<È un vero piacere vedere che anche tu ti unisci finalmente alla festa.> la canzonò Hans.
<Tirala su, voglio vederla in faccia.> ordinò al sottoposto.
Alina fu tirata in piedi di peso e fatta voltare. Di fronte a lei non c'era altri che il fratellastro di Erik. Non lo aveva più rivisto dal giorno in cui i due si erano affrontati in combattimento. Quel giorno Hans si era volatilizzato prima ancora che potessero pensare di cercarlo, assieme a tutte le informazioni che aveva appreso a Nido del Drago.
<Non posso certo dire lo stesso.> Sibilò la ragazza.
<Suvvia, non mi porterai ancora rancore per quella scaramuccia che ho avuto con Erik vero? Prima di allora io e te andavamo così d'accordo.>
Sfoderò un sorriso brillante, degno del migliore degli attori.
<Avevi ingannato anche me, poi per fortuna ho aperto gli occhi.>
<Sarei riuscito a portarti con me se non fosse stato per quell'idiota di Erik. Tutta questa storia si sarebbe conclusa molto prima e in maniera indolore.> Il tono si fece duro. <Avete voluto giocare a fare gli eroi, a riunire tutte le razze per combatterne una sola, e guarda che fine avete fatto.>
Le prese il volto tra le dita e la squadrò da capo a piedi.
<Devo essere onesto, torturare mio fratello con la tua immagine è stato uno dei pochi veri piaceri di tutta questa storia. Purtroppo, non avrò il tempo di fare lo stesso con te, sei attesa ai piani alti e ti vogliono tutta intera.>
Così dicendo le voltò le spalle e iniziò a camminare tra gli alberi.
Il sottoposto dalle mani artigliate le bloccò i polsi in una morsa e la spinse in avanti.
Per un istante le passò per la testa l'idea di prenderlo a calci e scappare. Quanto a lungo sarebbe riuscita a fuggire? Tutta la foresta era ormai sotto il controllo dei Bianchi e dei loro ibridi: non sarebbe arrivata lontano.
Abbassò il capo e seguì Hans, pregando che le venisse in mente un'idea.
Quello che la torturava di più non era di essere stata catturata, ma di aver tradito la fiducia di Erik. Dopo tutto quello che avevano fatto per tenerla al sicuro era finita esattamente nell'ultimo posto dove avrebbe dovuto essere e tutto per colpa della propria ostinazione.
Si morse l'interno delle guance con rabbia fino a che non sentì il sapore del sangue in bocca.
Attraversarono il tratto di foresta fino allo spiazzo delle prigioni.
Alina alzò un'ultima volta lo sguardo al cielo notturno e inspirò una boccata d'aria fresca. Assaporò l'odore di terra umida e il fresco della notte come un agnello sacrificale davanti al patibolo.
Una timida stella cadente attraversò il velluto nero della notte davanti ad una luna quasi piena.
Una lacrima le solcò il viso.
Il suo carceriere le diede uno spintone e la incalzò verso i gradini immersi nel buio.
Un passo alla volta Alina seguì Hans verso il quartier generale dei Bianchi.
La abbandonarono in una cella dalle pareti sferiche, prive di qualunque appiglio e di aperture. Il buio la inghiottì e lei sedette in silenzio, sconfitta, esattamente lì dove l'avevano lasciata.
L'oscurità era tanto densa che chiudendo gli occhi non trovò alcuna differenza.
Passò in rassegna tutte le opportunità che aveva avuto di salvare sé stessa e gli altri. Le vide sfuggirle dalle dita sempre per lo stesso motivo: aver avuto l'ardire di credere di essere in grado, per una volta, di andare avanti completamente con le proprie forze.
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Rebirth - l'albero del silenzio
FantasySono passati secoli da quando la Terra ha mosso guerra contro il genere umano, e questo, contro ogni aspettative è riuscito a risollevarsi. Lo scontro ha dato vita a nuove specie che popolano le giovani foreste nate sugli scheletri delle città. Tut...