Capitolo 16

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Josephine

"Non voglio lasciarti" Hero mette il broncio più adorabile ma sexy che abbia mai visto.

"Lo so amore, neanche io voglio che tu mi lasci, ma tu hai un lavoro e io ho ancora la scuola. Ci vedremo alla mia laurea no?" Lo tranquillizzo. "Sono solo due settimane." Sorrido ma non raggiunge i miei occhi.

Sono nervosa all'idea di essere lasciata sola nelle prossime due settimane, ora che Xavier mi ha ritrovato. Ho già i nodi allo stomaco mentre preparo la borsa da viaggio di Hero che ha portato con sé durante questa visita inaspettata. Se solo non avessi gli esami a cui pensare, oggi andrei a LAX con lui e direi addio ai figli di puttana in California.

"Ricorda, per il momento mantieni un profilo basso. La gente ti riconoscerà ora che le nostre foto sono già online. Non voglio che quel bastardo sappia dove vivi".

"Sei preoccupato che io non mantenga un profilo basso? Sul serio Hero?" Ridacchio. Non voglio nemmeno pensare a Xavier che scopre dove vivo o cosa faccio.

La mia risatina viene interrotta da lui che sbatte le sue labbra contro le mie, la sua lingua si tuffa nella mia bocca e massaggia la mia lingua, scatenando un fuoco che scoppietta in tutto il mio corpo. Ma il bacio finisce troppo velocemente mentre si allontana da me bruscamente, lasciandomi senza fiato desiderando di più.

"Non sto scherzando, Jo. Ho bisogno che tu stia attenta ogni volta che esci e chiudi la porta quando sei a casa. Non aprire se non sai chi c'è dall'altra parte. Usa quella dannata macchina ogni volta che esci e non camminare per le strade da sola. Capito? Non sarò qui per proteggerti, piccola."

"Capito" sospiro, unendo le gambe. Non posso negare quanto il suo dominio mi ecciti. Il respiro mi si ferma in gola mentre i suoi occhi mi guardano intensamente.

"Devo partire presto" dice con voce roca, cercando di convencermi che non lo vuole.

"Dieci minuti" propongo e questo è tutto quello che gli serve per spingermi sul letto, strappandomi i pantaloncini e le mutandine e tirando i suoi pantaloni e boxer fino alle ginocchia.

Poggio i piedi sul bordo del letto, allargando le gambe per accoglierlo mentre si trova in mezzo a loro. La sua erezione pulsa mentre stuzzica le mie pieghe bagnate per un momento, facendomi contorcere e gemere all'istante.

"Sempre così bagnata per me, sempre così pronta per me, piccola" geme prima di scivolare dentro di me in una spinta sicura.

"Solo per te" mormoro.

Comincia a spingere lentamente, le sue labbra si attaccano alle mie e la sua lingua lotta con la mia per il dominio, ma le sue spinte diventano sempre più veloci. Le sue mani su entrambe le mie ginocchia mi allargano ulteriormente e mi impediscono di stringere le gambe intorno alla sua vita. Le sue labbra si muovo giù dalle mie labbra alla mia mascella e in basso ancora fino a quando non succhia, morde e lecca la pelle della mia clavicola. Dio è così bello, non voglio che finisca. Ma so che deve e dobbiamo essere veloci. Detto questo, inizio a sollevare i fianchi per soddisfare ogni sua spinta.

"Oh cazzo" impreca contro le mie labbra e non posso fare a meno di sorridere al modo in cui chiude gli occhi come se stesse godendo del piacere che stiamo condividendo. "Sei così brava, piccola" ansima prima di sistemarsi sopra di me, mettendo le mie gambe su entrambi i lati delle sue spalle e seppllendosi più profondamente dentro di me.

"Santo..." mi fermo dal gridare per l'intensità; le dimensioni del suo cazzo, questa particolare angolazione, il suo ritmo veloce e il modo in cui la base del suo cazzo sfrega contro il mio clitoride mentre si china per succhiare il mio capezzolo eretto attraverso il materiale sottile della mia maglietta è troppo. "Sto per venire, sto per venire...hero! Oh cazzo..." ansimo, mentre il mio orgasmo mi colpisce.

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