Josephine
Mi sveglio con una luce intensa sopra di me e sbatto le palpebre per alcuni secondi. Mi sento disorientata e ho molto sete. Che cosa è successo? L'odore familiare di disinfettante e la sensazione familiare del letto d'ospedale sotto di me mi fa ritornare in mente la mia ricaduta e di come sono svenuta proprio di fronte a Damon al campus.
Sento la voce sommessa di Hero da qualche parte nella stanza e mi prende il panico, però mi costringo a calmarmi. Non posso più farci niente; molto probabilmente lo sa già.
"Hero..." mi costringo a dire con voce roca.
"È sveglia. Devo andare" dice al telefono e un secondo dopo, è già accanto al letto.
"Piccola, come ti senti? Devo chiamare l'infermiera e farle sapere che sei sveglia?" Chiede dolcemente ma posso dire che sta cercando di mantenere la calma. I suoi occhi verdi sembrano esausti mentre mi fissa con preoccupazione.
"Va tutto bene. Tanto fra poco arriverà a controllarmi" gli dico se non altro per farlo sentire a suo agio. Mi sento debole e lo odio. Perchè devo trascinarlo in questo?
"Come ti senti, piccola?" Chiede di nuovo.
"Somo stata meglio" forzo un sorriso sperando di tranquillizzarlo, ma invece continua a guardarmi preoccupato.
"Dimmi la verita, per favore Jo, o potrei impazzire. Cosa ti sta succedendo? Torno a casa senza trovarti da nessuna parte e poi un coglione risponde al tuo telefono dicendo che ti ha portato in ospedale. Quando sono arrivato, quello stronzo mi ha detto che hai un problema ai reni e non capisco niente cazzo; sono quasi andato fuori di testa in quel momento. Perchè non me l'hai detto? Capisci come mi sono sentito quando l'ho scoperto in quel modo? E se ti perdessi? Cazzo! Non so come reagirei se ti succedesse qualcosa di brutto perchè non sapevo nulla del fatto che eri malata, Josephine. Quindi per favore..ti supplico di dirmi la verità sulla tua condizione." Chiede con tutto il cuore e io non riesco a staccargli gli occhi di dosso.
"Mi dispiace" non posso fare a meno di singhiozzare.
Mi guarda di nuovo preoccupato, la sua mano raggiunge il mio viso e sfiora delicatamente le lacrime che mi cadono sul viso con il pollice. "Perchè ti dispiace? Non dirlo. Non sono arrabbiato con te. Però vorrei davvero sapere cos'hai piccola" dice con voce più calma.
"Mi è stata diagnosticata una malattia renale dopo il mio primo anno di università, tre anni fa. Da allora vengo per il mio trattamento tre volte a settimana. Raramente ho questi attacchi ma li ho già avuti prima quando sono troppo stressata o perchè mangio poco o non mi riposo abbastanza." Sorrido, sperando che almeno lo aiuti a tranquillizzarlo. Non sono molto abituata a parlare di questo con le persone; gli unici che sanno tutto sono Claire, i miei dottori e i professori.
"Tre anni. Hai conbattuto tutto questo da sola per tre anni?" Chiede incredulo e io annuisco. "Sei così forte, amore." Dice dopo una lunga pausa che mi prende alla sprovvista.
Mi prende a coppa i lati del viso prima di chinarsi e baciarmi la fronte e questo è il gesto più dolce che abbia mai ricevuto da chiunque a parte mia madre e mio padre. Si allontana e mi guarda dritto negli occhi. Mi aspetto che mi guardi con pietà una volta scoperta della mia malattia, ma tutto quello che vedo sono i suoi occhi verdi che brillano di orgoglio e stupore. E lo amo per questo.
Oh dio, lo amo.
La realizzazione mi rende senza parole e nuove lacrime iniziano a scorrere sul mio viso. Lo amo ma non sono degna di averlo. È tutto temporaneo e una volta che si sarà stancato di me, mi lascerà e non mi dovrà nemmeno una spiegazione.
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La escort
FanfictionFama. Sesso. Riservatezza. Segreti. Due improbabili personaggi si incrociano e trovano un innegabile legame. Uno con un nome e un'immagine da difendere. l'altra lotta per tenersi a galla. il destino, l'unica cosa che li ha riuniti in primo lu...