Capitolo 10

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Hero

"Hero sei sicuro di questo? Qualcuno potrebbe vederci" sussurra Jo come se qualcuno potesse davvero sentirci mentre parcheggio l'auto nel parcheggio sotterraneo dell'hotel.

"Non ci sono paparazzi qui, Jo. E davvero, non me ne frega niente se ci vedono insieme."

Rimane in silenzio finchè non esco dalla macchina e le apro la portiera. Esce dalla macchina con cautela, assicurandosi che non si veda niente dal tubino nero che indossa, quello che le ho comprato. Adoro il modo in cui la stoffa di seta le fascia quel bel corpo, enfatizzando le sue curve morbide e mostra un pò di scollatura e le sue gambe lisce senza essere troia.

"E se qualcuno che conosci ci vedesse?" Chiede, giocherellando con la sua collana.

"E quale sarebbe il problema?" Chiedo mentre la guido nell'ascensore e premo il pulsante che ci porterà all'ultimo piano.

"Ti verrà chiesto con chi stai"

"Ti presenterò come la mia ragazza" scrollo le spalle.

"Che cosa?" Quasi sussulta per la sorpresa, alzando gli occhi per incontrare i miei. Perchè è ancora sorpresa? Viviamo insieme.

"Piccola, viviamo insieme. Scopiamo. Ti chiamo amore e piccola. Cosa saresti se non la mia ragazza?"

Le sue guance diventano rosse e questo mi diverte ancora di più. A volte penso che sia due persone diverse quando è con me: la seduttrice sicura di sè e poi la timida studentessa universitaria.  Lo adoro.

"Hero, sono solo la tua puttana" dice ancora una volta e io immediatamente la inchiodo contro il muro dell'ascensore.

"Ti ho detto che non mi piace che tu parli così di te, Jo. Usa di nuovo quella parola su se te stessa e giuro su dio che ti legherò al nostro letto e ti schiaffeggerò il culo così forte che non riuscirai a sederti per giorni." Dico a denti stretti, il mio viso a pochi centimetri di distanza dal suo. I nostri respiri si mescolano insieme e i nostri occhi sono bloccati in uno sguardo intenzo. Posso vedere i suoi occhi diventare neri e io apro la mascella e un sorrisetto appare sulle mie labbra. "Ti piacerebbe vero, piccola? Lo stai facendo apposta per vedere come ti punirei?"

"Hero" sospira.

Ringrazio mentalmente di aver scelto il ristorante all'ultimo piano di questo edificio di trenta piani per avermi dato abbastanza tempo per far scivolare le mie mani sotto il suo vestito corto e toglierle rapidamente le sue mutandine di pizzo nero che sono già bagnate. Le metto in tasca e Jo protesta prima che le porte dell'ascensore si aprino. Le circondo la vita con un braccio e la trascino con me mentre i suoi passi vacillano con le ginocchia traballanti.

Un addetto alla reception chiede la nostra prenotazione e io gli dico il mio nome.  Vedo gli occhi di Jo spalancarsi quando si guarda intorno e poi sorride quando il cameriere ci guida all'interno del ristorante di alta classe.

"Smettila di definirti una puttana e io smetterò di trattarti come tale. Capito?" Le sussurro all'orecchio mentre seguiamo il cameriere al nostro tavolo in un angolo.

La lascio andare solo quando arriviamo al nostro tavolo. Ci sediamo uno di fronte all'altro e il cameriere ci dà il menu prima di dirci che tornerà tra pochi minuti per prendere i nostri ordini. Ordino una bottiglia di champagne prima che lui se ne vada.

"Restituiscimele, Hero" dice Jo con gli occhi infuocati. Posso dire che è a disagio senza la sua biancheria intima mentre si dimena sulla sedia.

"Scusa piccola. Dovrai aspettare finchè non torneremo in macchina."

"Sul serio?"

"Si. Ora cosa vuoi mangiare?"

Mi guarda ancora per qualche secondo prima di sbuffare e aprire il menu. Non riesco a togliermi il ghigno dalla mia faccia. Speriamo che con questo impari la lezione. Non stavo scherzando quando le ho detto che l'avrei legata e schiaffeggiata sul sedere se la sentivo dire di nuovo che era una puttana. I minuti passano in silenzio anche se so che Jo è incazzata. Non ha intenzione di fare un cazzo al riguardo, ma io voglio che lo faccia. Amo sempre il fuoco che c'è in lei ogni volta che è arrabbiata e odio quando controlla le sue emozioni.

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