Capitolo 19

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Per quanto io sia certa che la mente di un angelo sia superiore a quella di un mortale... a Michele non basta neanche più di un mese per ricordare dove abbia già sentito parlare del Circolo Rosa.
Giugno è arrivato, e lui ancora non si raccapezza su questo mistero!
«Mi dispiace, va bene?» ha detto una volta che me la sono presa con lui. «Ci sto provando! Sto facendo del mio meglio! Ma non ricordo! Guarda che non riesco a dormire da quanto ci penso!»
«Nonna ha detto che gli angeli non hanno bisogno di dormire!» ho ribattuto puntandogli un dito accusatorio contro, e alla sua prima risatina gli ho tirato un pugnetto al petto. «Stai zitto! Non prendermi in giro!»

Intanto mi sono ripresa dallo shock causato da Hira Bath, così come Nadia, e io e lei... credo che siamo diventate amiche. Ci punzecchiamo ancora, ma ogni volta scorgo nel suo sogghigno una sfumatura più affabile. Anch'io, d'altronde, sono più carina nei suoi confronti.
Nessuno rivolge ancora la parola a Marzia, a eccezione di Binah.
Non ho raccontato a Nadia quel che ho saputo da mia nonna, altrimenti mi chiederebbe come sia venuta a conoscenza di tali informazioni. Tuttavia dovrò pensare a un modo per metterla al corrente, dato che sta ancora torturando Marzia per farla cantare.
Non che mi dispiaccia per lei. A dire il vero, sono più preoccupata per Nadia, che ogni volta che tenta un agguato ha lo sguardo quasi dissennato, ossessionata dal saperne di più. Non posso biasimarla...

Frattanto la situazione economica di Liberio e di suo padre è migliorata moltissimo. Certo il mio amico ha dovuto rinunciare a molte cose, ha persino venduto alcuni dei suoi videogiochi preferiti, ma almeno sta prendendo la patente della moto. Tuttavia non è sicuro di potersi permettere il tanto bramato veicolo a due ruote.
Roberta invece non ha più incontrato la sua amica Grazia, e Michele e nonna Rosalba mi hanno confermato che Tommaso non ha più interagito con nessuno della sua vecchia gang di drogati.

In tribunale si è presentata tutta la mia classe, persino Marzia.
I miei compagni... i miei amici, hanno riconfermato le testimonianze. Benché false, Hira non poteva essersi accorto di chi fosse presente ad assistere e chi no, troppo impegnato a immobilizzarmi e poi a subire dei colpi di bottiglia. Così è stato dichiarato colpevole in breve tempo.
Abbiamo addirittura scoperto che Hira è stato vittima di un giro di droga da ragazzino.
Proprio come Claudio...
Lui non era presente al processo.

In queste ultime due settimane di scuola i professori ci stanno caricando di compiti, e c'è ancora da svolgere l'ultima verifica di scienze.
Io però non ho problemi a riguardo, perché i miei 10 sono proseguiti fino a ora, e credo di averne uno in tasca anche stavolta.

Pochi giorni prima del compito, Alberto mi si avvicina e dice: «Ho bisogno di chiederti un favore».
«Spara.»
Giunge le mani come in preghiera e fa una buffa espressione da cucciolo. Ultimamente è molto meno timido con me, siamo riusciti a diventare buoni amici. «Mi aiuteresti a scienze?»
Lo guardo in silenzio. Sto aspettando che scoppi a ridere per primo.
Lui però sta davvero attendendo una mia risposta...
Faccio un sorrisetto. «Sì, Alberto. Ma solo dopo che avrò aiutato Guo col cinese?»
«Dico sul serio, Irene. Vorrei... ehm... vorrei anch'io un 10. Ma non riesco a superare il 9 e mezzo!»
Simulo una tossetta per nascondere le risatine. «Stai scherzando?»
«Avrei più 9 che 10 in pagella, e non è mai successo prima d'ora. Ti prego, aiutami

Scoppio a ridere davvero quando, alle sue spalle, Roberta lo fissa nel desiderio strangolarlo. Non la biasimo, data la sua ultima insufficienza a scienze.
Alberto però mi guarda con un fare così adorante che non posso fare a meno di annuire. «Stai sereno, ti aiuterò.»
«Grazie, Ire! Allora oggi ci ritroviamo in Corso Italia? Studiamo in un bar?»
«Oggi sono allo zoo.»
«Oh, allora domani?»
«OK. Ma meglio di mattina.»
«No problem!»
Più in là, mi accorgo che Marzia ha le lacrime agli occhi.
Beh, mi dispiace... So che ha una cotta per Alberto, ma io non ho secondi fini con lui.

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