«Sei coraggiosa, amore mio.»
«No... Io ho ucciso, mamma... ho ucciso... Sono un'assassina, Dio non mi vorrà...»
«Hai sacrificato te stessa. Sapevi cosa sarebbe successo, ma nonostante la paura, tu hai agito, per salvare Roberta.»
«Sta bene? Mamma? Mamma?»Non riesco a vederla bene, il suo volto mi sfarfalla davanti agli occhi, a intermittenza.
«Mamma, mi dispiace... No, ti prego, non andare via! Mamma, non voglio andare laggiù! Ho paura, non voglio andare laggiù! Voglio venire con te, salire al Paradiso! Voglio stare con te!»
Ma lei si fa sempre più lontana...Non voglio andare all'Inferno, io... io non credo di meritarlo...
Ma chi sono io per Giudicare come può fare Dio?Vedo Michele, nonna Rosalba e nonno Gigi che mi passano accanto e si fermano a guardarmi.
Mia nonna piange lacrime lucenti, mio nonno ha gli occhi brillanti, mentre mio cugino singhiozza. Ma tutti e tre sorridono.
«Ricordi che cosa ti ho detto?» la voce del nonno riecheggia ancestrale. «Coloro che ti amano sono i tuoi angeli, e tu sei un angelo per loro.»
«Sarò un angelo perfetto, se posso esserlo» prometto. «Veglierò sempre su di loro.» Anche se non potranno vedermi...Quanto soffriranno mio padre e mio fratello? Quanto soffriranno Roberta e Tommaso?
E Liberio?
Sbatto le palpebre. «Dov'è Nadia? Posso vederla?»«Sì, fra poco vi riunirete» risponde Michele, abbracciandomi fortissimo. «Ti vogliamo bene, Irene. Non sei sola, ricordalo sempre. E...» tira su col naso, «grazie, di tutto. Mi hai fatto capire tante cose.»
«Io? Ma...» Alzo gli occhi e vedo, sulla sua testa, una bella aureola, come quella che brilla sul capo dei miei nonni.
Mi è stato accanto per così tanto tempo, per anni. Se la merita.
Tutti e tre mi abbracciano, e io li ringrazio, per ogni cosa. Per avermi aperto gli occhi, per aver placato il mio spirito adirato, per avermi fatto ritrovare la pace con il Signore...Vedo di nuovo mia madre, che mi sorride e mi bacia sulla testa. Le sue labbra... le ricordo così bene, morbide come le sue mani sul mio viso...
E poi sento che sguscio via, lontana dalla loro presa, e cado...
No... No! NO! NON VOGLIO ANDARE LAGGIÙ!*
Vengo svegliata da un suono parecchio irritante.
Sollevo prima una palpebra, poi l'altra.
La testa mi fa tanto male, mi sembra di avere il cervello colmo di cotone... non mi è mai piaciuta la consistenza del cotone...
Non vedo bene, una luce bianca accecante mi ferisce gli occhi, costringendomi a richiuderli.
Non capisco...
Sono o no in Paradiso? Perché dal dolore che provo al fianco, mi sembra di stare all'Inferno...
Non è che sono in un Purgatorio?
Forse dovrei richiedere aiuto...Provo di nuovo ad aprire gli occhi, cercando di adattarli il più possibile a questa luce odiosa.
Le dita si stringono attorno a un tessuto liscio su cui sono sdraiata.
Sono su un... materasso?
Mi sforzo di sollevare un poco la testa, e mi vedo ricoperta di lenzuola candide, su di un lettino bizzarro, in una stanza che non conosco.
Che in Paradiso le anime abbiano una casetta tutta loro?
Beh, di sicuro questo non è l'inferno, anche se il continuo bip e il potente ronf che mi attaccano le orecchie sono davvero insopportabili...Il fianco sinistro mi fa malissimo...
Ci credo, Liberio ci tiene la testa premuta contro! E non fa altro che russare, e russare...
Sgrano gli occhi cercando, a fatica, di tirarmi a sedere.
Liberio? Che cosa ci fa Liberio nell'aldilà?
Mi giro alla ricerca del suono insistente simile a una sveglia. Alla mia destra si trova il display dell'elettrocardiogramma.
L'apparecchio è attaccato al mio corpo, perciò sta riportando i battiti del mio cuore: le linee si fanno un po' più alte mentre le mie palpitazioni accelerano.
Ma... un momento... mi trovo in... un ospedale?
Mi tasto il corpo e mi tiro pizzicotti.
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Il Paradiso a casa mia
Teen FictionDopo la scomparsa della madre a causa di una malattia, Irene è caduta nella confusione più totale. Vuole isolarsi dal resto del mondo, non tollera che gli altri provino pietà per lei, ed è diventata molto nervosa e facilmente irritabile. E soprattut...