Capitolo 14

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Hero

Sta tremando. Sta tremando così forte che mi sto preoccupando. È colpa mia? Cazzo! Non volevo metterla a disagio. Le macchine fotografiche continuano a lampeggiare intorno a noi, però non ci faccio più caso e mi concentro solo su di lei.

"Tesoro, stai bene? Mi dispiace se io..." inizio a dire ma lei scuote la testa.

"No. Possiamo andare adesso?" Mi implora.

I suoi occhi lasciano i miei per un secondo prima che un tremito le percorra di nuovo il corpo. Seguo il suo sguardo e vedo la schiena di un uomo che scompare verso i bagni. Un cipiglio si forma subito sul mio viso. Chi cazzo è quello? Che domanda stupida. Penso di sapere chi era quel ragazzo per Jo. Sapevo che questo giorno sarebbe arrivato, semplicemente non volevo pensarci. Ha un passato. Un passato che ho accettato al cento per cento insieme a questa bellissima bionda tra le mie braccia. Considerando il tipo di...lavoro che aveva, sapevo che non sarebbe stato impossibile per noi incontrare uno o due dei suoi clienti precedenti, specialmente ad eventi come questi.

"Per favore, Hero" la sua richiesta di panico attraversa i miei pensieri.

Stacco gli occhi dall'angolo in cui l'uomo è scomparso e rivolgo la mia attenzione alla mia bellissima Josephine i cui occhi sono grandi e terrorizzati. Ho così tante domande in testa, però mi mordo la lingua e le ingoio tutte. Più tardi, gliele chiederò più tardi. Annuendo, andiamo verso l'ingresso dove c'è Trina. Ci vede e ci chiede dove stiamo andando. Le do una risposta breve dicendo che Jo non si sente bene e che la porto a casa. Annuisce comprensiva e ci augura una buona giornata.

Jo non ha smesso di tremare fino a quando non si è seduta sul sedile del passeggero. Una volta anch'io dentro, accendo la macchina e mi dirigo verso il nostro appartamento. Le prendo la mano e la stringo per calmarla in qualche modo. Guardando fuori dalla finestra, si volta a guardarmi e fa un sorriso teso prima di riportare gli occhi fuori dal finestrino. Restiamo in silenzio per tutto il tempo, entrambi assorti nei nostri pensieri.

La mia precedente rabbia nei suoi confronti per non aver risposto ai miei messaggi e alle mie chiamate negli ultimi giorni, che mi ha costretto a salire sul primo volo disponibile dopo il mio ultimo giorno di riprese della settimana, ora non c'è più ed è sostituita dalla preoccupazione e dalla confusione. Lo ammetto, sono venuto qui con l'intenzione di punirla per il suo comportamento. Cazzo, ho persino comprato delle manette all'ultimo minuto prima di andare a quell'evento. Ma ora...ora che la vedo così spaventata e in preda al panico, voglio solo avvolgerla tra le mie braccia e sussurrarle dolci parole all'orecchio per calmarla.

"Hero..."

Il suo lieve sussurro mi fa uscire di nuovo dalle mie fantasticherie ed è solo ora che mi rendo conto che siamo già nel parcheggio sotterraneo del nostro edificio. Espiro e slaccio la cintura di sicurezza.

"Mi dispiace" sussurra tremante.

"Chi era quello? Perchè stai tremando di paura? Hai paura di me? Sai che non ti farei mai del male, giusto?" Chiedo freneticamente, le miei mani stringono così forte il volante che le mie nocche diventano bianche. Non riesco a guardarla e vedere la conferma nei suoi occhi, quindi mi concentro sulle mie nocche bianche. Se ha paura di me, non so come riuscirò a gestirlo.

"Paura di te?" Chiede incredula. "No, amore, non è per...c'è non..." balbetta e poi sento che si slaccia la cintura di sicurezza.

Sono sorpreso quando lei strattona duramente il mio braccio e poi si sposta per mettetsi a cavalcioni sul mio grembo, il suo vestito che si accumula sui suoi fianchi e le sue labbra che sono subito sulle mie. Le nostre lingue si incontrano e giocano insieme, le mie dita affondano nella sua carne mentre le afferro i fianchi esposti.

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