Il viaggio continua

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Nuovamente soli, Erik e Alina si avviarono per l'ultima volta verso la piccola costruzione che li aveva ospitati durante la loro permanenza presso le Furie.

<ora che le alleanze sono state confermate dovremmo riunirci agli altri.> esordì Alina. Camminava guardandosi attorno distrattamente. Il brulicare della vita attorno a lei le rendeva difficile focalizzare l'attenzione su qualcosa. Ogni filo d'erba emanava una pulsazione propria, un'energia intensa nonostante le piccole dimensioni. In quanto Eir, si trovava ad essere responsabile per quell'energia. Avere la capacità di chiamarla a sé e di sfruttarla in un combattimento, come aveva fatto in occasione dello scontro con Karis, rendeva quella responsabilità ancor più presente e gravosa. Si chiese come avrebbe potuto sfruttare ancora quel potere senza esserne schiacciata nuovamente, e se le sue capacità avrebbero tratto vantaggio dalla presenza dell'Albero del Silenzio.

<tu andrai sulle montagne.> ribatté Erik, distraendola dalle sue riflessioni.

<Cosa?>

<non ti voglio sul campo di battaglia, finirai per farti male.>

<non pensarci neanche! Non intendo starmene nascosta mentre le mie sorelle, tu e tutti gli altri rischiate la vita contro i Bianchi.>

<le tue sorelle verranno con te.>

Il tono di Erik era gelido, privo di qualunque inflessione. Ci aveva riflettuto bene, conosceva i rischi meglio di chiunque altro. Qualunque esercito avessero messo in piedi, i Bianchi sarebbero sempre stati in vantaggio. Pianificavano quell'attacco dal giorno stesso in cui il primo di loro era sorto sul pianeta. Le difese che il popolo libero stava mettendo in piedi non erano altro che un ultimo disperato tentativo di sopravvivenza. Se anche, per miracolo, avessero avuto la meglio, i danni sarebbero stati incalcolabili. Era pronto a dare la vita per quel miracolo, ma non avrebbe mai sacrificato quella di Alina. Avrebbe trovato un modo di servirsi dei poteri dell'incantatrice senza mettere in pericolo né quest'ultima né le sue sorelle.

<tutti contano su Helena, non lasceranno che tu la nasconda lontano dalla battaglia. Se lei combatte, combatto anch'io. Le mie capacità potrebbero esservi utili. Scommetto che anche gli altri la pensano così.>

Erik le rivolse uno sguardo affilato. La sua espressione era indecifrabile, un misto di rabbia trattenuta, preoccupazione e ferrea determinazione.

<non avrete protezione sul campo di battaglia, non posso permettermi di ridurre i soldati sul campo per farvi da balia. Qualunque strategia metteremo in campo saremo comunque in netto svantaggio, quindi non posso privare l'esercito neanche di un singolo uomo. D'altra parte non intendo lasciare te o l'incantatrice in balia del nemico, quindi la decisione più saggia per tutti è che voi siate lontano dal pericolo.> le spiegò.

Il ragionamento sembrava filare senza intoppi, e per qualche istante Alina camminò in silenzio, soppesando le parole del ragazzo.

<Allontanando Helena dal campo di battaglia non la stai proteggendo, stai mettendo in pericolo tutti i civili che saranno con noi e ti stai privando di tre alleate preziose.> ragionò la ragazza ad alta voce. <I Bianchi cercheranno Helena ovunque e a qualunque costo, lo sai bene. Nascondendola tra la gente comune, sulle montagne, stai mettendo in pericolo tutti loro. Inoltre i suoi poteri possono esserci utili, se anche riuscisse a distrarre parte dei soldati nemici con la sua voce, genererebbe un vantaggio non indifferente.>

Erik rimase in silenzio, soppesando quell'osservazione. Era qualcosa a cui aveva già pensato, ma non era riuscito a trovare compromesso migliore di quello che aveva già messo in campo. Se avessero perso, a poco sarebbe valsa quell'ultima disperata linea di difesa sui monti. Se per miracolo avessero vinto, Alina e le sue sorelle sarebbero state al sicuro per tutto il tempo e lui avrebbe avuto qualcosa in meno di cui preoccuparsi durante la battaglia.

Rebirth - l'albero del silenzioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora