Forse è stata tutta un'allucinazione.
Faccio un passo in corridoio, poi un altro, poi un altro ancora...
Mi affaccio in cucina... eccoli! Ci sono! Sono proprio lì! Il nonno sulla poltroncina, la nonna su una sedia al tavolo, e Michele accanto a lei.
Il cuore torna a incastrarmisi in gola, e li supero senza guardarli per andare a recuperare le Nike in ripostiglio. Mi siedo per terra per infilarle, ma poi devo tornare di là...«Ora ti va di parlare?» mi chiama nonna Rosalba, con struggente desiderio.
«Di cosa dovremmo parlare?!» sbotto, portandola a sussultare. «Voi-non-esistete! Io neanche ti conosco!»
La donna sospira affranta, strizzando gli occhi come se le avessi sferrato un ceffone. «Ma io conosco te, Irene. Ci sono sempre stata. Quando la mia bambina ti ha fatta nascere, quando hai parlato per la prima volta, quando hai imparato a camminare, i tuoi primi giorni di scuola...»
Scuoto la testa nello sforzo di non ascoltarla.
Mi aiuto accucciandomi alla gabbietta di Kiara per infilare l'indice tra le sbarre e accarezzarle la testa. Lei riesce a vederli? La sua pelliccia è tanto morbida da riuscire quasi a confortarmi...«Ti ricordi quando avevi due anni e sei stata in ospedale?» insiste la nonna.
«C-cosa?» mormoro cauta. «Non sono mai stata curata in ospedale.»
« I tuoi genitori non ne hanno più parlato, troppo scioccati, ma da piccolina tu avevi l'asma. A differenza di Saul, i tuoi attacchi provenivano dall'allergia al polline. Quando avevi due anni, durante la primavera, hai rischiato grosso a causa di un attacco... Poi tu sei guarita...»
Scuoto ancora la testa.
Non lo so... Forse è il mio subconscio che sta riaffiorando e la pazzia fa sì che l'immagine della nonna mi racconti l'episodio, ma... a due anni? Posso ricordarmi così bene?
Michele sogghigna. «E sai che Liberio nasconde i suoi giornalini di belle ragazze in un cassetto segreto in fondo all'armadio?»
Arrossisco scandalizzata. «Cosa?! E-e tu come fai a...»
«E non solo quelli, intendiamoci.»
«M-ma...»
«E che mia figlia mi parla, quando è da sola?» sussurra tristemente nonno Gigi.«Ma voi...» Le braccia mi ciondolano lungo i fianchi. Appoggio la schiena al muro e bisbiglio stancamente: «Cosa siete?»
Michele scrolla le spalle. «Angeli.»
«Angeli? E-e le ali? Le aureole?»
Nonna Rosalba si alza sospirando forte. «Beh, mi sembrava sciocco presentarmi in quel modo. Ti avrei impressionata ulteriormente.»
Prima che io possa pretendere spiegazioni, dalla sua schiena si allargano due ali piumate, candide come le nuvole, entrambe lunghe il doppio delle sue singole braccia. Sulla testa brilla un cerchietto dorato che fa risplendere l'intera cucina.
Scivolo lungo il muro, finendo seduta sul pavimento.
Non ho parole... Una bellezza indescrivibile, e io la sto vedendo! Non è possibile immaginare tale meraviglia, il mio cervello, per quanto aperto e fantasioso, non sarebbe mai capace di partorire tanto, neanche la mente più brillante del mondo riuscirebbe a concepire questo spettacolo... Mi sento persino svenire alla vista, quasi inabile di registrarla appieno...
È questo il sublime? O è un livello addirittura più elevato?
La nonna richiude le ali, che diventano invisibili come l'aureola, e io sbatto le palpebre prendendo respiri profondi...«Vedi?» mormora gentilmente. «Tali visioni sono troppo sconcertanti per i vivi, ecco perché ci presentiamo in maniera più... normale.»
«A dire il vero, io ho soltanto ottenuto l'aureola» racconta nonno Gigi. «Ancora niente ali.»
«Io invece sono ancora senza connotati luminosi» afferma Michele, con una seconda scrollata di spalle. «Ali e aureola devono essere guadagnate.»
Sto tremando. La sagoma delle ali nella luce abbagliante è rimasta impressa nelle mie retine, e l'impatto emotivo ricevuto mi scuote ancora il corpo con violenza. Tuttavia avverto un calore immenso, mai provato prima, piacevole e accogliente. Desidererei addirittura riassistere alla mostra delle ali e dell'aureola...Mi struscio il viso nel tentativo di tornare a respirare regolarmente. «N-non mi a-aspettavo che gli a-angeli fo-fossero così...»
«Così come?»
«C-così... Vestiti così. V-vi immaginavo con un abito bianco lungo f-f-fino ai piedi, scalzi, c-con sorrisi s-s-sereni e...»
Michele scoppia a ridere talmente forte che quasi capitombola dalla sedia. «Sì, beh, a quanto pare ti sbagliavi!»
«E cosa... Cosa fate? A-avete dei poteri?»
Lui continua a ridersela, mentre nonno Gigi si limita a un sorrisino. «Niente poteri.»
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Il Paradiso a casa mia
Fiksi RemajaDopo la scomparsa della madre a causa di una malattia, Irene è caduta nella confusione più totale. Vuole isolarsi dal resto del mondo, non tollera che gli altri provino pietà per lei, ed è diventata molto nervosa e facilmente irritabile. E soprattut...