La nebbia fitta e densa che aveva ammantato di mistero il loro cammino sin dalle prime luci dell'alba, cominciò a diradarsi dolcemente. Il suo tocco umido e gelido si ritirò lentamente, lasciando il posto alla carezza tiepida del sole di un mattino sereno. Nonostante fosse inverno inoltrato, il sole splendeva fulgido in un cielo terso, l'aria profumava di terra umida ed erbe selvatiche e i cavalli avanzavano sereni, riempiendo l'aria del ritmico suono degli zoccoli contro il terreno. Il paesaggio attorno a loro cambiava rapidamente. Gli alberi erano progressivamente più grandi e antichi e più distanti tra di loro. L'erba cresceva rigogliosa, senza mai superare i garretti dei cavalli. Le foglie bagnate della rugiada notturna riflettevano i raggi solari creando un caleidoscopio di colori tutto intorno a loro.
Alina proseguiva spalla a spalla con Erik, guardandosi attorno affascinata. Il potere dell'Eir l'avvertiva del brulicare della vita attorno a lei. Piccoli brividi le scorrevano lungo la schiena, la punta delle dita formicolava e ondate di energia la attraversavano, facendola sentire più viva che mai.
Ad un tratto Erik fermò il cavallo e cominciò a guardarsi attorno con occhi vigili. Nell'aria il cambiamento fu palpabile. Qualcosa si muoveva nel folto degli alberi davanti a loro e qualunque cosa fosse, l'intera foresta doveva temerlo più della morte stessa. Dalle chiome un folto stormo di uccelli si levò velocemente in perfetta sincronia. Il silenzio giunse progressivo e tombale allargandosi a macchia d'olio a partire dal punto in cui le fronde degli alberi cominciavano a muoversi aprendosi a ventaglio. Dall'ombra degli alberi, silenziosi come spettri, emersero due giganteschi felini.
Alina non aveva mai visto una Furia che non fosse Erik. Le due creature non erano solo imponenti, ma gigantesche. I contorni delle figure si confondevano con le ombre attorno a loro, rendendo difficile percepirne le reali dimensioni. Erano entrambi più grandi di quanto lo fosse Erik nella sua forma completa e la loro supremazia sul resto della foresta era palese.
La prima a farsi avanti e a rendersi riconoscibile fu la più piccola delle due. Nonostante fosse di dimensioni più contenute rispetto alla compagna, quando si avvicinò a loro, potè guardare i cavalli dritti negli occhi. Ares e Awel sbuffarono, ma nessuno dei due cedette il passo. La giumenta pestò gli zoccoli per terra e dal suo manto cominciò a levarsi odore di acque salmastre. Gli occhi tornarono del colore dell'argento liquido, come la prima volta che Alina li aveva incrociati. Dalle spalle dei due giovani la foresta fremette e in lontananza si udì il nitrito di un altro Kelpie, poi un altro ed uno ancora.
<Tieni a bada Awel.> furono le uniche parole sussurrate dal ragazzo accanto a lei.
Alina accarezzò il collo della giumenta con movimenti circolari, sussurrando versi incoerenti fino a che non sentì i muscoli rilassarsi sotto la cute. Come Awel si rilassò, i suoi occhi tornarono quelli di sempre e i nitriti si dissolsero a poco a poco.
Finalmente fu possibile ammirare la figura possente che si era parata loro dinnanzi. La sua struttura nel complesso era più longilinea e leggera di quella della Furia di Erik. Il corpo era più slanciato, la coda più lunga e la testa e le orecchie più piccole. La cosa che più colpiva lo sguardo, dopo la mole possente, era il mantello niveo, a tratti dai riflessi perlacei. Le piccole macchie rotonde che lo costellavano si intravedevano appena solo quando veniva colpito dalla luce. Due strisce color crema univano l'angolo interno dei grani occhi giallo paglierino con i lati del muso aggraziato.
Dopo un breve momento di osservazione reciproca, la Furia si voltò indietro verso la propria compagna e comunicò con un breve e singolo sbuffo.
A quel punto anche la seconda, e se possibile più imponente, delle due creature si fece avanti. Sembrava occupare tutto lo spazio circostante, catturando la luce attraverso le macchie nere ben evidenti sul mantello color oro. Le zampe poderose lasciavano segni profondi sul terreno morbido e gli occhi dello stesso colore del mantello li studiavano penetrati.
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Rebirth - l'albero del silenzio
FantasiaSono passati secoli da quando la Terra ha mosso guerra contro il genere umano, e questo, contro ogni aspettative è riuscito a risollevarsi. Lo scontro ha dato vita a nuove specie che popolano le giovani foreste nate sugli scheletri delle città. Tut...