che è colpa sua e si vendicasse di lui?
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La escort
FanfictionFama. Sesso. Riservatezza. Segreti. Due improbabili personaggi si incrociano e trovano un innegabile legame. Uno con un nome e un'immagine da difendere. l'altra lotta per tenersi a galla. il destino, l'unica cosa che li ha riuniti in primo lu...